Una serie di indicazioni su come tenere sotto controllo il diabete di tipo 2 arrivano dall’American Diabetes Association e dall’American College of Sports Medicine: esercizio fisico contro il diabete regolarmente, suddiviso nella giornata e definito insieme al medico che lo deve calibrare in base alle condizioni del paziente e dei suoi esami clinici; inoltre, al blando esercizio costituito dalla solita passeggiata bisogna affiancare, se le condizioni generali lo consentono, l’attività aerobica, perché i risultati migliori si ottengono dalla combinazione delle due attività fisiche.
In questo modo cala la pressione arteriosa, sale il colesterolo Hdl, quello ‘buono’ e scende il colesterolo Ldl, quello che favorisce l’aterosclerosi, e migliora la sensibilità all’insulina, tamponando così l’eccesso di glicemia.
Le terapie devono essere personalizzate per evitare che alcuni farmaci possano causare ipoglicemie o aumenti di peso e, come spiega il docente di Malattie Metaboliche dell’Università di Pisa, Stefano Del Prato: «Per evitare queste conseguenze, oltre a controllare la glicemia, in alcuni casi si possono impiegare sostanze che riescono ad agire su altri meccanismi rispetto ai classici medicinali, peraltro in uso da molti anni. Basti pensare che la metformina viene da un vegetale impiegato nel Medioevo per la cura del veleno dei serpenti. Oggi ci sono farmaci, come per esempio il saxagliptin, che consentono di evitare la perdita di enzimi, utili per agevolare l’attività del pancreas, che purtroppo nel diabetico si riducono. In futuro si punterà ad agire direttamente sul rene, facendo in modo che questo elimini il glucosio in eccesso nel sangue e quindi offra un nuovo meccanismo per attaccare la malattia».
Secondo uno studio del Centro Universitario Ricerca Interdipartimentale Attività Motoria dell’Università di Perugia, di cui è direttore Pierpaolo De Feo, si può risparmiare il 10% della spesa in farmaci per il controllo del diabete e della pressione, migliorando lo stato di salute generale delle persone con diabete, grazie al calo di massa grassa e della pressione consentito da un’attività fisica personalizzata. Il costo delle cure per i diabetici è infatti rilevante e continua a salire: dai cinque miliardi di euro del 1998 ai previsti 10 miliardi e oltre del 2011; Carlo B. Giorda, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi spiega: «È evidente che il diabete rappresenta oggi una vera epidemia, che va affrontata sotto tutti gli aspetti».
Fonte:
17 settembre 2011 , Il Secolo XIX