Intervista al Dott. Giuliano Sarro, Responsabile del Centro di Eccellenza di Chirurgia Bariatrica Sicob dell’Istituto San Gaudenzio, Novara**
“La sleeve gastrectomy è tra gli interventi restrittivi quello, attualmente più eseguito nel mondo, in Italia e anche nel nostro Centro” dichiara il Dott. Giuliano Sarro, Direttore del Centro di Chirurgia generale e bariatrica dell’Istituto San Gaudenzio di Novara. Le stime più recenti confermano che la sleeve eseguita in laparoscopia rappresenta oggi la procedura chirurgica più eseguita nelle chirurgie bariatriche di tutto il mondo, coprendo tra il 50 e il 60% degli interventi.
“La sleeve gastrectomy è un intervento in parte restrittivo in cui si esegue una gastroresezione, tramite suturatrici meccaniche. In termini molto semplici, lo stomaco viene tagliato in due parti in senso verticale: la parte sinistra dello stomaco, che corrisponde al 80-90% di tutto l’organo, viene successivamente asportata dopo averla isolata dalle sue connessioni vascolari con la milza. La parte di stomaco che rimane in sede presenta così l’aspetto di lunga manica, da cui il nome in inglese “sleeve”. La porzione finale dello stomaco, l’antro gastrico rimane intatta.
L’intervento ha come obiettivo quello di ridurre drasticamente la quantità di cibo che può essere ingerita e provoca un precoce senso di sazietà.
La parte di stomaco rimanente avrà le stesse funzioni di prima dell’intervento. Quest’ultimo, infatti, non modifica il fisiologico transito del cibo che viene ingerito, pur osservandosi un accelerato svuotamento gastrico. L’intervento deve considerarsi anatomicamente irreversibile per quanto riguarda la parte di stomaco rimossa.
Oltre alla restrizione dello stomaco, la sleeve determina modificazioni ormonali, in particolare una riduzione della grelina (ormone che normalmente aumenta l’appetito) con conseguente riduzione del “senso di fame” e un’alterazione nella secrezione di alcuni entero-ormoni ad azione regolatoria sul bilancio energetico.
“Il volume residuo dello stomaco dopo la sleeve è di circa 100-150 ml, cioè all’incirca come un vasetto di yogurt. Questo rappresenta il volume di cibo che può essere ingerito, dopo l’intervento, indipendentemente che si parli di un pasto equilibrato oppure di un bicchiere d’acqua, che andranno quindi consumati separatamente per non caricare troppo la manica gastrica dopo l’intervento”.
“La sleeve gastrectomy viene eseguita in laparoscopia ovvero con una tecnica di chirurgia mini invasiva in cui attraverso 4 o 5 forellini nell’addome si inseriscono una telecamera e la strumentazione necessaria per eseguire l’intervento”.
“La sleeve è indicata per tutti i pazienti con grave obesità che hanno un Indice di Massa Corporea (IMC o BMI) superiore a 40 oppure un BMI superiore a 35 con obesità grave associata ad altre patologie [per es. diabete tipo 2, ipertensione arteriosa, dislipidemie (alterazioni dei lipidi nel sangue: colesterolo, trigliceridi, e altri), patologie respiratorie (apnee notturne e altre) e articolari, etc ].
In alcune condizioni cliniche, la sleeve gastrectomy viene eseguita come prima fase chirurgica (per es. in pazienti con un elevato rischio operatorio e/o super-obesi) allo scopo di ridurre il peso corporeo e quindi i rischi operatori relativi a una successiva procedura chirurgica più complessa. Ovviamente come per tutta la chirurgia bariatrica, la scelta del tipo di intervento chirurgico deve essere valutata e discussa con il chirurgo bariatrico e con la equipe multidisciplinare.
Secondo alcuni studi, la sleeve gastrectomy ha un buon effetto anche sul diabete di tipo 2 mal controllato anche se mancano ancora studi con un follow up più lungo di quanto valutato sinora, per poter stabilire la superiorità o meno della sleeve rispetto ad altri interventi più consolidati in caso di diabete tipo 2, come il bypass e negli ultimi anni il mini-bypass”, legata alla loro azione sul malassorbimento.
Fino a oggi, le Linee Guida esprimevano indicazione per l’operabilità fino ai 65 anni, ma se il paziente è in buone condizioni generali, valutando il rapporto rischi/benefici, in realtà si può operare anche fino ai 70 anni, previo nulla osta da parte di tutti i componenti dell’equipe multidisciplinare dopo un’attenta valutazione del paziente, del potenziale miglioramento della sua qualità di vita e della sua autonomia funzionale.
Naturalmente, va sempre considerato che gli interventi chirurgici per il trattamento dell’obesità patologica hanno motivazioni di carattere medico e non estetico. Lo scopo della chirurgia bariatrica è quello di trattare e prevenire le complicanze legate all’obesità e non quello di un peso corporeo ideale. Pertanto, la richiesta e il relativo consenso da parte del team multidisciplinare devono sempre essere motivati da una necessità di voler ridurre in modo duraturo l’eccesso di peso in quanto l’obesità interferisce in maniera fortemente negativa sulla qualità di vita del paziente, esponendolo a rischi di gravi complicanze cardiache, respiratorie, metaboliche, psicologiche e oncologiche.
La chirurgia dell’obesità è una chirurgia che riesce a estendere quelle che sono le aspettative di vita dell’ammalato a patto però di un rischio operatorio contenuto.
