Intervento del prof. Gianluca Aimaretti, Direttore della SCDU* di Endocrinologia, AOU Maggiore della Carità, Novara
* Struttura Complessa a Direzione Universitaria

 

È possibile un approccio chirurgico per curare il diabete mellito di tipo 2 nel soggetto con obesità? È argomento di grande attualità sui giornali e se ne discute da tempo ai congressi più prestigiosi. Sicuramente la chirurgia bariatrica – ovvero quella chirurgia metabolica che è in grado di ridurre notevolmente il peso del paziente – può essere un approccio valido in pazienti selezionati con diabete di tipo 2 se anche obesi e circa l’80% dei pazienti con DT2 sono anche obesi (si parla in questi casi di diabesità).

 

La chirurgia bariatrica, se fatta da mani esperte, è un approccio molto affidabile, come documentato da una vastissima letteratura scientifica raccolta negli ultimi anni a livello internazionale; è un approccio che apporta molto benefici in conseguenza al consistente calo di peso, uno fra tutti la riduzione delle terapie anche ipoglicemizzanti.

 

 

Nel nostro Centro dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara esiste un gruppo di lavoro di chirurgia bariatrica che ha tutte le expertise necessarie, da quelle chirurgiche a quelle nutrizionali e psicologico-psichiatrico e anche endocrinologiche. L’endocrinologo/diabetologo in questo gruppo centra moltissimo da una parte perché può indirizzare i pazienti con diabesità all’Ambulatorio di Chirurgia Bariatrica se candidabili ad un intervento chirurgico e dall’altra perché segue i pazienti con diabete tipo 2 sottoposti ad intervento prima, durante e per tutto il follow-up postchirurgico, garantendone il buon compenso metabolico.

 

Nei prossimi anni, aumenterà sicuramente il numero di pazienti obesi con diabete di tipo 2 che si curerà attraverso la chirurgia bariatrica. Questo approccio diventerà a nostro avviso indispensabile. Non sappiamo se sarà una cura definitiva, probabilmente no ma di sicuro sarà una cura che – permettendo un calo ponderale massiccio potrà consentire al paziente con DT2 di sottoporsi a terapie molto più semplici magari anche solo la dieta e l’esercizio fisico piuttosto che le pluriterapie che molti soggetti devono seguire, soprattutto se anziani.

Vittoria Majocchi

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Vittoria Majocchi

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