Con la consulenza della Dr.ssa Chiara Gallo Stampino, obesiologa*
Nella donna l’incidenza di obesità è di per sé maggiore che nell’uomo, e questo divario aumenta con l’aumentare dell’età.
La maggiore incidenza nel sesso femminile affonda probabilmente le radici nella variabilità ormonale e metabolica tipica della donna rispetto all’uomo ma è anche determinata da una maggiore pericolosità del grasso femminile e della sua differente distribuzione nei vari momenti della vita (pubertà, gravidanza, menopausa).
Diversi studi hanno documentato come le donne con obesità manifestino più spesso irregolarità mestruali e infertilità, abbiano un maggior rischio di tumore (soprattutto a carico dell’utero e della mammella) e siano soggette con maggiore incidenza a malattie cardiovascolari, in particolare dopo la menopausa.
Si pensa che per motivi evolutivi di mantenimento della specie, le donne abbiano una maggiore capacità rispetto all’uomo di conservare il grasso corporeo consentendo una superiore riserva calorica per poter affrontare eventi impegnativi come la gravidanza e l’allattamento. Per questo il consumo energetico femminile è minore rispetto a quello maschile. E questa riduzione della spesa energetica si fa più evidente con il progredire dell’età.
Durante la menopausa (intesa come l’ultimo periodo di 12 mesi dopo l’ultima mestruazione che segna la fine dei cicli mestruali) e la post-menopausa si assiste nel sesso femminile a un aumento dei casi di soprappeso e di obesità. I motivi e le cause di questa tendenza non sono stati ancora chiariti. Molte ipotesi sono state avanzate dagli esperti e dai ricercatori: modificazioni ormonali in particolare a carico degli ormoni sessuali (caduta degli estrogeni), alterazioni della funzione tiroidea, insorgenza di insulino-resistenza, rallentamento del metabolismo insieme a un’alimentazione troppo ricca di calorie in rapporto allo stile di vita sedentaria, e altre potenziali cause.
Gli ormoni sessuali influenzano fortemente la distribuzione corporea del grasso nelle donne e negli uomini e la differenziazione degli adipociti, le cellule del tessuto adiposo che negli ultimi anni è stato scoperto essere un tessuto endocrino attivo e non un tessuto passivo con funzioni di semplice immagazzinamento di grasso, come si pensava in passato.
L’incremento di peso legato alla menopausa è ancora più insidioso per la salute generale della donna in particolare per la diversa distribuzione che il grasso tende ad assumere in questo periodo. Il grasso femminile infatti, in carenza di estrogeni, si accumula a livello addominale (grasso viscerale) con una distribuzione più simile a quella tipica dell’uomo (“androgenica”) e diversa da quella “estrogenica” caratteristica della donna in età fertile che predilige fianchi e cosce (grasso sottocutaneo).
Secondo i dati di uno studio svedese di qualche anno fa, svolto su un campione di oltre 1300 donne di età compresa tra i 39 e i 66 anni, ci sarebbe, dopo la menopausa, un aumento della circonferenza della vita di circa 0,7 cm per anno.
La nuova distribuzione, oltre a essere poco estetica, è soprattutto più pericolosa per le donne in post-menopausa in quanto correlata a un maggior rischio di complicanze metaboliche (diabete tipo 2, alterazioni dei livelli di lipidi (dislipidemie) e colesterolo (ipercolesterolemia) nel sangue, sindrome metabolica) e cardiovascolari (infarto, ipertensione arteriosa etc) da cui le donne sono relativamente protette in età fertile, grazie alla produzione degli ormoni estrogeni.
Tuttavia, i meccanismi precisi che correlano la caduta di questi ormoni con la maggiore incidenza di obesità nelle donne in menopausa/post-menopausa è ancora in fase di studio.
La paura di ingrassare è una delle preoccupazioni di tutte le donne che si avvicinano alla menopausa. Questa tendenza si può contrastare con un reale cambiamento dello stile di vita: un’alimentazione più equilibrata e leggera, per esempio secondo il modello della dieta mediterranea, un minor apporto calorico (considerando che dopo la menopausa il metabolismo femminile rallenta di almeno il 30%) associata a uno stile di vita più attivo ed eventualmente a trattamenti specifici personalizzati indicati dal proprio medico o dallo specialista. Sebbene siano state proposte diverse soluzioni farmacologiche per la riduzione del peso corporeo, un’adeguata modifica del proprio stile di vita, con l’aiuto di una dieta mediterranea ipocalorica e di un attività fisica moderata e costante sono elementi davvero indispensabili per raggiungere risultati evidenti e stabili nel tempo.
La dieta mediterranea è un modello di dieta salutare caratterizzato da un adeguato consumo di vegetali, frutta, cereali e legumi con una riduzione dei grassi saturi di origine animale in favore dei grassi insaturi presenti nei vegetali e un alto consumo di composti bioattivi inclusi polifenoli e acidi grassi omega 3 con spiccate proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Grazie alla sua palatabilità e alla sostenibilità a lungo termine, la dieta mediterranea, soprattutto se ipocalorica e associata a un’attività fisica regolare e moderata, ha dimostrato effetti benefici in termini di perdita di peso nei soggetti con obesità e nelle donne con obesità correlata alla menopausa. Maggiore è l’aderenza in menopausa a un modello di dieta mediterranea, minore è il rischio di sovrappeso/obesità, migliore il profilo cardiometabolico e della sintomatologia tipica del climaterio.
* La Dr.ssa Chiara Gallo Stampino, svolge un’attività di collaborazione con l’equipe specialistica di chirurgia bariatrica dell’INCO, Istituto Nazionale di Cura dell’Obesità al Policlinico San Donato a San Donato Milanese (Milano), e all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano, in veste di medico dietologo, in particolare affiancando gli altri professionisti dell’equipe nelle visite di idoneità agli interventi bariatrici e nei successivi follow up post intervento. Svolge inoltre attività di consulenza dietologica presso diversi poliambulatori.
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