A cura della d.ssa Silvana Leanza, Specialista in Chirurgia Generale e Laparoscopica, team bariatrico dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi (AN).
Scienziati della Cleveland Clinic e di altri Centri dell’Ohio hanno documentato che la chirurgia metabolica riduce del 40% il rischio di morte prematura e di eventi cardiovascolari nei pazienti con obesità e diabete di tipo 2. L’approccio chirurgico consente una più elevata riduzione di peso e un maggior controllo sui valori glicemici del paziente rispetto all’approccio medico convenzionale (dieta e stile di vita). Lo studio, pubblicato all’inizio di settembre 2019 sul Journal of American Medical Association (JAMA), è stato presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia (#ESC2019) che si è svolto a Parigi, dal 31 agosto al 4 settembre 2019.
Ebbene sì. Da tempo è noto come l’obesità grave (Indice di Massa Corporea, BMI ≥ 35) si associ spesso e soprattutto a diabete di tipo 2 (DT2), aumentando notevolmente il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità anticipata.
Il calo di peso nei soggetti con DT2 può portare a una normalizzazione dei valori della glicemia (zucchero nel sangue) che perduri nel tempo. Tali risultati sono stati ottenuti sia con trattamenti medici convenzionali (dieta e attività fisica) sia con chirurgia metabolica. Quest’ultima, tuttavia, risulta essere molto più efficace e con risultati decisamente più duraturi. Siamo nell’ordine del 63.5% di remissione del DT2 con approccio chirurgico rispetto al 15.6% dell’approccio convenzionale. La chirurgia consente anche un dimagrimento più netto oltre a un miglioramento generale delle condizioni di salute del paziente: migliora la pressione arteriosa, il livello dei trigliceridi e dei grassi nel sangue, aumenta il colesterolo buono (colesterolo-HDL) e altri benefici.
La chirurgia metabolica è un’evoluzione della chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica, dal greco “baros” = peso ). Si tratta di una serie di procedure chirurgiche (per esempio by-pass e sleeve gastrectomy) che influenzano in senso positivo il metabolismo del paziente, inducendo una sostanziale perdita di peso e modificando la fisiologia gastrointestinale a beneficio di tutto l’organismo. Diversi studi hanno documentato che queste modifiche stimolano la produzione di alcuni entero-ormoni da parte dell’intestino, ormoni che hanno una funzione regolatrice su tutto l’organismo e in particolare su alcuni organi, tra cui il pancreas. Tutto ciò si traduce in un miglioramento del metabolismo del paziente con obesità e – quando c’è – del diabete. Le evidenze sono tali che la chirurgia metabolica è entrata a pieno titolo tra le opzioni a disposizione anche di endocrinologi e diabetologi per il trattamento del diabete, soprattutto quando la diagnosi è recente.
Secondo le Linee Guida della Sicob si può intervenire con la chirurgia metabolica su pazienti con media e grande obesità che necessitano di un calo ponderale per migliorare lo stato metabolico e su alcuni pazienti con diabete, da valutare caso per caso.
Sì, sono i risultati ottenuti da un team di scienziati del Dipartimento di Chirurgia generale presso la Cleveland Clinic, a Cleveland in collaborazione con i colleghi di altri Centri dell’Ohio e presentati a Parigi, al congresso della Società Europea di Cardiologia (#ESC2019, Parigi, 31 agosto-4 settembre 2019). Secondo i dati presentati, la chirurgia metabolica riduce sensibilmente non solo il rischio di sviluppare gravi eventi cardiovascolari come ictus e infarto, ma anche le probabilità di mortalità precoce per tutte le cause del 41 percento.
Gli scienziati americani sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio retrospettivo con i dati di 13.722 pazienti con obesità e diabete tipo 2, 2.287 dei quali sottoposti a chirurgia metabolica e 11.435 di controllo non operati (BMI ≥ 30). Tutti i pazienti hanno ricevuto le normali cure mediche per la loro condizione e raccomandazioni sul regime alimentare.
I pazienti operati stati sottoposti a uno di questi quattro interventi: bypass gastrico, sleeve gastrectomy, bendaggio gastrico regolabile e switch duodenale. Tutti questi interventi consentono una notevole perdita di peso e modificano la funzionalità gastrointestinale, mediante rimozione o restringimento di una parte dello stomaco e la riduzione della superficie di assorbimento dell’intestino.
I pazienti sono stati osservati per un periodo massimo di otto anni (follow-up fino a dicembre del 2018).
Lo studio si concludeva (endpoint primario) in caso di morte o di insorgenza di una delle seguenti complicanze legate all’obesità e al diabete: fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca, patologie renali, eventi coronarici ed eventi cerebrovascolari.
Incrociando tutti i dati, gli Autori hanno concluso che i pazienti sottoposti a un intervento di chirurgia metabolica non solo avevano un rischio ridotto del 40% di comparsa di una delle cinque complicanze monitorate, come ad esempio un ictus o un infarto del miocardio, ma avevano anche il 41% di probabilità in meno di morire per qualsiasi causa.
Considerati i notevoli risultati osservati, gli Autori auspicano ulteriori studi controllati e randomizzati per avvalorare definitivamente quanto la chirurgia metabolica possa ridurre l’incidenza di gravi problemi cardiaci nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 e obesità. I risultati dello studio sono stati pubblicati in contemporanea al Congresso di Parigi sulla prestigiosa rivista Journal of American Medical Association (JAMA).
References
– Ali Aminian, MD; Alexander Zajichek, MS; David E Arterburn, MD, MPH; et al – Association of Metabolic Surgery With Major Adverse Cardiovascular Outcomes in Patients With Type 2 Diabetes and Obesity. JAMA 2019 Sep 2
– #ESC Congress2019 I World Congress of Cardiology. Parigi, 31 agosto- 4 settembre 2019
– Standard italiani per la Cura dell’Obesità, SIO-ADI, 2016-2017
– Linee Guida di Chirurgia dell’Obesità, Sicob, 2016
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