Nelle forme di obesità grave la funzione respiratoria è spesso compromessa. Si riscontrano frequentemente difficoltà a respirare (dispnea) anche dopo uno sforzo lieve, cianosi cutanea per scarsa ossigenazione del sangue, russamento notturno, sonnolenza diurna (per questo deve essere fatta particolare attenzione alla conduzione di autoveicoli).
L’obesità è spesso associata a notevoli disturbi respiratori e nelle obesità gravi tali malattie possono aumentare il rischio di mortalità. L’aumento adiposo al collo, al torace ma soprattutto l’aumento del grasso viscerale, più che del peso in toto, inducono notevoli problemi alla funzione respiratoria. La respirazione è faticosa nel soggetto obeso Sia il cuore che i muscoli coinvolti nella respirazione devono lavorare molto di più a causa dell’eccesso di peso che:
- ostacola nei movimenti il diaframma (come conseguenza dell’accumulo di grasso addominale)
- comprime e riduce il calibro delle alte vie respiratorie (a causa dell’accumulo di grasso nella parte mediana del torace chiamata mediastino).
È stato calcolato che nel soggetto obeso il lavoro respiratorio aumenta di circa il 60% rispetto al soggetto normopeso.
La conseguente riduzione della quantità di aria che circola nei polmoni (ipoventilazione) provoca una riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue (ipossiemia) spesso accompagnata da un aumento dei livelli di anidride carbonica (ipercapnia). La riduzione di ossigeno peggiora quando la persona obesa si sdraia per l’effetto della compressione della massa adiposa addominale che comprime il diaframma.
Sono frequenti le apnee notturne
Una patologia respiratoria tipica del paziente obeso è la sindrome da apnea ostruttiva durante il sonno (OSAS dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome ) che è un comune disturbo caratterizzato da repentini episodi di ostruzione completa o parziale delle vie aeree superiori durante il sonno e aumentato sforzo respiratorio. L’effetto meccanico del tessuto adiposo che si accumula nel collo dei soggetti obesi rende la respirazione più difficile fino a determinare dei veri e propri fenomeni di ostruzione respiratoria.
Circonferenze del collo
EPISODI DI INTERRUZIONE DEL RESPIRO NOTTURNO (fino a 30 episodi/notte)
Chi soffre di obesità accusa spesso periodi di sonno più o meno lunghi in cui non c’è respirazione (apnee notturne). In questi casi è necessario l’uso di apparecchi meccanici per la ventilazione assistita.
Esiste una correlazione tra SAS e sindrome metabolica
Numerosi studi hanno infatti documentato che chi soffre di SAS, è maschio e di mezza età, ha un’alta prevalenza di sindrome metabolica e diabete di tipo 2 e tale prevalenza aumenta all’aumentare degli episodi di apnee notturne. L’età e l’aumentare della circonferenza addominale sono fattori predittivi sia di SAS che di sindrome metabolica.
Le apnee notturne sono pericolose perché possono causare ipertensione polmonare, cardiopatia ischemica, stroke, ipertensione arteriosa in una forma difficile da controllare con i farmaci, aritmie ma soprattutto è causa di sonnolenza diurna che può causare incidenti alla guida.
Per migliorare la situazione è necessario un calo ponderale rapido, facendo tuttavia attenzione a non indebolire troppo la muscolatura respiratoria; a questo proposito è importante non ridurre in modo drastico la quota di proteine del regime dietetico ipocalorico).
Fonti
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