Il sistema di sorveglianza in età infantile OKkio alla SALUTE del Ministero della Salute stima che in Italia i bambini tra i 6 e gli 11 anni con problemi di eccesso ponderale siano ben 1 milione e centomila. Il 12% dei bambini risulta infatti obeso, mentre il 24% è in sovrappeso: più di un bambino su tre, quindi, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età.
Questi dati assumono particolare rilevanza in termini di sanità pubblica, sia per le conseguenze dirette dell’eccesso di peso sulla salute fisica, psicologica e sociale dei bambini, sia perché tale condizione rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di gravi patologie nell’età adulta.
Un problema particolarmente grave è quello dell’insorgenza dell’obesità infantile tra bambini e adolescenti, esposti fin dall’età infantile a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell’apparato digerente e di carattere psicologico.
Chi è obeso sin da bambino lo è spesso anche da adulto:
aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o valori elevati di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia).
L’obesità infantile rappresenta, di per sé, un fattore di rischio di obesità in età adulta: alcuni studi hanno documentato che la probabilità di essere obesi all’età di 35 anni per i bambini obesi di età superiore ai 9 anni, può arrivare a punte dell’80%. Inoltre, ci sono prove di una associazione fra obesità in età adolescenziale ed esiti sfavorevoli di salute in età adulta.
L’obesità infantile è sicuramente da attribuire a molteplici fattori, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro.
I fattori genetici e fattori ambientali, occorsi in epoca prenatale e post-natale, che comportano un’alterazione fra l’apporto (“intake”) e il consumo energetico possono avere un ruolo importante sulla predisposizione individuale.
Un’alimentazione eccessiva nei primi due anni di vita oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), determina anche un aumento del loro numero (iperplasia); da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti, perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non sarà possibile eliminarle.
Un’attività fisica regolare sin da bambini, insieme ad un’alimentazione corretta, aiutano a mantenere un buon controllo del peso.
I fattori familiari non sono meno determinanti dei precedenti. L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. L’indagine multiscopo ISTAT nel 2000 dimostra che circa il 25% dei bambini ed adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori; scende al 18% se nessuno dei due genitori presenta eccesso ponderale.
L’esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare
se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata.
A questo proposito va sottolineato che solo nell’1 % dei bambini l’obesità è dipendente da sindrome genetica in senso stretto. Nel 99% dei casi l’obesità infantile è “primitiva”, e pertanto dipendente dalla familiarità, ovvero dall’insieme dei fattori che interagiscono nell’ambiente familiare in cui cresce il bambino, spesso correlati alla presenza di obesità parentale.
Ci sono prove consistenti sul ruolo delle abitudini nutrizionali della famiglia obesa, in relazione all’influenza esercitata dai genitori sull’entità dell’apporto alimentare e sulle scelte alimentari presenti e future dei figli.
Fonti
– Quaderni del Ministero della Salute, n.10 luglio/agosto 2011
– OKkio alla Salute, Ministero della Salute, 2010
– Progetto O.N.I.C.E – Obesità Narrata in Italia – verso una Cura Efficace
– Indagine multiscopo ISTAT, 2000
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