Stile di vita

Partire dalle risorse dentro di te: 10 life skills da coltivare

A cura della d.ssa Stefania Comai*, psicologa dello sviluppo e dell’educazione con un Master in Psicobiologia della nutrizione e del comportamento alimentare.

Quali strategie abbiamo a disposizione per prenderci efficacemente cura di noi stessi, se è vero che abbiamo la possibilità e la responsabilità di farlo? Stando all’OMS disponiamo di un nucleo fondamentale di abilità (life skills) che, se riconosciute e allenate, possono renderci – a qualsiasi età – più resilienti e capaci di adattamento. Vale forse la pena quindi approfondire il significato delle life skills e riconsiderare quale possa essere il loro potenziale contributo nel migliorare il benessere psico-fisico individuale. Qui di seguito sono brevemente descritte queste dieci competenze chiave. Con articoli successivi, le approfondiremo, una per una.

LIFE SKILLS. COMPETENZE TRASVERSALI PER LA VITA

Risorse per (ri)costruire una sana relazione con il cibo e il corpo

Quale ruolo possono giocare concretamente le life skills nella promozione di un rapporto sano ed equilibrato con il cibo e con sé stessi?

Consapevolezza di sé

La consapevolezza di sé può essere intesa a livello corporeo (capacità di riconoscere i segnali del corpo), emotivo (riconoscere le emozioni, saperle nominare) o cognitivo (conoscere i propri punti di forza, di fragilità, i propri desideri, bisogni, obiettivi, gusti).

  • Corporea: percepire e riconoscere i segnali di fame/sazietà, esperire ed apprezzare le diverse sensazioni (olfattive, gustative, tattili, uditive e visive) legate a un alimento, identificare l’effetto di diversi cibi sull’organismo;
  • Emotiva: percepire e saper nominare le emozioni che si provano prima e dopo aver mangiato, riconoscere come queste impattano sulle proprie scelte e comportamenti (cosa, quanto e come mangio?), identificare gli episodi di fame emotiva;
  • Cognitiva: essere consapevoli dei propri obiettivi e aspettative (per es: perdita di peso e vantaggi associati), dei propri valori (salute, accettazione sociale, stima di sé), dei pensieri e atteggiamenti legati al cibo e delle proprie abitudini alimentari.

Gestione delle emozioni

Capacità di riconoscere l’impatto delle emozioni sulle proprie azioni, la capacità di utilizzarle come strumento informativo utile a orientare comportamenti e scelte in maniera intenzionale, senza esserne sopraffatti o travolti.
La capacità di gestire le proprie emozioni consente di accettare e riconoscere legittimità ai propri vissuti emotivi, evitando di ricorrere al cibo per sospendere sensazioni percepite come insostenibili; aiuta a sviluppare strategie alternative più funzionali per “stare” con ciò che si prova e utilizzarlo per orientare le proprie scelte e comportamenti.

Gestione dello stress

Capacità di riconoscere i fattori di stress e il loro impatto sulla propria vita; è la capacità di modificare quindi il proprio stato intervenendo su di sé o sull’ambiente intorno a sé per ripristinare una condizione di benessere emotivo.
Una buona gestione dello stress consente di riconoscere la condizione stressante e di sentire come si esprime nel corpo e l’effetto che ha sul proprio comportamento (per es: mangiare per alleviare l’ansia o il nervosismo); imparare cosa provoca lo stress (per es: situazioni sociali, ritmi serrati di vita, etc.) e quali cose o situazioni consentono di ritrovare calma e rilassamento al di là del cibo (per es: una doccia calda, una passeggiata, parlare con un amico, etc.); riconoscere e modificare i pensieri o i comportamenti che suscitano malessere; modificare il proprio ambiente quando questo è possibile.

Empatia

Capacità di comprendere gli altri, di riconoscerne e condividerne le emozioni anche in situazioni non familiari.
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, comprendendo il loro vissuto emotivo senza farsene carico o esserne sopraffatti; riuscire a “stare” con il disagio e il malessere altrui senza cedere nel bisogno immediato di placarlo o evitarlo (per es: offrire un dolce a un bambino per consolarlo).

Comunicazione efficace

Capacità di sapersi esprimere in maniera chiara, autentica e coerente al contesto, di comunicare le proprie opinioni, desideri, bisogni senza sentirsi giudicati, riconoscendo ad esempio di avere ancora fame, di non gradire un alimento, di aver intrapreso un programma nutrizionale con un professionista, di avere specifiche esigenze di cui tenere conto quando si è ospiti o si è al ristorante; saper esprimere il bisogno di un consiglio o di un aiuto, attingendo alle risorse del proprio ambiente familiare o sociale.

