L’eccesso di peso e l’età influenzano negativamente la funzione polmonare. Gli uomini anziani con obesità sono particolarmente predisposti allo sviluppo di dispnea e della Sindrome delle Apnee Notturne (OSAS dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome). Il BMI rappresenta un predittore di OSAS due volte più forte rispetto al sesso e quattro volte più forte rispetto all’età che avanza.
Una recente indagine condotta dal CERGAS SDA Bocconi ha stimato l’impatto socio-economico delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) in Italia in 31 miliardi di euro l’anno tra costi diretti, sanitari e non, e indiretti. L’analisi ha sottolineato l’importanza di diagnosi e trattamento precoci: su 12 milioni di casi medio-gravi stimati, solo il 4% viene accertato.
Obesità e complicanze polmonari
Con l’età si verificano in tutti importanti cambiamenti funzionali a livello dell’apparato respiratorio: decalcificazione delle coste, artrosi delle articolazioni costo-vertebrali, cambiamenti nella forma del torace e abbassamento dei dischi intervertebrali.
Nei soggetti con obesità, la compliance polmonare, ovvero la pressione necessaria ad aumentare il volume del polmone ad ogni respiro, risulta ridotta. Il meccanismo responsabile di tale riduzione è di tipo meccanico e dipende direttamente dall’accumulo di tessuto adiposo che preme sulla gabbia toracica.
La sindrome delle apnee notturne (OSAS)
L’Indice di Massa Corporea (BMI) rappresenta un predittore di OSAS due volte più forte rispetto al genere e quattro volte più forte rispetto all’età. In uno studio che ha previsto 30 anni di follow-up, oltre al BMI anche la circonferenza della vita si è rivelata un utile predittore di sindrome delle apnee notturne nei soggetti anziani con obesità e in uomini adulti normopeso.
Gli uomini anziani con obesità sono particolarmente predisposti allo sviluppo di dispnea e della sindrome delle apnee notturne (OSAS dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome).
L’impatto economico delle OSAS
Secondo i dati presentati dal Cergas SDA Bocconi si tratta di un fardello di ben 31 miliardi di euro di euro annui – circa 520 euro per residente – costituito per il 60% da costi diretti sanitari, per il 36% da costi indiretti dovuti a morbilità, mentre il restante 4% sono costi diretti non sanitari. Notevole è anche il peso per la società causato dal sotto-trattamento dell’OSAS: la corrispondente perdita di qualità della vita è valorizzabile in circa 9 miliardi di euro l’anno.
L’attuale divario tra diagnosi e terapia
Secondo gli esperti del Cergas SDA Bocconi, le mancate diagnosi e le conseguenti mancate terapie sono tra le principali cause dell’impatto sociale dell’OSAS in Italia. Secondo i dati epidemiologici riportati nello studio, a soffrire di Sindrome delle apnee notturne sarebbero in Italia ben 24 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni (54% della popolazione adulta), di cui circa 12 milioni di affetti da patologia di livello moderato-grave (27% della popolazione adulta, di cui il 65% maschi).
Tuttavia, incrociando i pareri di esperti e dei dati forniti dall’Associazione Apnoici Italiani (800 141 435 Numero Verde Gratuito), si stima che ad oggi solo 460.000 pazienti con OSAS moderata-severa abbiano effettivamente ricevuto una diagnosi (4% della prevalenza stimata) e appena 230.000 siano trattati (2% della prevalenza stimata). Un gap sostanziale sia in termini diagnostici sia terapeutici, che preoccupa ancora di più se si considera che le apnee del sonno, oltre ad essere un rilevante fattore di rischio per altre malattie, sono correlate anche a conseguenze non mediche (ad esempio incidentalità stradale) che contribuiscono ad aumentarne l’impatto in termini economici e sanitari.
Il possibile ruolo della Ventilazione meccanica a pressione positiva continua
Lo studio del Cergas SDA Bocconi ha anche simulato le conseguenze di scenari migliorativi, come un eventuale incremento dei pazienti diagnosticati e successivamente trattati, prendendo in considerazione l’effetto della ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Continuous Positive Airway Pressure, CPAP). Tale trattamento è supportato da un’ampia letteratura che ne dimostra l’impatto positivo e significativo su mortalità, rischio di ictus, incidenti stradali e infortuni sul lavoro.
I risultati suggeriscono che, sebbene si osservi un aumento dei costi diretti sanitari a causa dell’incremento del numero di diagnosi e trattamenti, grazie alla CPAP sarebbe possibile ridurre i costi generati dalle condizioni associate all’OSAS, come conseguenza di un minor rischio di esordio delle condizioni stesse, soprattutto se il trattamento è precoce. Considerando anche il valore della qualità di vita recuperata, il valore del beneficio complessivamente realizzabile supera i costi sanitari incrementali, rappresentando anche dal punto di vista economico un investimento di valore per la società.
“Questo studio evidenzia la necessità di semplificare il processo di diagnosi dell’OSAS, partendo magari anche da valutazioni di tipo clinico che possano meglio suggerire al medico quali pazienti indirizzare al percorso diagnostico. Dato che non è possibile studiare tutti i soggetti con un’ipotesi diagnostica della sindrome delle apnee notturne, è importante cercare di caratterizzarli al meglio dal punto di vista clinico, limitando così il numero degli esami specifici da eseguire.” – ha commentato il Prof. Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno presso il San Raffaele di Milano – “Da un lato le conseguenze di questa patologia sono legate alla frammentazione del sonno, dall’altro all’ipossia intermittente nel corso della notte che ha ripercussioni a carico di cuore e cervello: sono due organi che hanno costantemente bisogno di ossigeno. Da un punto di vista terapeutico, sono diversi i possibili trattamenti: attenzione, perché vanno personalizzati in base alle caratteristiche dell’individuo e al grado di gravità della patologia OSAS”.
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References
– Cost-of-illness study of Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) in Italy. CERGAS SDA Bocconi – Centre for Research on Health and Social Care Management
– Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI, 2016-2017
– Mathus-Vliegen EM; Obesity Management Task Force of the European Association for the Study of Obesity – Prevalence, pathophysiology, health consequences and treatment options of obesity in the elderly: a guideline. Obes Facts 2012;5(3):460-83
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