Per la cura del paziente affetto da obesità grave, considerata la complessità della malattia e delle possibili complicanze associate, è necessario un lavoro di squadra che garantisca un approccio multidisciplinare: la cooperazione tra chirurgo, endocrinologo, nutrizionista e psicologo assicura un più rapido miglioramento delle condizioni di salute.
Questo tema è stato al centro del workshop “It’s time to act on Obesity” che si è tenuto a Roma lunedì 26 settembre all’Auditorium Parco della Musica, organizzato nell’ambito del Congresso Congiunto delle Società Scientifiche Italiane di Chirurgia. #ètempodiagire
Nel corso della giornata i vari esperti coinvolti hanno più volte evidenziato l’importanza nel garantire un approccio multidisciplinare nella presa in carico e nell’individuazione della terapia più indicata per ciascuna persona con obesità. La cooperazione tra le principali figure professionali coinvolte nel processo di cura, come il chirurgo, l’endocrinologo, il nutrizionista e lo psicologo, assicura un più rapido miglioramento delle condizioni di salute e consente di seguire il paziente per tutto il percorso di cura.
Uno spirito di collaborazione che ha animato lo stesso Workshop “It’s time to act on Obesity”, a cui hanno partecipato specialisti che operano in settori diversi (es. endocrinologia, chirurgia metabolica, chirurgia generale, chirurgia bariatrica etc) a conferma di come in Italia si stia diffondendo la consapevolezza dell’importanza dell’approccio multidisciplinare per la somministrazione di un corretto approccio terapeutico.
“L’obesità rappresenta un grande problema non solo per i suoi numeri e gli enormi costi socio-sanitari ma anche e soprattutto per il fatto che su questa malattia persistano tutt’ora idee tanto inesatte quanto diffuse che impediscono lo sviluppo e l’utilizzo di metodi di prevenzione e cura realmente efficaci”, ha affermato il Prof. Francesco Rubino, Direttore della Cattedra di Chirurgia Metabolica e Bariatrica al King’s College di Londra. “Infatti, nonostante le attuali conoscenze scientifiche mostrino chiaramente che il peso corporeo è regolato da un complesso meccanismo biologico solo in piccolissima parte modificabile attraverso la volontà dell’individuo, l’idea di obesità rimane ancorata al concetto semplicistico e datato che si tratti di un problema causato da eccessiva alimentazione e vita sedentaria. Questi sono certamente fattori di rischio, ma non le cause accertate di questa malattia. Si fa inoltre spesso confusione fra la condizione di semplice sovrappeso, potenzialmente ancora rimediabile con dieta e esercizio fisico, e l’obesità severa o associata a sindrome metabolica, condizioni queste ultime di vera e propria malattia che necessita di cure tempestive ed efficaci, inclusa la chirurgia. Nessuno si sognerebbe di dire che basta smettere di fumare per curare il cancro, o che una parola di incoraggiamento basti a risolvere una depressione severa. L’obesità è quindi un problema tanto grave quanto frainteso. Bisogna sgombrare il campo da idee sbagliate e troppo semplicistiche e lasciare che siano invece le conoscenze scientifiche, non i preconcetti, a guidare le azioni di chi deve trovare una soluzione al problema a livello medico, sociale e politico”.
L’intervento chirurgico, oltre a rappresentare un vantaggio per la salute delle persone affette da peso eccessivo, può rivelarsi un beneficio anche per il Sistema Sanitario Nazionale. Nel corso del workshop “It’s Time to Act on Obesity”, infatti, sono stati presentati alcuni dati dell’European Association for the Study of Obesity (EASO), secondo cui, attualmente, il costo annuale dell’obesità in Italia si aggira intorno ai 9 miliardi di euro, a dispetto del perdurante regime di controllo della spesa che impegna il Paese.
“L’individuazione e la possibilità di accedere a un percorso di cura con il supporto di un team multidisciplinare è una condizione necessaria per ridurre, da un lato, i costi economici correlati alla patologia e, dall’altro, diminuire quelli sociali che gravano sulla quotidianità dei pazienti che soffrono di questa malattia”.
A conclusione della sessione di lavoro, gli esperti hanno convenuto dunque nell’indicare la chirurgia bariatrica quale terapia d’elezione per ridurre sia i costi diretti correlati all’obesità (sanitari e non sanitari, legati alle cure mediche per il trattamento della patologia e delle malattie a essa associate) sia quelli indiretti (come la perdita di produttività dovuta all’assenteismo) e intangibili (ad esempio i disagi psicologici, le opportunità perdute e la scarsa qualità della vita).
Trailer dell’intervento di Marina Biglia, Presidente di Amici Obesi Onlus
Al Worshop “It’s time to act on Obesity”
www.facebook.com/marina.biglia/videos
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