Psoriasi: un’indagine evidenzia l’imbarazzo e la depressione dei malati

Secondo un’indagine condotta dall’Adipso (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) sul percorso assistenziale di oltre 1.500 pazienti, il 66% di loro denuncia un peggioramento della qualità della vita e il 43% soffre di ansia e depressione, oltre all’imbarazzo che li accompagna e che provoca problemi di rapporti sociali.

La psoriasi è una malattia molto sottovalutata (46%), un malato su cinque non sa a chi rivolgersi, e per questa ragione uno su quattro (25%) tenta di curarsi da solo; anche i medici di famiglia sottovalutano il problema, tanto che solo nel 16% dei casi prescrivono la visita specialistica dermatologica, e nel 15% inviano i pazienti ai centri di riferimento regionale, dove si avvia direttamente solo uno su tre (32%).

Il presidente Adipso, spiega: «Abbattere il muro della stigmatizzazione sociale causata dalla malattia, è il principale obiettivo della nostra Associazione; occorre portare a conoscenza di tutti che la psoriasi può essere adeguatamente curata e controllata attraverso interventi terapeutici personalizzati, presso i Centri Specialistici presenti in diverse regioni del territorio, in grado di migliorarne o di arrestarne il decorso. Oggi esistono cure efficaci che aiutano a tenere sotto controllo la malattia. Purtroppo il problema che non è ancora stato risolto, è la disomogeneizzazione da parte delle regioni nel far curare i loro cittadini affetti da questa patologia così importante e di forte impatto sociale. Ci sono, inoltre, novità che stanno emergendo nel campo della genetica, che cercano di fare luce sui fattori che determinano la malattia».

Il direttore della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Sergio Chimenti, sottolinea l’aspetto psicologico alla malattia, e le cure: «Nell’approccio e trattamento della psoriasi non può essere sottovalutato l’importante impatto psicologico; al fine di controllare meglio questa possibile evoluzione della malattia verso un disagio psico-emotivo, alla prima comparsa di macchie cutanee più o meno estese, localizzate principalmente sulle ginocchia, sui gomiti e sull’osso sacro, ma non sono escluse anche altre aree del corpo quali il cuoio capelluto, le unghie e la lingua, occorre rivolgersi tempestivamente a uno specialista. Oggi, infatti, le cure esistono e sono molte, da quelle standard, a base di ciclosporina e metotrexate, a quelle, qualora vi fossero controindicazioni o refrattarietà a questi due farmaci, di ultima generazione, rappresentate dai farmaci biologici. Agire tempestivamente sulla malattia significa limitare anche l’insorgenza di importanti complicazioni».

Dell’artrite psoriasica parla il direttore della Uoc Reumatologia e della Uoc Allergologia e Immunologia Clinica del Policlinico Tor Vergata, Roberto Perricone: «La psoriasi, infatti, può avere anche un risvolto grave e invalidante, rappresentato dall’evoluzione verso l’artrite psoriasica, ossia uno stato infiammatorio cronico che interessa le articolazioni, che si verifica all’incirca nel 30% dei casi, generato dalla natura immunologica della malattia. L’artrite psoriasica se non viene adeguatamente riconosciuta, diagnosticata e trattata alla comparsa dei dolori o limitazioni articolari anche sfumati, può portare a una importante riduzione dell’autonomia. Riconoscere e trattare tempestivamente l’artrite psoriasica permetterà non soltanto di ottenere un guadagno eccezionale dai provvedimenti terapeutici straordinari di cui oggi disponiamo, ma anche di poter cambiare la sua storia naturale».

Il direttore di Fisiopatologia Cutanea dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma, Mauro Picardo, affronta l’argomento dello stile di vita e dei comportamenti personali: «Non fumare e avere un regime alimentare corretto consentono una migliore gestione della malattia; diversi studi, anche italiani, hanno infatti dimostrato che un regime dietetico che riduca gli alimenti ricchi di grassi saturi, come burro, latticini e insaccati, la carne rossa, a causa del contenuto di Omega 6, e aumenti la quantità di pesce, vista l’azione antinfiammatoria degli Omega 3, e mantenga inoltre o incrementi l’apporto di frutta e verdura, a favore del miglioramento dell’aspetto metabolico, può contribuire, indipendentemente dal tipo di terapia assunta, a prevenire l’insorgenza delle recidive o a ridurne l’incidenza, e a migliorare la risposta al trattamento. Oggi fumano o hanno fumato circa il 70% dei pazienti con psoriasi, per questo è fondamentale anche l’abolizione del fumo di sigarette per evitare la compromissione della malattia e la minore risposta ai trattamenti sia tradizionali che biologici; a queste abitudini deve essere affiancata la regolare attività fisica con buone camminate o del jogging o una modica attività in palestra». L’indagine Adipso è stata presentata il 24 ottobre, a Roma, in vista della Giornata Mondiale della Psoriasi, il 29 ottobre.

 

Fonte
ADIPSO »

 

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Vittoria Majocchi

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