La rivista Jama Surgery ha recentemente pubblicato una revisione sistematica della letteratura relativa agli esiti degli interventi di chirurgia bariatrica, nella quale si evidenzia la sua complessiva efficacia, nonostante i rilevanti rischi di complicanze, di reintevento e perfino, in misura minore rispetto a quanto si riteneva finora, di morte.
L’analisi dei dati ha rivelato un tasso di mortalità dello 0,08% a 30 giorni, che sale allo 0,31% oltre i 30 giorni, e una riduzione dell’Imc (Indice di Massa Corporea) fra 12 e 17 a cinque anni; il tasso di complicanze è risultato del 17% e quello di reintervento del 7%.
La ricercatrice Su-Hsin Chang, dell’équipe di specialisti del Dipartimento di Chirurgia della Washington School of Medicine di St Louis, che hanno condotto lo studio, spiega: «La chirurgia bariatrica fornisce benefici sostanziali e duraturi quanto a perdita di peso, e nella maggior parte dei pazienti migliora le comorbidità attribuibili all’obesità, anche se esistono rischi di complicazioni, reintervento e morte. I tassi di mortalità, però, erano più bassi di quelli riportati in metanalisi precedenti. Il bypass gastrico era più efficace nella riduzione del peso ma associato a un maggior numero di complicazioni; il bendaggio gastrico regolabile aveva tassi di mortalità e tassi di complicanze più bassi, ma il tasso di reinterventi era più alto, e la perdita di peso meno marcata rispetto al bypass gastrico. La gastrectomia verticale, o manicotto gastrico, è apparsa più efficace quanto a perdita di peso, rispetto al bendaggio, e paragonabile al bypass».
I dati elaborati dai ricercatori statunitensi riguardavano oltre 160mila (161.756) pazienti di 45 anni di età media, e gravemente obesi, cioè con un Imc intorno a 46; la metanalisi è stata effettuata su 164 studi pubblicati fra il 2003 e il 2012 (37 clinical trials randomizzati e 127 studi osservazionali).
Fonte
Su-Hsin Chang et al – The Effectiveness and Risks of Bariatric Surgery.
An Updated Systematic Review and Meta-analysis, 2003-2012