Relazioni efficaci

Capacità di creare e mantenere relazioni significative, ma anche la capacità di interrompere rapporti nocivi o tossici, di affermare sé stessi nel proprio ruolo in maniera assertiva ovvero senza prevaricare né sottomettersi rispetto all’altro.
È la capacità di costruire e mantenere relazioni sane e positive, nelle quali sentirsi riconosciuti ed accettati per ciò che si è, che non suscitino pressioni o aspettative (per es: ideali estetici o di performance in ambito scolastico, lavorativo, sportivo, di coppia) né sottopongano a giudizi che possano condizionare l’idea di sé (per es: discriminazioni legate al peso e/o all’aspetto fisico).

Pensiero creativo

Capacità di esplorare le alternative a disposizione, di individuare nuove soluzioni ed idee in maniera flessibile e diversa dal solito per affrontare un problema o gestire un’emozione spiacevole, andando oltre le reazioni abituali che possono includere un ricorso automatico al cibo; lasciare libero spazio ai propri interessi e curiosità, riconoscendo e accettando la propria unicità senza soffrire il bisogno di adeguarsi a specifici canoni estetici o comportamentali; imparare a credere nella possibilità di un cambiamento, allenando la capacità di immaginarsi in maniera diversa da come ci si rappresenta (per es: pigro, indolente, inadeguato);

Pensiero critico

Capacità di analizzare informazioni o situazioni in modo oggettivo, di distinguere i fatti dai giudizi, di riconoscere i fattori che influenzano pensieri e comportamenti.
Riuscire a descrivere con obiettività le proprie abitudini alimentari, a valutare la quantità e qualità delle porzioni, a riconoscere i criteri che si adottano nel fare la spesa (per es: convenienza, preferenza di prodotti bio o light, abitudine, fame o gola); prendere coscienza delle proprie caratteristiche fisiche costituzionali; riconoscere l’impatto di pensieri ed emozioni sulla costruzione dell’immagine di sé, sapendo distinguere “ciò che si è” da “ciò che ci si sente”.

Prendere decisioni

Capacità di elaborare delle scelte in maniera costruttiva e intenzionale, valutando tra le diverse alternative possibili e tenendo conto delle rispettive conseguenze.
Saper tenere conto dei propri desideri, bisogni, valori come delle proprie emozioni per elaborare scelte che siano vissute come intenzionali e coerenti; riconoscere i pensieri o le sensazioni che influenzano le proprie decisioni su, ad esempio, cosa cucinare per cena, cosa ordinare al ristorante, ma anche rispetto a quale capo di abbigliamento indossare; affrontare le proprie scelte senza procrastinare o delegare a terzi.

Risolvere problemi (Problem solving)

Capacità di definire un problema (es. difficoltà nel calo ponderale), valutare eventuali problemi sottesi che lo determinano e mantengono (per es: difficoltà di aderenza al piano alimentare, scarsa motivazione o fiducia nelle proprie capacità, ambiente familiare o sociale giudicante); capacità di affrontare una difficoltà alla volta scegliendo un criterio d’ordine; individuare le possibili soluzioni, valutarne l’adeguatezza in base al contesto e ai diversi bisogni che esprime, saperle rendere operative, verificarne l’efficacia.

Competenti non si nasce, ma si diventa

Promuovere queste abilità è certamente un obiettivo trasversale a diversi programmi educativi e di insegnamento rivolti a bambini ed adolescenti e non solo. Accanto all’esistenza di iniziative così strutturate, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla di life skills come competenze che è possibile, pertanto opportuno, allenare con costanza, attraverso le proprie esperienze di vita, le relazioni e il confronto sociale.
La quotidianità offre innumerevoli occasioni per riflettere su se stessi, ascoltarsi, osservare e interrogare il proprio comportamento con curiosità. L’età adulta non regala incrollabili certezze, tuttavia induce al rischio di cristallizzare opinioni e atteggiamenti in un sommario “sono fatto così” o “ho sempre fatto così” che lascia poco spiraglio al cambiamento.
Riaprire un margine di fiducia provando a mettersi in discussione può significare regalarsi scenari inaspettati di crescita. Forse questa può essere una nuova forma della cura di sé: concedersi ancora una possibilità per (ri)nascere.

References

 

* La d.ssa Stefania Comai è psicologa dello sviluppo e dell’educazione con un Master in Psicobiologia della nutrizione e del comportamento alimentare (Università di Tor Vergata, Campus Bio-Medico di Roma). Ha conseguito una seconda laura specialistica in Filosofia morale e bioetica presso l’Università degli Studi di Bologna. Si è formata nell’ambito dell’intervento psicologico in diabetologia e in chirurgia bariatrica. Ha intrapreso la specializzazione in psicoterapia ad indirizzo Familiare Relazionale presso l’Istituto di Terapia Familiare di Bologna. Segue inoltre il percorso di promotore delle life skills presso l’Associazione Life Skills Italia. Esercita la libera professione a Bologna.
Per maggiori informazioni: https://www.stefaniacomai.com/

Vittoria Majocchi

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Vittoria Majocchi

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