Si parla di grande obesità od obesità patologica quando l’eccesso di peso mette a rischio la vita della persona obesa; si tratta di una malattia cronica multifattoriale perché provocata da più fattori, genetici ed ambientali. Essa è classificata con un Indice di Massa Corporea (IMC) pari o superiore a 40 kg/m2 in assenza di comorbilità o pari/superiore a 35 kg/m2 quando all’obesità si associa un’altra patologia cronica: per es. diabete, ipertensione, dislipidemia, OSAS ecc.
L’obesità patologica è associata a molte malattie croniche e debilitanti (co-morbilità) e potenzialmente fatali che condizionano la salute e la qualità della vita e abbreviano, nel contempo, le aspettative di sopravvivenza media (la mortalità è fino a 11 volte maggiore). E’ facile capire come organi che dovrebbero far funzionare un organismo di 60-70 kg abbiano difficoltà e si “ consumino” molto più facilmente se devono gestire le necessità di un organismo ben più impegnativo di 100-140 kg o più.
L’obesità è una malattia cronica che evolve gradualmente. Nei primi stadi l’obesità può rendere problematica la deambulazione e causare mal di schiena, dolori articolari alle ginocchia e alle anche, astenia, difficoltà respiratorie per il peso che il grasso esercita sui polmoni, malattie cutanee, vene varicose e insufficienza venosa per la compressione delle vene addominali. Se non trattata, l’obesità tende a peggiorare. Quando diventa obesità patologica può causare malattie potenzialmente fatali quali il diabete di tipo 2, pressione arteriosa alta (ipertensione arteriosa), sindrome metabolica, epatopatie (steatosi, cirrosi), alcune forme di tumore (per es i tumori estrogeno-dipendenti a carico di colon-retto, utero, mammella, ovaio, prostata), aumento dei livelli alti di colesterolo e di trigliceridi nel sangue (ipercolesterolemie, ipertrigliceridemie, dislipidemie), apnea da sonno, sindrome dell’ovaio policistico della donna, complicazioni durante la gravidanza, maggiore rischio di aborto spontaneo e altri.
Fonte: Linee Guida S.I.C.OB., settembre 2016
Il cuore di una persona obesa è costretto a un surplus di lavoro. E’ ormai ampiamente accertato che l’obesità patologica è un importante fattore predittivo della malattia cardiovascolare (insufficienza cardiaca, infarto, etc) e cerebrovascolare (ictus cerebrale etc) e che mantenere costante il peso corporeo può ridurre anche in modo considerevole l’incidenza di malattia coronarica ischemica.
Ultime ma non meno importanti sono tutte le conseguenze psicologiche che l’obesità porta con sé: alterazione della propria immagine, disistima, difficoltà di relazionarsi, depressione, progressiva tendenza all’isolamento etc.
Tutti questi effetti (co-morbilità) dell’obesità patologica sono reversibili e possono notevolmente migliorare se non risolversi con la normalizzazione del peso corporeo, da mantenersi nel tempo. Viceversa, se l’obesità persiste, le patologie associate peggiorano.
Alcuni studi hanno mostrato che allorché l’obesità patologica guadagna terreno, il solo trattamento mediante dieta, attività fisica e farmaci ha scarse probabilità di determinare una perdita di peso significativa e prolungata nel tempo.
Una volta diagnosticata l’obesità patologica, il solo modo per trattare realisticamente i sintomi in atto e prevenire l’esordio di nuovi sintomi è ottenere una duratura perdita di peso. Appena si riacquista peso, la comorbilità si ripresenta.
Fonti
– S.I.C.OB – Linee Guida Chirurgia dell’Obesità Edizione 2016
– Gentile MG – L’obesità. Conoscerla per prevenirla e curarla. Mattioli 1985 Ed, 2009
– Capizzi D, Capizi FD – Obesità e chirurgia. CG Edizioni medico-scientifiche Ed, 2011
– Gremigni P, Letizia L – Il problema obesità, Maggioni Ed, 2011
– Istituto Auxologico Italiano – Obesità e genetica: oltre lo stile di vita, Il Pensiero Scientifico Ed, 2011
– Bosello O, Cuzzolaro M – Conoscere e curare l’obesità, Editrice Kurtis, 2004
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