Nell’America del Nord sta rallentando la tendenza all’obesità, e la causa non è da attribuire alle difficili condizioni economiche provocate dalla recessione, ma al miglioramento dei comportamenti relativi alla scelta dei cibi: questa la conclusione di uno studio del Department of Nutrition dell’University of North Carolina at Chapel Hill.
La prima firmataria dello studio, Shu Wen Ng, spiega: «Secondo alcuni esperti l’obesità è meno probabile perché la crisi economica costringe a mangiare meno; noi, invece, pensiamo che gli sforzi per educare gli Americani ad adottare abitudini alimentari sane stiano dando frutti.
A cambiare la tendenza non sono quindi le mutate condizioni economiche causate dalla Grande Recessione o i prezzi dei prodotti alimentari; forse, invece, la politica di salute pubblica dell’ultimo decennio ha contribuito alla variazione di tendenza.
Il cibo spazzatura, ricco in grassi e zuccheri, ha un basso valore nutrizionale ed è un concreto rischio per malattie come l’obesità, il diabete, i disturbi cardiovascolari e alcuni tipi di cancro, tanto per citarne alcune».
Gli studiosi statunitensi sono arrivati a questi risultati dopo aver elaborato i dati relativi a oltre 13.400 bambini e a 10.800 adulti, e quelli di 109mila famiglie senza bambini, e 57mila con bambini, raccolti fra il 2003 e il 2011; è emerso anche che le calorie in eccesso sono diminuite maggiormente fra i bambini che fra gli adulti.
Il nutrizionista Barry Popkin, coautore della ricerca, puntualizza: «Non sono, però, cali uniformi; le riduzioni più significative si registrano fra le famiglie con bambini, mentre non sono stati osservati cambiamenti fra gli adolescenti fra i 12 e i 18 anni, nei bambini afroamericani e fra quelli i cui genitori non hanno completato le scuola superiore. Forse, non tutti vogliono, o possono, modificare le loro abitudini alimentari».
Anche in Europa si fanno sentire le conseguenze degli stili di vita poco sani e dell’alimentazione sbagliata: secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), in quarant’anni è decuplicata la prevalenza di obesità giovanile, un bambino europeo su cinque è obeso o sovrappeso, soprattutto nella fascia dai sei ai nove anni.
In Italia, secondo i dati di Okkio alla salute, più di un bambino su tre di età compresa fra i sei e gli 11 anni è obeso o sovrappeso (12,3% obeso, 23,6% sovrappeso); Okkio alla salute è il sistema di sorveglianza sul peso dei bambini che frequentano le scuole primarie, sulle loro abitudini alimentari e sull’attività motoria che svolgono, coordinato dal Cnesps (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) dell’Istituto Superiore di Sanità.
Lo studio americano è stato recentemente pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition.
Fonte
Ng SW, Slining MM, Popkin BM –Turning point for US diets? Recessionary effects or behavioral shifts in foods purchased and consumed. Am J Clin Nutr March 2014 ajcn.07289