Il tessuto adiposo o massa grassa non è un tessuto metabolicamente inattivo come si pensava fino a pochi anni fa. È dotato di propri vasi, nervi e cellule immunitarie: costituisce il maggior organo endocrino, ampiamente distribuito in molte parti del corpo. È formato da tessuto adiposo bianco (white adipose tissue o WAT) e tessuto adiposo bruno (brown adipose tissue o BAT). WAT e BAT sono caratterizzati da differenti localizzazioni anatomiche, struttura e forma, funzioni e regolazioni. Entrambi sono coinvolti nel bilancio energetico del nostro organismo ma con funzioni antitetiche. Il tessuto adiposo bianco, oltre a essere coinvolto nel deposito e nella mobilizzazione dell’energia sotto forma di trigliceridi viene oggi considerato una vera e propria sorgente di ormoni, tra cui leptina e adiponectina ma anche fattori di crescita ed enzimi. Il tessuto adiposo bruno ha la funzione opposta, ovvero brucia le calorie: è specializzato nel dissipare energia come calore durante la termogenesi indotta dal freddo o da una dieta ipercalorica ma le sue funzioni sono ancora ampiamente in studio.
Il tessuto adiposo bianco (anche se il colore è giallognolo, grazie alla presenza di carotenoidi) è il tessuto grasso più diffuso nel nostro organismo. In questo tessuto, le cellule (cellule adipose o adipociti), sono di grande dimensione (diametro 25-100 micron) e di forma sferica perché la maggior parte del volume cellulare è occupato da un’unica goccia oleosa (liposoma, uniloculare) mentre il nucleo è sospinto alla periferia insieme allo scarso citoplasma.
La cellula adiposa (adipocita) può accrescere le proprie dimensioni accumulando l’energia in eccesso sotto forma di trigliceridi (grassi di accumulo) all’interno della goccia di grasso. Al contrario, durante un digiuno prolungato, i trigliceridi vengono prelevati dal liposoma e l’adipocita svuotato assume un aspetto fusiforme. Queste condizioni sono entrambe reversibili.
Le principali funzioni del tessuto adiposo bianco sono:
Il tessuto adiposo bruno è costituito da cellule adipose più scure e di dimensioni più piccole rispetto al tessuto adiposo bianco, localizzate a maggior profondità rispetto a quelle bianche (vedi immagine del top); le cellule del tessuto adiposo bruno sono molto ricche di mitocondri (piccoli organelli che stanno dentro alle cellule e sono deputati alla produzione di energia) e di sostanze chiamate citocromi che danno il colore bruno alle cellule. Il tessuto bruno ha la funzione principale di produrre calore e quindi dissipare l’energia, consumare le calorie. É un tessuto ancora poco noto, che i ricercatori stanno studiando.
Il tessuto adiposo bruno è presente in piccole quantità nel neonato, soprattutto nella zona delle ascelle e tra le scapole. Con lo sviluppo, la maggior parte di questo tessuto si trasforma in tessuto adiposo bianco; infatti nell’uomo/donna adulti sono presenti solo delle piccole isole di adipociti bruni sparsi tra i numerosi adipociti bianchi. Le relative percentuali dei due tessuti variano in base alla localizzazione.
Di recente, accanto a questi due classici tipi di tessuto adiposo, è stato identificato un terzo tipo: il tessuto adiposo beige che possiede una miscela di caratteristiche dell’uno e dell’altro tessuto.
A differenza di quelli bianchi, gli adipociti bruni sono cellule multiloculari ovvero non contengono un’unica grossa massa adiposa (cellula uniloculare) all’interno di ciascuna cellula ma tante piccole gocce di trigliceridi (vacuoli lipidici). Ma le differenze non sono solo di forma ma anche di funzione.
Mentre il tessuto adiposo bianco metabolizza i propri trigliceridi sulla base delle richieste di energia dell’organismo, il tessuto adiposo bruno mobilita i trigliceridi quando si abbassa la temperatura del corpo e quando eccediamo con l’introito di calorie con la dieta (dieta ipercalorica). In queste condizioni, il tessuto adiposo bruno si attiva, brucia i trigliceridi sviluppando energia che viene dissipata come calore (termogenesi adattativa o senza brivido). In teoria, questo meccanismo basato sulla dispersione del surplus di calorie sotto forma di calore – che avviene grazie all’abbondante presenza nel grasso bruno di proteine chiamate UPC-1 o termogenine – dovrebbe garantire la stabilità del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi a tavola. Una sorta di effetto preventivo fisiologico sullo sviluppo dell’obesità.
Gli studi più recenti hanno documentato che il tessuto adiposo bianco è in grado di convertirsi in tessuto adiposo bruno in base alle necessità (fenomeno chiamato “browning”). Quest’ultimo, infatti, non è numericamente costante ma si allarga, si espande o si restringe al bisogno. La convivenza dei due tipi di adipociti è in antitesi: gli adipociti bianchi accumulano i grassi, quelli bruni li bruciano. Si tratta di scoperte molto recenti che potrebbero favorire lo sviluppo futuro di nuovi trattamenti per l’obesità e per il diabete di tipo 2, modulando la percentuale di adipociti bruni. Capire i processi biologici che controllano l’attività e la differenziazione degli adipociti bruni potrebbe aprire in futuro nuove strategie di trattamento per aumentare il consumo energetico e contrastare lo sviluppo dell’obesità in soggetti predisposti. La ridotta presenza di adipociti bruni in una persona adulta sembra essere uno dei numerosi meccanismi patogenetici che sono alla base dello sviluppo di obesità.
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