Con la consulenza del prof. Gianfranco Silecchia, Direttore del Centro di Chirurgia Generale Universitaria e Bariatric Centre of Excellence di Latina, Università Sapienza, Polo Pontino, Roma e coordinatore del Rome Obesity Center di Roma, Pomezia, Frosinone e Grottaferrata.
Trattamento dell’obesità durante il lockdown – Senza inutili allarmisti, è importante in questo momento riflettere su quanto avvenuto in questi mesi di lockdown e pandemia Covid19. Ragionare su quanto abbiamo imparato, cercando di prendere tutti gli aspetti positivi, ci serve per programmare al meglio l’attività futura, sperando che la campagna vaccinale ci aiuti progressivamente ad uscire dallo stato di emergenza.
La pandemia da Covid ha avuto il merito di far emergere a gran voce una verità importante ovvero che l’obesità è una malattia, un concetto che purtroppo dal punto di vista culturale e sociale fa ancora fatica a diffondersi e radicarsi; l’obesità non è ancora accreditata con la stessa dignità delle altre malattie croniche non trasmissibili come il diabete, l’ipertensione etc. Il fatto che per decreto del Governo, l’obesità sia stata iscritta nell’elenco delle patologie aventi diritto alla priorità vaccinale è una conquista da cui non si potrà più tornare indietro. Teniamo anche conto che grazie all’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, presieduto dall’onorevole Pella si sta lavorando per inserire l’obesità nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza così come le altre malattie croniche. Non è possibile che nel 2021, il paziente con diabete possa avere l’esenzione alle cure così come quello che ha le apnee notturne ma non colui che ha l’obesità in quanto tale, che spesso – e voglio sottolineare il paradosso – è la causa di diabete e apnee notturne!
Come più volte sottolineato, la vera emergenza nel periodo 2020-2021 è che si sono incrociate due pandemie, una già preesistente e a lungo sottovalutata: l’obesità, che spesso si associa a diabete tipo 2 e/o altre complicanze, e la pandemia da Covid19 che ha travolto tutto il mondo negli ultimi mesi. Le stime più recenti riportano che circa il 10.5% dei deceduti per Covid – a prescindere dalla fascia di età – erano pazienti con obesità e/o diabete.
Sicuramente la pandemia da Covid19 è stata un terreno fertile per la crescita dell’obesità o l’arresto della sua cura e del suo trattamento sia per la riduzione degli accessi all’ospedale e/o agli ambulatori, acuita dall’isolamento e dall’assenza di attività fisica per chiusura delle palestre e dei centri di riabilitazione e il consumo di cibo come passatempo e/o “anestetico a basso costo” della condizione di stress prolungato, paura e preoccupazioni che tutti abbiamo vissuto e che ancora non ci hanno abbandonato del tutto.
Numerosi studi condotti in questi mesi hanno documentato che la presenza di obesità, in particolare negli uomini, espone a un maggior rischio di:
Le stime diffuse dalle grandi organizzazioni istituzionali ci dicono che i soggetti adulti con obesità di età inferiore ai 60 anni hanno maggiori probabilità di essere ricoverati in ospedale e il rischio di mortalità raddoppia. L’IFSO, Federazione Internazionale che raccoglie tutte le principali Società di chirurgia dell’obesità sottolinea come i tassi di mortalità siano dieci volte più elevati nei Paesi in cui l’eccesso di peso copra più della metà della popolazione. Sono dati che devono farci riflettere.
La pandemia in corso ha evidenziato la fragilità delle persone con obesità e l’accesso prioritario alla vaccinazione antiCovid è il primo vero riconoscimento ufficiale per quella che al momento non è considerata dalle nostre Istituzioni, ma anche dall’opinione pubblica e purtroppo a volte anche dal mondo scientifico, una vera e propria malattia, ma una semplice responsabilità personale dell’individuo che basta “mangi di meno e si muova di più” per risolversi!!. Tra tutti gli aspetti terribili di questa pandemia, l’auspicio è che sia almeno servita per far ottenere i giusti diritti di tutela alle persone con obesità.
Nonostante questo, la chirurgia bariatrica – che rappresenta oggigiorno il trattamento più efficace sia in termini di calo di peso – che si mantiene nel lungo periodo – che di controllo delle complicanze, è stata ridotta in tutti i Centri di cura dell’obesità, se non addirittura arrestata completamente per la pandemia e poi ripresa a singhiozzo e a macchia di leopardo in tutta Italia. Il problema è da un lato la frammentazione regionale del Sistema Sanitario Nazionale che consente alle singole Regioni di regolarsi in modo diverso in base alle risorse disponibili, e dall’altro un retaggio culturale per cui la chirurgia bariatrica non viene ancora considerata una chirurgia prioritaria come la chirurgia oncologica o la chirurgia d’urgenza. Però, però abbiamo scalfito un altro mito. “Al momento della riapertura delle chirurgie di elezione, la chirurgia dell’obesità è stata riconosciuta una delle attività che doveva riprendere perché c’erano pazienti che alle spalle avevano mesi e mesi di preparazione alle procedure e sappiamo che è una chirurgia particolarmente complessa che richiede un lungo percorso di preparazione del paziente”.
