A cura del Dr. Cristiano Fusi**, fisiatra Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.
Accanto all’intervento chirurgico bariatrico e metabolico, anche il percorso riabilitativo ha un ruolo molto importante per la persona con obesità grave, sia prima dell’intervento, sia dopo, durante il follow-up. “Per questo è importante che nel team di cura ci sia anche un fisiatra” afferma il dr. Cristiano Fusi.
Spesso le persone si mettono a dieta, a volte anche molto restrittiva (eccessivamente ipocalorica) perché ritengono che mangiare poco e fare la fame sia l’unica soluzione per perdere peso. Nulla di più sbagliato. Per dimagrire occorre mangiare e muoversi nel modo giusto. Le persone con obesità che vogliono veramente dimagrire e guadagnare salute devono necessariamente agire su 2 fronti: alimentazione e attività fisica, entrambe adeguate e personalizzate e, possibilmente associate ad un buon supporto psicologico. Per capire che cosa accade quando si dimagrisce con una dieta eccessivamente restrittiva dobbiamo sapere quanto “costa un chilo” di peso in termini energetici. Questo dato è molto variabile, in quanto dipende da cosa costituisce questo “chilo”.
Un chilogrammo di pura massa grassa
“vale” in termini energetici 9000 calorie (kcal).
Perdere 1 kg di pura massa grassa è però difficile: l’organismo cerca sempre di conservare il grasso il più possibile in quanto lo considera una riserva di energia e lo deposita all’interno dell’organismo. “Bruciare” grasso è possibile solo se si adotta una dieta ipocalorica moderata, accompagnata da un buon livello di attività fisica.
Importante quindi mangiare in modo sano e adeguato ma anche muoversi regolarmente. Trovare ogni occasione per fare movimento, a cominciare dalle scale, sia a casa che al lavoro.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per mantenere sano il nostro organismo, dovremmo camminare per almeno 10.000 passi al giorno (calcolabili con un semplice contapassi o con un orologio multifunzione).
Per i soggetti in sovrappeso o con obesità sottoposti a una dieta ipocalorica bilanciata, si è osservato che i benefici a livello di calo ponderale aumentano all’aumentare del tempo riservato all’attività fisica. Ciò significa che ci vuole sempre un minimo di tempo per ottenere dei risultati visibili:
Perché un’attività fisica moderata e regolare può garantire una migliore preparazione all’intervento bariatrico stesso. L’esercizio fisico, infatti:
Per migliorare la velocità e la qualità del dimagrimento, il lavoro aerobico può essere integrato con un’attività anaerobica di potenziamento muscolare. Con un incremento delle masse muscolari c’è un importante aumento del metabolismo basale, ossia aumenta il consumo delle calorie consumate a riposo.
Un altro aspetto positivo del potenziamento muscolare è una maggiore stabilità delle articolazioni, in particolare per gli arti inferiori che sono i più stressati dal carico del peso corporeo. L’attività anaerobica, praticata a corpo libero o con i pesi, dev’essere anch’essa eseguita con gradualità e sotto controllo di un esperto per evitare danni muscolo-scheletrici e sforzi inadeguati al proprio fisico e al proprio allenamento. Anche in questo caso la costanza premia, un buon allenamento deve prevedere almeno 2-3 sedute a settimana con un numero di esercizi adeguati alla propria forza. É opportuno che l’attività fisica anaerobica sia preceduta e seguita da esercizi di riscaldamento e di allungamento muscolare (stretching).
Dopo un intervento chirurgico il fisiatra (medico specializzato in medicina fisica e della riabilitazione) in accordo multidisciplinare con tutto il team, assegna al fisioterapista (professionista sanitario che usa l’esercizio, la ginnastica, i massaggi e altre modalità per curare i propri pazienti) un programma specifico per gli obiettivi preposti. Obiettivi che devono essere verificati giorno per giorno e, se necessario, modificati. Fisiologicamente il nostro corpo si difende dalla nuova dieta, mettendo in atto meccanismi, biologici e psicologici, che determinano un effetto plateau. La necessità qual è, quindi? Quella di ridurre tutte le abitudini sedentarie, consolidate nel proprio schema motorio precedente all’intervento. É fondamentale, quindi, cercare di resettare il nostro hard disk, nella propria testa, di tutti quei comportamenti sedentari dannosi, sedimentati nello stile di vita precedente. Occorre pensare che si sta iniziando un percorso di rinascita e l’attività fisica – insieme all’alimentazione e al supporto psicologico – può essere uno strumento estremamente efficace, se utilizzato in modo corretto e con costanza. Le competenze che si possono acquisire sono diverse:
Prima di intraprendere qualsiasi tipo di attività fisica è meglio sottoporsi ad un parere medico-fisiatrico.
1 – Evita attività a forte impatto articolare
2 – Procedi in modo graduale
3 – Inizia con piccole sessioni
4 – Via libera allo stretching ma senza fai da te
5 – Rinforzare la muscolatura ha vantaggi in tutte le età
6 – Scegli bene l’ora dell’allenamento
7 – Impara a bere in modo adeguato
8 – Scegli l’abbigliamento giusto per l’attività che svolgi
9 – Ogni occasione è buona per il movimento
10 – Cura l’alimentazione
** Il Dr. Cristiano Fusi, fisiatra, è Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica e dell’Ambulatorio di Fisioterapia e Riabilitazione degli Istituti Clinici Zucchi di Monza. Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano, si specializza poi in Medicina Fisica e Riabilitazione. Successivamente frequenta il corso teorico pratico in ecografia muscolo scheletrica e il corso di ozonoterapia all’Università degli Studi Sapienza di Roma.
Dal 2004 è Medico Sociale dell’Associazione Calcio Milan, mentre dal 2005 è Consulente Tecnico in Ortopedia e Riabilitazione per il Tribunale di Como.
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