La d.ssa Elisa Perego durante il suo intervento in occasione del convegno “Obesità: approccio multidisciplinare e nuove prospettive”, Istituti Clinici Zucchi, 18 giugno 2016

 

A cura della d.ssa Elisa Perego, team chirurgico CIBO, Istituti Clinici Zucchi, Monza

L’obesità è una malattia curabile e per questo richiede un’accurata e puntuale valutazione medica per identificare la terapia più appropriata, in base al tipo di obesità e alla condizione individuale del singolo paziente. Ma non solo. Essendo una malattia complessa (e non un vizio o una colpa, o peggio, una mancanza di volontà!) richiede un vero e proprio percorso di accompagnamento del paziente prima, durante e dopo la diagnosi e – in caso di intervento chirurgico bariatrico – prima, durante e dopo la chirurgia (follow-up). Per questo il Centro Interdisciplinare Bariatria e Obesità (CIBO) si avvale di un team multidisciplinare formato da tutti i professionisti necessari per la gestione efficace di una malattia multifattoriale come l’obesità. La d.ssa Elisa Perego, che fa parte di tale team ci descrive com’è organizzato il Centro CIBO di Monza, all’interno degli Istituti Clinici Zucchi.

 

Un dialogo aperto e continuo con il paziente

Ecco, proprio questo è lo scopo del progetto ovvero creare un rapporto continuo e sempre aggiornato con i pazienti. Il Centro Interdisciplinare Bariatria e Obesità (CIBO) occupa il 4° piano, di recente ristrutturato, degli Istituti Clinici Zucchi (Monza). E’ qui che si trova l’Ambulatorio Obesità e Bariatria dedicato al primo accesso (prime visite), ogni lunedì dalle 8.30 alle 18.00.

Il primo accesso prevede una permanenza in ambulatorio per circa 4 ore in modo da compiere con tranquillità una visita endocrinologica con la d.ssa Zaira Benini, una valutazione dietistica con la d.ssa Alessandra Freda e, infine una valutazione psicologica svolta dal dr. Emanuel Mian.

 

Quali sono i documenti necessari per il 1° accesso?

Per accedere alle prime visite occorre portare con sé due impegnative redatte dal medico curante per:

  1. visita endocrinologica (diagnosi: obesità)
  2. colloquio psicologico-clinico (diagnosi: obesità)

La valutazione dietistica è compresa nella prestazione e non serve l’impegnativa del medico.

L’appuntamento viene rilasciato presso il C.U.P. ma si sta avviando anche una procedura preferenziale tramite la segreteria del Centro CIBO che dovrebbe partire a breve.

 

Quali sono i pazienti indicati per il primo accesso?

Tutte le situazioni che vanno da un sovrappeso con Indice di Massa Corporea (IMC o BMI > 25) all’obesità con BMI superiore a 30 sono da considerarsi indicazioni appropriate per poter essere inseriti nel percorso CIBO.

Anche l’obesità pediatrica, in ragazzi con età superiore ai 12 anni, possono venire inclusi in questo programma così come tutte le condizioni che manifestano un disturbo dell’alimentazione purché collegato all’obesità, come il Binge Eating Disorder o BED.

 

Che cosa avviene durante il primo accesso?

Dopo il consulto interdisciplinare tra i 3 specialisti responsabili della prima visita, vengono decisi gli eventuali esami strumentali necessari per prendere una decisione clinica, tra quelli elencati di seguito:

1) Visita endocrinologica

– Valutazione endocrinologica

– Aspetti clinici

– Problemi collegati all’obesità

2) Valutazione dietistica

– Anamnesi alimentare e ponderale

– Valutazione del peso corporeo

– Tentativi dietetici pregressi

3) Valutazione psicologica

– Test psicologici

– Test psicometrici

Già dopo un primo esame, un paziente potrebbe essere ritenuto idoneo alla chirurgia bariatrica, ma non sempre. Dopo circa un mese ogni paziente, sia idoneo che non, viene richiamato per un secondo accesso.

 

Che cosa avviene durante il 2° accesso?

Durante il secondo accesso, il paziente, nel giro di 3-4 ore, ripete la visita endocrinologica, la valutazione dietistica e la valutazione psicologica con gli stessi specialisti a cui si aggiunge – sempre nella stessa giornata – una consulenza chirurgica nei casi dichiarati idonei alla chirurgia (sia nel 1° accesso che nel 2° accesso). Nei casi in cui la chirurgia non sia ritenuta l’intervento migliore, il paziente entra in un percorso ambulatoriale ad hoc.

 

Qual è l’obiettivo della consulenza chirurgica durante il 2° accesso?

Lo scopo della consulenza chirurgica è proporre al paziente l’intervento più adeguato, informarlo su tutti i dettagli. E’ molto importante che tutto l’iter chirurgico sia ben spiegato e ben compreso dal paziente (ed eventualmente da un accompagnatore) soprattutto perché a volte può essere eseguito in via sequenziale. Per esempio se un paziente NON dovesse essere subito pronto per un bypass gastrico si può prima proporre al paziente l’inserimento di un palloncino intragastrico e successivamente eseguire l’intervento vero e proprio. Il paziente deve esserne consapevole di questa possibilità e disponibile concretamente a seguirla e a sostenerla.

 

Quanto è importante il follow up post-chirurgico?

La fase post-chirurgica (follow up) è di fondamentale importanza in quanto stiamo parlando di una patologia cronica. In genere, si pianificano dei controlli a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi, 12 mesi e a seguire almeno una volta all’anno salvo necessità diverse.

Questi controlli – che devono essere eseguiti dal team di cura multidisciplinaresono determinanti per la buona riuscita dell’intervento bariatrico nel suo complesso. Perché se è vero che la chirurgia bariatrica ha il suo punto di forza nella perdita di peso, altrettanto importante è riuscire a mantenere tale perdita nel tempo; proprio per questo il paziente ha bisogno di essere accompagnato, seguito anche e soprattutto dopo l’intervento, nel momento delicato del follow up per motivarlo e sostenerlo durante il suo cambiamento metabolico ma anche psicologico, tenendo conto che si tratta di una sorta di rinascita e ripresa della propria vita. Parliamo quindi di un percorso di accompagnamento del paziente in tutte le sue sfere attraverso un follow up rigorosamente interdisciplinare e protratto nel tempo, che vedrà quindi sempre coinvolte le figure del chirurgo, dello psicologo, del nutrizionista per monitorare nella sua globalità la “rinascita” del paziente e per sostenerlo nei possibili momenti di disagio, ricaduta o fragilità. Solo grazie alla costruzione di questo rapporto empatico si potrà ottenere un risultato efficace e persistente nel tempo.

 

 

Vittoria Majocchi

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Vittoria Majocchi

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