Presentato al primo congresso nazionale SIPMeL (Società Italiana Di Patologia Clinica E Medicina Di Laboratorio) a Roma, il documento delinea raccomandazioni per screening e diagnosi precoce. Importante riconoscimento per Cologuard, il test basato sulla tecnologia del DNA, recentemente introdotto in Italia.
“Il tumore del colon retto – prosegue – è una delle neoplasie più importanti tanto nell’uomo quanto nella donna, rappresentando uno dei quattro principali tumori nel nostro Paese, con oltre 50.000 diagnosi ogni anno. Possiamo dire che l’incidenza è notevolmente diminuita negli ultimi anni e la mortalità è calata di quasi il 35% negli ultimi 25. Ciò grazie all’applicazione, in termini di medicina preventiva, di strumenti diagnostici e chirurgici esplorativi – come nell’endoscopia – capaci di fare diagnosi molto precoce e di intervenire ambulatorialmente sulle lesioni iniziali, adenomi e polipi, evitando la trasformazione neoplastica.” ha spiegato Bruno Biasioli, Presidente nazionale SIPMeL.
“Le linee guida SIPMeL sul tumore del colon retto costituiscono un documento che delinea raccomandazioni per lo screening e la diagnosi precoce e indicazioni sul ruolo dei marcatori sierologici quali fattori predittivi e prognostici nel follow up e nel monitoraggio del successo terapeutico.” – ha aggiunto Biasioli.
In tutto ciò, un ruolo di primaria importanza è rivestito dallo screening sulla popolazione che si attua in Italia a partire dai 50 anni, attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci (test FOBT) che, secondo le raccomandazioni SIPMeL, dovrebbe essere effettuato annualmente, possibilmente su tre campioni, riservando la colonscopia alle sole persone a rischio elevato.
Importante novità, nelle nuove linee guida, è anche il riconoscimento del ruolo delle tecniche di indagine molecolare che consentono di analizzare alterazioni a danno di geni coinvolti nel meccanismo tumorale. “In particolare Cologuard è l’ultimo presidio diagnostico che utilizza l’analisi del DNA fecale come strumento ad alta sensibilità e specificità per il riconoscimento delle microlesioni neoplastiche”, sottolinea il documento.
Cologuard, da poco introdotto in Italia, dopo il lancio negli USA in cui le linee guida dell’American Cancer Society lo raccomandano come alternativa alla ricerca del sangue occulto nelle feci, e in Gran Bretagna, è un esame semplice, non invasivo, con una sensibilità del 92% per il cancro del colon-retto, vicina a quella della colonscopia. Cologuard è stato testato in un ampio studio condotto in Stati Uniti e Canada su 10.000 persone, pubblicato ad aprile 2014 sull’autorevole New England Journal of Medicine1.
Nell’attesa di studi sulla popolazione generale, che ne confermino ulteriormente il valore in modo da ipotizzarne anche in Italia un impiego quale test di screening, le linee guida SIPMeL suggeriscono che “in funzione degli studi effettuati e alla luce dell’ampia casistica applicata (nello studio americano, NdR), il Cologuard potrebbe inserirsi come test di conferma per la positività FOBT e indicativo in caso di positività per l’indagine endoscopica.” In altre parole, dicono gli esperti, potrebbe essere impiegato per confermare un eventuale test per la ricerca del sangue occulto nelle feci risultato positivo, prima di ricorrere alla colonscopia, quest’ultima da effettuarsi solo qualora anche Cologuard risultasse positivo.
“Questo innovativo test permette l’analisi del DNA fecale combinata a quella di marcatori ematici (emoglobina) normalmente inclusi nel test per la ricerca del sangue occulto nelle feci – spiega Stefano Martinotti, Direttore del Dipartimento di Medicina Predittiva e Patologia Molecolare, Ospedale Clinicizzato S. Maria Annunziata di Chieti. “Rappresenta una possibilità diagnostica concreta – aggiunge – speriamo che possa essere presto disponibile anche in Abruzzo.”
Cologuard è attualmente disponibile in Campania e Veneto e lo sarà presto in Lombardia e Lazio. Le previsioni sono di una copertura di tutta l’Italia entro il 2016.
Fonti
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