Chi è il case manager? Quale il suo ruolo? Quando viene a contatto con un paziente che sta per affrontare un percorso di chirurgia bariatrica? L’abbiamo chiesto a Rossella Cassera**, “case manager” dell’Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica diretta dal Dott. Pierpaolo Cutolo del Policlinico San Pietro degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, sito a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo.
Parliamo di obesità: i pazienti che approdano alla chirurgia bariatrica sono pazienti ampiamente studiati e valutati sotto vari aspetti, devono essere ben motivati, informati e psicologicamente orientati prima di poter affrontare un percorso bariatrico.
“La cura dell’obesità – afferma Rossella Cassera – si articola all’interno di un lavoro multidisciplinare che vede coinvolti diversi specialisti, con diverse competenze, tra cui: il chirurgo bariatrico, lo psicologo, il nutrizionista, l’endocrinologo, il gastroenterologo e anche l’anestesista, o altri specialisti coinvolti di volta in volta in base alle necessità. Ognuno di questi professionisti lavora coadiuvato da personale infermieristico, tutti insieme mettono il paziente al centro e collaborano fra loro per offrire il miglior trattamento possibile, agendo sia sull’aspetto motivazionale che terapeutico.
“La figura dell’infermiere con competenza specifica per l’assistenza del paziente con grande obesità che affronta un percorso di chirurgia bariatrica è prevalente – sottolinea Rossella Cassera – e durante il ricovero ospedaliero diventa ancor più significativa. Il team di infermieri del nostro Centro del Policlinico San Pietro è composto da personale formato per trattare nella sua integralità questo tipo di paziente così fragile, sia dal punto di vista fisico che emotivo. Il team di infermieri è guidato dalla case manager, che è una figura infermieristica, e che risulta essere il riferimento di tutto il personale infermieristico, di tutti i medici ma soprattutto del malato stesso, infatti è lei che lo accoglie all’arrivo in reparto e studia un piano assistenziale personalizzato.
Una volta che il paziente è giudicato candidabile alla chirurgia bariatrica, dopo le visite iniziali, si procede all’intervento vero e proprio e quindi all’esecuzione di quelle indagini pre-operatorie necessarie, tra cui: esami del sangue, elettrocardiogramma, una valutazione anestesiologica e se dovesse essere necessaria anche una valutazione da parte del cardiologo e dello pneumologo.
Non viene richiesto il green pass, né la vaccinazione: per accedere al reparto è necessario un tampone molecolare che viene effettuato 24/48 ore prima del ricovero presso la nostra struttura in fase di esami pre operatori.
A questo punto il paziente accede al reparto, il giorno del ricovero nella maggior parte dei casi coincide anche con quello dell’intervento stesso e generalmente il ricovero è molto breve, questo per permettere al paziente un miglior recupero dopo l’intervento, con lo scopo di un ritorno precoce e più sicuro alle proprie attività quotidiane.
Durante l’accettazione di routine, l’infermiera oltre a verificare la presenza in cartella di tutte le indagini pre-operatorie e anche del consenso informato, si mette a disposizione del paziente per eventuali dubbi o paure che potrebbero sorgere lungo il percorso. A questo punto si può rendere anche necessario un ulteriore colloquio con il chirurgo, prima del trasporto in sala operatoria, per chiarire ogni possibile perplessità.
Una volta che il paziente rientra in reparto, dopo l’intervento di chirurgia bariatrica/metabolica, l’infermiera deve monitorarlo costantemente attraverso il controllo dei parametri vitali. Nella nostra unità operativa di chirurgia bariatrica del Policlinico Ponte San Pietro, abbiamo a disposizione un sistema di monitoraggio telemetrico continuo della pressione, saturazione e frequenza, questo ci permette anche di essere più tranquilli, di lavorare più in sicurezza, sia noi operatori ma soprattutto il paziente stesso.
Fondamentale sarà la mobilitazione precoce che generalmente avviene già un’ora dopo l’uscita dalla sala operatoria, mantenere le compressioni agli arti inferiori e iniziare subito una ginnastica respiratoria con incentivatore. Tutto questo per evitare complicanze tromboemboliche o complicanze polmonari che ritarderebbero inevitabilmente la dimissione. Anche in questo caso è fondamentale che il paziente collabori, quindi è importante che l’infermiera lo istruisca, lo informi e lo stimoli continuamente. Più si instaura un rapporto di fiducia tra il paziente e l’infermiere meglio è perché il paziente tende a collaborare di più, in tutte le fasi del percorso.
Dopo i controlli che vengono eseguiti il giorno successivo l’intervento chirurgico, se sono risultati negativi, si programma la dimissione che avverrà durante la seconda giornata post-operatoria. A questo punto la nutrizionista interverrà per educare il paziente su quella che sarà la sua dieta dopo la dimissione e consegnerà tutte le informazioni necessarie sulle integrazioni alimentari e vitaminiche di cui avrà bisogno a domicilio, sulla base delle necessità individuali e del tipo di intervento eseguito.
Prima della dimissione, al paziente viene dato un appuntamento per il primo controllo che di regola è fissato dopo un mese dall’intervento chirurgico e successivamente verranno pianificati tutti gli altri appuntamenti per i controlli nel tempo a scadenze regolari: 1 mese, 6 mesi, 12 mesi e poi 1 volta all’anno per sempre. Logicamente se ci fossero delle problematiche, questi controlli saranno più ravvicinati e comunque sempre sulla base delle singole necessità. Il team rimane sempre a disposizione e rappresenta spesso un punto di riferimento per il paziente.
È fondamentale far capire al paziente che un intervento tecnicamente eseguito in modo corretto, ma non seguito nel tempo dai controlli periodici e dalle raccomandazioni ricevute può dare dei risultati meno efficaci e può portare all’aumento dell’incidenza delle complicanze che possono essere chirurgiche, internistiche o nutrizionali, oppure anche all’aumento degli insuccessi e quindi alla ripresa del peso oppure a uno scarso calo ponderale. Quindi, maggiore sarà l’adesione del paziente ai controlli del follow up, maggiore sarà il successo di tutto il suo percorso in termini sia di salute che di qualità di vita. Il solo intervento chirurgico non è una bacchetta magica: il paziente ci deve mettere molto impegno e determinazione per rinascere e riprendere in mano la propria vita. Una vita su misura, non una vita a metà.
** Rossella Cassera, “case manager” dell’Unità Operativa di Chirurgia Bariatrica diretta dal Dott. Pierpaolo Cutolo del Policlinico San Pietro degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, sito a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. Per chi volesse contattarla è possibile scrivere alla seguente email: chirurgiaobesita.psp@grupposandonato.it
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