Se il paziente ha delle condizioni cardiologiche e/o respiratorie troppo compromesse, l’intervento diventa inutile se non addirittura dannoso. In questi casi sarà più utile elaborare un percorso di riabilitazione mirato, senza approccio chirurgico.
“I risultati in termini di calo di peso sono valutabili intorno al 60% del peso in eccesso iniziale, con ottima risoluzione o evidente miglioramento anche delle malattie associate (comorbidità) se il paziente segue in modo corretto e rigoroso tutte le raccomandazioni ricevute dal team multidisciplinare che lo segue. In caso contrario, nel corso del tempo, il rischio è quello di riprendere i chili persi – magari con gli interessi – con la necessità di una procedura di revisione dell’intervento.
Non va mai dimenticato che la chirurgia bariatrica non è una bacchetta magica, non cura l’obesità ma offre al paziente con obesità grave l’opportunità di risettare il proprio peso e di riprendere in mano la propria vita, con minori rischi per la salute. Tra i benefici anche un miglior controllo dello zucchero nel sangue (glicemia) e una riduzione dei valori di pressione e dei lipidi nel sangue”.
“Attualmente la sleeve rappresenta, come dicevo, l’intervento più eseguito e il motivo di questo successo è legato alla sua efficacia, e oltre alla relativa semplicità dell’intervento – principalmente al fatto che non dà malassorbimento dei nutrienti e nel caso in cui, sia necessario per esempio assumere dei farmaci oppure fare delle procedure endoscopiche come la gastroscopia oppure un’esplorazione anche dell’albero biliare, viene mantenuta la normale fisiologia e la normale canalizzazione fra bocca-esofago-stomaco-intestino”.
“Pur essendo un intervento molto eseguito, la sleeve non è scevra da complicanze a distanza. Le due principali sono rappresentate dalla dilatazione dello stomaco residuo (per questo è importante che il paziente segua rigorosamente e continui a farlo i consigli ricevuti dal dietista e non sforzi le pareti del piccolo stomaco con comportamenti alimentari non adeguati durante il follow up anche a lungo termine) e dal reflusso gastro-esofageo.
“L’obesità è già di per sé un fattore di rischio di reflusso gastroesofageo e altre complicanze a livello dell’esofago che possono essere peggiorate da un intervento di sleeve gastrectomy. La questione è attualmente molto dibattuta ed esistono diverse scuole di pensiero anche tra i chirurghi. La maggior parte considdera una controindicazione relativa alla sleeve la presenza conclamata di reflusso gastroesofageo, e sue complicanze. La valutazione da fare è comunque sempre caso per caso perché ogni paziente ha una sua storia e un suo intervento ottimale.
Un esame approfondito delle condizioni anatomiche e di eventuali sintomi da reflusso va comunque eseguito sistematicamente in tutti i pazienti considerati candidabili alla chirurgia bariatrica, con valutazione finale del team e dialogo con il singolo paziente che dovrà sempre essere informato sui rischi e benefici delle diverse opzioni chirurgiche indicate nel suo caso”.
In conclusione ritengo corretto sottolineare come la chirurgia bariatrica per essere veramente efficace e sicura richieda:
Di seguito tutti i riferimenti utili del nostro team.
ISTITUTO CLINICO DI ALTA SPECIALITÁ SAN GAUDENZIO – NOVARA
Via Enrico Bottini 3 – 28100 Novara NO
DOTT. GIULIANO SARRO
Chirurgia bariatrica e metabolica – SICOB
Chirurgia generale e oncologica
Chirurgia laparoscopica avanzata
Email: giuliano.sarro@clinicasangaudenzio.com
Cell: 335 8081492
Sito: www.clinicasangaudenzio.com
AMBULATORIO NOVARA
c/o Centro Medico San Francesco
Via Custodi 36 – 28100 Novara
Email: giulianosarro86@gmail.com
PRENOTAZIONI 800 612992
STUDIO MAGENTA
Via Meucci 9 – 20013 Magenta (MI)
Via Caprotti, 27 – 20013 Magenta (MI)
Fisso: 02 97950596
Cell: 335 8081492
Email: giulianosarro86@gmail.com
CENTRO MEDICO CORBETTA
Via della Libertà 4 – Corbetta
Fisso: 02 97486188
Dottoressa Micaela Serbelloni
DOTT. VINCENZO CONSALVO
Novara
Cell: 327 9792206
Email: vincenzoconsa@gmail.it
** In virtù dell’esperienza maturata con più di 3000 casi trattati, il Centro di Chirurgia Bariatrica dell’Istituto San Gaudenzio è classificato come Centro di Eccellenza della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB) a carattere Multidisciplinare. Nel centro vengono eseguite diverse tecniche tutte in laparoscopia, seguendo le attuali Linee Guida Nazionali ed Internazionali: Bendaggio gastrico, Sleeve Gastrectomy, ByPass Gastrico, Minibypass/OAGB, Diversione biliopancreatica.
Il Centro dell’Istituto San Gaudenzio di Novara si occupa anche della Redo Surgery, cioè della chirurgia di revisione degli insuccessi in cui il paziente non ha perso peso o lo ha recuperato.
Completa il percorso di cura dell’obesità la possibilità di sottoporsi a interventi di chirurgia plastica di rimodellamento post bariatrico.
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