A cura della D.ssa Flavia Melchiorre**, psicologa e psicoterapeuta, Centro di eccellenza di chirurgia bariatrica diretto dal Dott. Ugo Bardi, Casa di Cura Salus, Battipaglia (SA)
Ogni giorno, il nostro organismo ha bisogno di un apporto calorico per compensare al meglio il proprio dispendio energetico. Se fosse un meccanismo automatico, come il respiro, non esisterebbero né il sottopeso, né il sovrappeso, né tanto meno l’obesità. Considerato invece che per nutrirsi occorre mettere in atto una serie di comportamenti proattivi, che vanno dalla ricerca del cibo alla sua preparazione, tutto questo ha comportato e comporta delle scelte individuali e collettive che vanno ben oltre la pura e semplice funzione fisiologica.
Fattori socio-culturali e fattori psicologici contribuiscono, nella maggior parte dei casi, a determinare il comportamento alimentare di ciascuno di noi, fattori che trovano origine nei processi evolutivi della specie.
C’è un destino comune che associa tutti gli esseri umani: circa 200 mila anni fa, quando l’Homo sapiens si cibava di tutto ciò che trovava, era costretto a compensare i periodi di digiuno per mancanza di cibo, con l’ingestione di grosse quantità di elementi nutritivi, quando si presentava l’occasione propizia.
Nel nostro DNA, probabilmente, è ancora presente questa istruzione, per cui abbiamo forse più geni adatti a farci sopravvivere in una foresta che nell’ odierna vita sedentaria, dove per trovare cibo in abbondanza basta arrivare al supermercato sotto casa, senza alcuno spreco di energie.
Se a ciò si aggiunge, soprattutto negli ultimi tempi, il radicale cambiamento di stili di vita, molto spesso non ben bilanciati, dobbiamo lavorare intensamente sui processi educativi, per colmare il gap, mantenere un rapporto sano ed equilibrato col cibo.
Accanto a questo istinto atavico dell’iperalimentazione, il contesto culturale e familiare detta regole specifiche, per cui le abitudini alimentari acquisite in questi contesti, diventano, con il tempo, difficili da modificare, anche per non sentirsi tagliati fuori dalla “tribù di appartenenza”.
E, infine, un aspetto fondamentale è quello psicologico: gli attacchi di fame, le abbuffate, la fame emotiva (“emotional eating”) presente spesso nella persona con obesità è una fame che non ha nulla a che fare con la fame fisiologica, ma sostituisce qualcos’altro.
In questi casi, il cibo svolge due principali funzioni:
Qualsiasi stato di malessere può diventare, quindi, “fame di qualcosa”, per esempio di sicurezza, dolcezza, accettazione, amore e il cibo può diventare un farmaco – di facile portata – in grado di soddisfare questi bisogni “impellenti” che non si riescono a gestire.
In questi casi, mettersi a dieta per ridurre le calorie giornaliere non è efficace, bisogna lavorare piuttosto sul piano emotivo per rimuovere meccanismi impliciti di tipo compensativo, imparando a distinguere e acquisire consapevolezza dei propri bisogni reali per imparare a soddisfarli in modo corretto attingendo alle proprie risorse personali, che spesso una persona con obesità non sa riconoscere.
**Dott.ssa Flavia Melchiorre
Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatrice Familiare
Dopo la laurea in Psicologia alla Federico II ha frequentato la Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia Relazionale, presso l’Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMePS), dove, conseguito il titolo, è rimasta come membro dello staff dei docenti. Presso lo stesso Istituto ha conseguito il diploma di Mediatrice familiare.
Dal 2015 si occupa di obesità, ed è membro, come psicologo, dell’equipe multidisciplinare di chirurgia bariatrica presso il Centro d’eccellenza SICOB della Casa di Cura Salus di Battipaglia (SA), guidato dal Dott. Ugo Bardi. In questo contesto è impegnata a seguire i pazienti lungo tutto l’iter bariatrico, dalla preparazione per l’interventoai follow up post operatori, passando per i gruppi di counselling e valutazione per la chirurgia plastica ricostruttiva. È membro della Sezione Soci Affini della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB).
Presso la stessa struttura, la Casa di Cura Salus, segue a livello ambulatoriale i pazienti oncologici.
È membro del comitato di redazione della rivista dell’Ordine degli psicologi della Regione Campania.
Esercita la libera professione a Ercolano – Napoli.
Per maggiori informazioni: 3209098351 – flavia.melchiorre@libero.it – www.facebook.com/flaviamelchiorrepsicologa
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