“All’ICOT, l’emergenza Covid19 ha portato una vera rivoluzione e un repentino cambiamento dell’attività medica e anche dell’attività chirurgica. Sono stati studiati dei nuovi percorsi di sicurezzasia per i pazienti che per l’intero team di cura e tutti gli operatori sanitari. Sono state introdotte la telemedicina e la teleassistenza che sono state di grande aiuto per cercare di garantire una continuità assistenziale come conseguenza della riduzione degli accessi agli Ambulatori”.
“Sono cambiati i protocolli in sala operatoria, nei reparti dell’ospedale, abbiamo assistito e preso parte a una vera e propria rivoluzione con un impegno incredibile di formazione, di adeguamento, di monitoraggio giorno dopo giorno. Ci siamo trovati di fronte a una realtà che nessuno avrebbe mai pensato di dover affrontare. In definitiva è stata e continua ad essere una grande esperienza umana e professionale”.
Durante questo periodo della pandemia da Covid19 sono stati pubblicati numerosi articoli scientifici soprattutto monitorando il notevole ventaglio di complicanze che si associano alla presenza di obesità e che ne aumentano la fragilità di per sé e nei confronti dell’infezione da Covid19.
Tra i numerosi studi, un recente lavoro francese condotto da Iannelli e collaboratori, 2021 certifica l’effetto protettivo della chirurgia bariatrica nell’epoca Covid. La casistica coinvolta era molto ampia. Sono stati inclusi 8.286 pazienti che avevano una diagnosi di obesità ricoverati per infezione Covid19 trattati tra il 1° gennaio e il 15 maggio 2020. Cinquecentoquarantun pazienti avevano una storia di chirurgia bariatrica pregressa, 7745 erano in trattamento con sola terapia medica. La necessità di ventilazione meccanica in terapia intensiva è stata la metà nel gruppo che aveva alle spalle un intervento di chirurgia dell’obesità dimostrando in maniera chiara che la terapia chirurgica offre uno strumento protettivo efficace nei confronti dell’infezione da Coronavirus.
“In un altro studio condotto in Italia, abbiamo confrontato 840 pazienti operati in 8 Centri bariatrici di eccellenza prima della chiusura del lockdown e siamo andati a controllare se questi pazienti fossero stati in qualche modo protetti dalla terapia chirurgica. Solo 5 casi ( 0.6%) hanno sviluppato un’infezione da Covid19 dopo l’intervento e il tasso delle complicanze post-operatorie era simile a quello di 836 pazienti operati un anno prima. La chirurgia bariatrica offre quindi delle garanzie di sicurezza al paziente non giustificando un’interruzione dell’erogazione delle cure che poi purtroppo si è verificata in tante regioni” sottolinea il prof. Silecchia.
Il termine bariatrica nasce dal greco baros (“βάρος”) che vuol dire peso, quindi la chirurgia bariatrica è la chirurgia del peso ma in realtà negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione e viene oggi definita più correttamente chirurgia metabolica perché l’obiettivo principale delle procedure chirurgiche è quello di controllare in primis le gravi complicanze dell’obesità: diabete, ipertensione, apnee notturne, patologie articolari, respiratorie, etc.
Per chi volesse contattare il Centro di Eccellenza a Latina per fissare una visita, ecco i riferimenti:
MODALITÀ PRENOTAZIONE PRIME VISITE AMBULATORIALI E CONTROLLI CHIRURGIA DELL’OBESITÀ 2021
Centralino 0773/6511, tasto 2, dal Lunedì al Venerdì, ore 8-17
Fax 0773 / 651333
segreteria.uni-icot@giomi.com – chirurgiauniversitariaicot@gmail.com
(NB. Inviare impegnative, sia via fax che email, includendo numero telefonico personale o indirizzo email)
SOLO PER CONTROLLI
Tel. 0773/6513374, tasto 2, dal Lunedì al Venerdì, ore 8-17
Via Franco Faggiana 1668, 04100 Latina (LT)
Sito internet: https://www.facebook.com/chirurgiauniversitariaicot/
Pagina Facebook: @chirurgiauniversitariaicot
Numeri di telefono della Segreteria Universitaria:
0773.6513304 – 0773.6513374
Dal lunedì al venerdì h 8:00 – 16:30
References
– Antonio Iannelli, Samir Bouam, Anne-Sophie Schneck, Sébastien Frey, Kevin Zarca, Jean Gugenheim, Marco Alifano – The Impact of Previous History of Bariatric Surgery on Outcome of COVID-19. A Nationwide Medico-Administrative French Study. Obes Surg 2021 Apr;31(4):1455-1463
– Giuseppe M Marinari, Marco Anselmino, Carlo Tascini, Paolo Bernante, Mirto Foletto, Paolo Gentileschi, Mario Morino, Stefano Olmi, Mauro Toppino, Gianfranco Silecchia – Bariatric and metabolic surgery during COVID-19 outbreak phase 2 in Italy: why, when and how to restart. Surg Obes Relat Dis 2020 Oct;16(10):1614-1618.Epub 2020 Jun 24
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