In Italia sono 4 milioni le persone colpite da osteoartrosi; di questi, oltre mezzo milione è obeso. 5 kg di peso guadagnati corrispondono circa a +36% di rischio di sviluppare osteoartrosi. Per queste persone è in arrivo una nuova terapia ibrida. Vediamo di che cosa si tratta.
L’artrosi è una malattia dalle cause ancora sconosciute, provocata da più fattori compresenti, che in Italia colpisce circa 4 milioni di persone. Lo stato di benessere articolare è mantenuto da un normale carico, ovvero un corretto peso corporeo, esercitato su una cartilagine in condizioni normali. Tutti i fattori in grado di modificare questo stato sono da considerarsi fattori di rischio. Lo squilibrio può derivare da improprie o eccessive sollecitazioni meccaniche, malformazioni, traumi e microtraumi o da infiammazioni della cartilagine, predisposizione genetica, disordini metabolici, invecchiamento o obesità.
Secondo un recente studio condotto negli Stati Uniti i, soggetti obesi presentano un rischio doppio di sviluppare l’artrosi rispetto ai soggetti normopeso: il peso infatti ha una notevole influenza sulla salute delle ossa e delle articolazioni in quanto aumenta il carico articolare e accelera la degenerazione della cartilagine modificandone progressivamente composizione, struttura e proprietà. Lo studio ha calcolato che per ogni 5 kg di peso guadagnato c’è un aumento del 36% del rischio di sviluppare osteoartrosi.
Le terapie a disposizione
“Diverse sono le terapie impiegate per questo tipo di patologia quali FANS, cortisonici, antidolorifici, acido ialuronico intra-articolare, chiarisce Rocco Papalia – Ortopedico UOC di Ortopedia e Traumatologia e Professore Associato Campus Biomedico, Roma. Mentre l’uso continuativo di FANS, cortisonici ed antinfiammatori in genere può, alla lunga, compromettere la salute del paziente per il forte rischio di pesanti effetti collaterali, la terapia infiltrativa risulta essere quella meno aggressiva.
La novità in arrivo: la terapia “ibrida”
Oggi è stato messo a punto un trattamento infiltrativo a base di acido ialuronico che può andare incontro alle esigenze di un paziente particolarmente difficile da trattare come la persona obesa. Una cosiddetta terapia “ibrida”, che unisce cioè le proprietà dell’acido ialuronico ad alto e a basso peso molecolare”.
“E’ riconosciuto come diversi pesi molecolari di acido ialuronico abbiano diverse funzioni biologiche, spiega Mario De Rosa – Professore ordinario di Biochimica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi di Napoli, che ha messo a punto la formula ibrida. L’alto peso molecolare ha un’ azione lubrificante e un “effetto cuscinetto”, mentre quello a basso peso molecolare ha un’importante attività antinfiammatoria e rigenerante. Fino ad oggi non era mai stata presa in considerazione la possibilità di rendere disponibili le proprietà dell’acido ialuronico a basso ed ad alto peso molecolare contemporaneamente.
Benefici immediati e protratti nel tempo
La nuova formulazione non è una banale miscela di acidi ialuronici a differente peso molecolare, ma un innovativo complesso cooperativo che si comporta come sistema a lento rilascio di acido ialuronico ad alto e basso peso molecolare che in forma di complesso sono molto più stabili ai processi degradativi che hanno luogo nel sito di impianto. In questo modo l’alto peso può espletare tutte le sue potenzialità di supporto meccanico all’articolazione mentre, contestualmente, l’acido ialuronico a basso peso contrasta il processo infiammatorio e stimola la produzione endogena delle diverse componenti della matrice extra cellulare tra cui l’acido ialuronico. Le caratteristiche di questa nuova entità ibrida di acido ialuronico sono tali da garantire la persistenza nella cavità articolare e di poter ottenere benefici immediati e protratti nel tempo, conclude il ricercatore”.
“Il trattamento, conclude Papalia, che ha dimostrato di avere un profilo di eccellente tollerabilità, è un sostituto del liquido sinoviale, che permette di ripristinare le proprietà fisiologiche delle articolazioni artrosiche riducendo il dolore e ripristinando la mobilità articolare con un’azione diretta a livello dell’articolazione in cui viene iniettato, senza esercitare nessuna azione sistemica”.
Il prodotto è stato messo a punto dalla ricerca farmacologica di IBSA Farmaceutici che ne ha brevettato il processo produttivo e l’innovativa formula.
Fonti
– Comunicato stampa, HealthCom Consulting, Milano, 24 novembre 2015
– Vincent EK et al – Weight loss and obesity in the treatment and prevention of ostheoarthritis. PM R 2012 May: 4(5): S59-s67
– Sowers MFR, Karvonen-Gutierrez CA – The evolving role of obesity in knee osteoarthritis. Curr Opin Rheumatol 2010, 22(5): 533-37
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