Un bambino italiano su tre è sovrappeso e uno su dieci è obeso; si fanno pochi controlli sul cibo dei bambini italiani: troppi sono in sovrappeso. I giovanissimi italiani sono al terzo posto in Europa per sovrappeso e al quarto per obesità, queste le conseguenze degli eccessi alimentari di cui sono vittime i bambini che, nella metà dei casi rischiano di mantenere la condizione di sovrappeso anche da adulti; un bambino che accumula grasso a causa di eccesso di calorie da zuccheri, grassi e porzioni troppo abbondanti, e della mancanza di attività fisica, rischia infatti da adulto di sviluppare la sindrome metabolica: diabete, ipertensione, obesità viscerale, fegato grasso, fino alla cirrosi epatica, ma le madri non sono consapevoli del problema perché, dai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, lo ignorano nel 36% dei casi, e meno di una su tre (29%) se ne rende invece conto; questo rende difficile correggere gli errori alimentari.
Il presedente dell’Andid, Giovanna Cecchetto, precisa: «La prevenzione dell’obesità infantile deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l’allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l’eccessivo recupero di peso dei primi anni di vita. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che quasi la metà dei bambini obesi resteranno tali anche da adulti, favorendo però la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione già in età adolescenziale».
Anche la scuola pare trascurare il problema: manca il controllo sulle scelte dei bambini, soprattutto di quelli di 8-9 anni che ancora non sanno regolarsi perché manca loro l’idea di porzione; inoltre, solo due scuole su tre (68%), dei 2.200 istituti italiani, sono dotate di una mensa e, dove c’è, vi mangiano solo il 70% dei bambini che frequentano elementari e medie. Questi, i dati dell’indagine dell’Iss ‘Okkio alla salute’. Cristina Cassatella, dietista del Servizio Educazione all’Appropriatezza ed Ebm (Evidence Based Medicine, Medicina Basata sulle prove di Efficacia) dell’Asl di Milano, spiega: «Le metodologie di indagine sulle abitudini alimentari nell’infanzia usate negli studi di letteratura sono differenti; emerge comunque chiaramente che fino agli 8-9 anni al bambino manca ancora il concetto di porzione, consumo e di tempo diluito nelle 24 ore. Occorrerebbe lavorare sui genitori ma, anche in questo caso, le informazioni potrebbero essere non del tutto veritiere, perché riferite su dati riportati da chi segue il bambino nell’arco della giornata, o su ciò che essi pensano che il proprio figlio abbia mangiato».
L’ Atlante Fotografico delle Porzioni degli Alimenti è il volume edito dall’Istituto Scotti Bassani – Per la ricerca e l’informazione scientifica nutrizionale, che ha lo scopo di sensibilizzare genitori e bambini a questi problemi, con l’aiuto degli operatori del settore e dei pediatri; il volume, che sarà inizialmente in formato elettronico su Cd e sarà distribuito su richiesta, costituirà un aiuto per ‘educare’ le madri a un corretto svezzamento e all’impostazione di una sana alimentazione. L’allarme sull’incidenza dell’eccesso di peso fra i bambini italiani è stato lanciato nel corso del 24° congresso dell’Associazione Nazionale dei Dietisti Italiani, che si è tenuto nei giorni scorsi a Verona.
Fonte:
ilsole24ore.com, 20 aprile 2012