Obesità e rischi

Obesità e/o Diabete tipo 2 – Quando la terapia protegge il cuore dall’eccesso di grasso

Con la consulenza del dr. Alexis Elias Malavazos* e della d.ssa Elena Dozio**


I farmaci incretino-mimetici (inibitori della DPP-4 e analoghi del GLP-1) attualmente usati nel trattamento del diabete di tipo 2 (DT2) e dell’obesità riducono il grasso che riveste il cuore, conosciuto come grasso epicardico, con effetti cardiovascolari benefici. È quanto emerge da uno studio pubblicato sull’International Journal of Cardiology che ha visto la collaborazione dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e dell’IRCCS Policlinico San Donato.

 

Il grasso a protezione del cuore

Il grasso che circonda il cuore, in termini medici il tessuto adiposo epicardico (Epicardial Adipose Tissue EAT) è un particolare grasso che ricopre le coronarie (arterie che nutrono il cuore) e il cuore stesso di cui, in condizioni normali, costituisce circa il 20% del peso totale. In costante comunicazione con il muscolo cardiaco, il grasso che lo circonda rappresenta anche la sua principale riserva energetica. Protegge il cuore, sia con un’azione termogenica, sia con un’azione strutturale: fa in modo cioè che la temperatura del muscolo cardiaco si mantenga sempre ottimale e che le arterie coronariche rimangano stabilmente nella loro sede quando la frequenza del battito aumenta.

 

Quando il grasso epicardico è in eccesso

Un eccesso di grasso intorno al cuore, tipico dei soggetti con obesità viscerale-addominale (la forma che si associa ad un maggior rischio di malattie cardiovascolari), ha invece diversi effetti dannosi sul cuore:

  • ne modifica il metabolismo;
  • ne altera la struttura e la mobilità, danneggiando la funzione della pompa cardiaca e aumentando quindi il rischio di scompenso;,m
  • favorisce l’aterosclerosi e peggiora il microcircolo, esponendo il cuore a un maggior rischio di ischemie (totale o parziale assenza di afflusso di sangue);
  • può inoltre infiltrare la parete del muscolo cardiaco, generando anomalie nella conduzione del battito cardiaco e aritmie.

 

Un gruppo di studio sul grasso epicardico e le conseguenze di un eccesso

Da diversi anni abbiamo concentrato le ricerche del nostro gruppo sul tessuto adiposo epicardico (EAT) e il suo ruolo nelle malattie cardiovascolari. Sappiamo che a una “pancia grassa”, corrisponde un “cuore grasso” e che l’eccesso di grasso epicardico genera un’azione infiammatoria direttamente sulle pareti delle arterie coronarie e sul muscolo cardiaco.” – spiega il dottor Alexis Elias Malavazos, responsabile del Centro di Dietetica, Educazione Alimentare e Prevenzione Cardiometabolica dell’IRCCS Policlinico San Donato.

“Questa funzione pro-infiammatoria del grasso è un predittore indipendente di coronaropatia e di rischio metabolico ma questo nuovo lavoro, oltre a confermarne il ruolo di importante fattore di rischio, apre la strada alla considerazione di EAT (Epicardial Adipose Tissue) come un vero e proprio target terapeutico su cui in futuro si potrà agire direttamente” continua Malavazos.

 

Qual è l’impulso che ha dato l’avvio allo studio dell’EAT?

Lo stimolo è stata l’osservazione nella pratica clinica dell’effetto dei farmaci incretino-mimetici (inibitori della DPP-4 e analoghi del GLP-1) sul cuore dei pazienti: questi farmaci – ad oggi comunemente impiegati nella terapia del diabete di tipo 2 e dell’obesità – “mimano” l’azione delle incretine, gli ormoni che, normalmente prodotti dall’intestino, stimolano il pancreas a produrre insulina e che abbassano il glucosio nel sangue. È stato documentato che i pazienti con diabete tipo 2 e/o obesità in terapia con gli incretino-mimetici presentano una riduzione molto importante dello spessore del grasso cardiaco (fino al 36%), riduzione questa non correlata direttamente alla perdita di peso complessivo e al miglioramento del controllo del glucosio.

Da qui l’idea che potesse esserci un’azione diretta di questi farmaci a livello del grasso che circonda il cuore: “Abbiamo studiato campioni di Epicardial Adipose Tissue – EAT prelevato da pazienti affetti da patologia coronarica sottoposti a intervento chirurgico di bypass e abbiamo riscontrato che EAT esprime una molecola specifica (GLP-1R) che funziona da recettore per le incretine e i cui livelli sono associati ad alcuni geni che – oltre a ridurre la creazione di nuovo grasso (adipogenesi) – promuovono l’ossidazione degli acidi grassi e il differenziamento delle cellule grasse da bianche a brune – favorendo quindi il dispendio energetico e la perdita di grasso. Attraverso l’azione sul grasso che circonda il cuore e  le coronarie deriva quindi un’importante funzione protettiva a livello cardiaco.” – conclude Elena Dozio, ricercatrice di Patologia clinica al Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.

 

 

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International Journal of Cardiology – April 2019

Epicardial adipose tissue GLP-1 receptor is associated with genes involved in fatty acid oxidation and white-to-brown fat differentiation: A target to modulate cardiovascular risk?

Elena Dozioa, Elena Vianelloa,1, Alexis E. Malavazosb, Lorenza Tacchinia, Gerd Schmitzc, Gianluca Iacobellisd, Massimiliano M. Corsi Romanellia,e

Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano; Centro di Alta Specialità di Dietetica, Educazione alimentare e Prevenzione cardio-metabolica, IRCCS Policlinico San Donato; Istituto di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio, Università di Regensburg; Division of Endocrinology, Diabetes and Metabolism, Department of Medicine, University of Miami, Miller School of Medicine; eService of Laboratory Medicine1-Clinical Pathology, IRCCS Policlinico San Donato.

Lo studio è stato supportato dal finanziamento della Fondazione EA Fiera Internazionale di Milano all’Università degli Studi di Milano e dal finanziamento di Ricerca Corrente del Ministero della Salute Italiano all’IRCCS Policlinico San Donato.

 

 

* Il dottor Alexis Elias Malavazos, è dal maggio 2010 Responsabile del Centro di Alta Specialità di Dietetica, Educazione Alimentare e Prevenzione Cardiometabolica dell’IRCCS Policlinico San Donato. Dal Gennaio 2008, è Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Milano.
Dal novembre 2009, è  Cofondatore, Direttore e Coordinatore del Progetto EAT Educational in collaborazione con il “Comitato Scuola e Cibo” del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e Coldiretti-Agricoltura-Amica.
Dall’ottobre del 2012 ad oggi, è membro del Comitato Tecnico-Scientifico per l’Educazione Alimentare del M.I.U.R., diretto dal Dr. Riccardo Garosci.
Dal novembre 2013, è membro del Consiglio Direttivo della SIO (Società Italiana per lo Studio dell’Obesità) Lombardia.

 

** La d.ssa Elena Dozio, Specialista in Scienze dell’Alimentazione, è ricercatrice di Patologia Clinica al Dipartimento di Scienze Biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.

 

 

Vittoria Majocchi

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