Comunicato stampa Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation **
La denuncia al centro del dibattito del 3rd Italian Obesity Barometer Summit organizzato da IBDO Foundation e altre istituzioni il 12 aprile 2021.
Una pandemia nella pandemia
“I livelli di obesità del nostro Paese avranno un impatto nel futuro di molte persone e per il nostro Sistema Nazionale Sanitario” sottolinea Paolo Sbraccia, Vicepresidente IBDO Foundation e Professore Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Se si trattasse esclusivamente di un problema estetico o di una malattia “di taglia” non ci sarebbe da preoccuparsi, ma l’obesità è una malattia cronica vera e propria, così come il diabete, e rappresenta il primo gradino di una discesa infernale verso una vita più breve e piena di disagi per sé e per gli altri.
- Secondo le stime Istat, in Italia il numero di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età.
- Se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre, arrivando al picco nella classe 65-74 anni, con una prevalenza di 61,1 per cento.
- L’obesità è la quinta causa di morte più frequente al mondo, associata a malattie gravi (comorbidità) come diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, almeno 12 tipi di cancro, malattie del fegato, articolari e respiratorie.
“Nell’ultimo anno è anche emerso che le persone che sono in sovrappeso o che convivono con l’obesità e che contraggono il Coronavirus hanno maggiori probabilità di essere ricoverate in ospedale, in un’unità di terapia intensiva e, purtroppo, di morire di COVID-19 rispetto alle persone normopeso” conclude Sbraccia.
Ci hai mai riflettuto davvero?
- L’obesità nel nostro Paese non è inserita nella lista delle malattie croniche;
- le prestazioni riguardanti l’obesità non sono inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
- non esiste una Rete Nazionale di Cura per l’Obesità;
- non esiste un Piano Nazionale sull’Obesità, così come avviene – per esempio – per il diabete.
È il momento di cambiare nella lotta all’obesità
“A causa della pandemia in corso, l’obesità è diventata una preoccupazione immediata per i nostri Servizi Sanitari e assistenziali, tanto che le persone con grave obesità (BMI > 35) sono state inserite tra le categorie prioritarie da vaccinare in quanto ad “elevata fragilità” in rapporto al maggior rischio di decorso critico che richiede terapia intensiva nel caso di infezione da virus SARS-CoV-2”.
“Questo è sicuramente un traguardo importante per le persone con obesità, ma bisognerebbe riflettere sul fatto che nell’elenco stilato dal Governo delle 14 malattie degli “estremamente vulnerabili”, l’obesità è l’unica a non essere una malattia cronica realmente e concretamente riconosciuta, ancora priva di un compiuto percorso di assistenza e cura da parte del nostro Sistema Sanitario Nazionale” afferma Andrea Lenzi, Coordinatore Italia dell’Obesity Policy Engagement Network (OPEN).
“La pandemia in corso ha evidenziato la fragilità delle persone con obesità e l’accesso prioritario alla vaccinazione antiCovid è il primo vero riconoscimento ufficiale per quella che al momento non è considerata dalle nostre Istituzioni, ma anche dall’opinione pubblica e purtroppo a volte anche dal mondo scientifico, una malattia, ma una responsabilità personale dell’individuo che basta “mangi di meno e si muova di più. Tra tutti gli aspetti terribili di questa pandemia, l’auspicio è che sia almeno servita per far ottenere i giusti diritti di tutela alle persone con obesità e che questa malattia fortemente invalidante continui a rappresentare una seria preoccupazione per il nostro Servizio Sanitario Nazionale anche dopo questa fase emergenziale”, dice Giuseppe Fatati, Presidente Italian Obesity Network – IO NET.
Obesità: inserire la malattia nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza
“È necessario che l’obesità diventi una priorità nazionale a livello sanitario, politico, clinico e sociale. Governo e Parlamento debbono adoperarsi in via normativa, affinché nell’ordinamento e nelle procedure ministeriali sia inclusa una definizione di obesità come malattia cronica, caratterizzata da elevati costi economici e sociali, una definizione del ruolo degli specialisti che si occupano di tale patologia e una definizione delle prestazioni di cura e delle modalità per il rimborso delle stesse, per garantire pieno accesso alle cure e ai trattamenti alle persone con grave obesità. Da lanciare anche una campagna mediatica nazionale contro lo stigma sociale che coinvolga il mondo dell’informazione, dello sport, della salute, della scuola, dei comuni, a tutti i livelli», aggiunge Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e Vicepresidente vicario ANCI.
“Aiutare le persone a raggiungere e mantenere un peso sano è una delle cose più importanti che possiamo fare per migliorare la salute della nostra Nazione e delle generazioni future”.
** IBDO Foundation nasce come modello di moderno Think Tank sul diabete nella certezza che questa patologia oggi debba essere affrontata attraverso un confronto continuo sulle tematiche cliniche, sociali, economiche e politico-sanitarie.
“L’Italian Obesity Barometer Summit, giunto quest’anno alla terza edizione, è un vero e proprio luogo di incontro che IBDO Foundation mette a disposizione del mondo scientifico, accademico, istituzionale e in generale di tutti gli “attori” coinvolti nella lotta all’obesità, arricchito anche dall’offerta di una serie di dati e analisi, realizzati grazie al prezioso contributo di ISTAT e CORESEARCH, per sviluppare il dibattito sulle possibili politiche e soluzioni da intraprendere con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle persone con obesità» sostiene Renato Lauro, Presidente IBDO Foundation.
Per maggiori informazioni, visitare il sito della Fondazione: https://ibdofoundation.com/