Le raccomandazioni degli Esperti di AME
Durante il Congresso dell’Associazione Medici Endocrinologi (Trieste 11-14 novembre 2021) si è parlato dell’approvazione del farmaco semaglutide per la gestione del peso e di tutte le altre strategie per contrastare l’obesità.
Semaglutide è un farmaco già utilizzato con successo da qualche anno per il trattamento del diabete tipo 2, ma a dosaggi superiori rispetto alla terapia antidiabetica è risultato molto efficace anche contro l’obesità. Negli Stati Uniti è già in uso per la gestione del peso corporeo.
“Questo farmaco è ora in attesa di approvazione da parte dell’EMA, l’agenzia europea che regolamenta i farmaci, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022”, riferisce Olga Disoteo, Diabetologa Ospedale Niguarda di Milano e responsabile della commissione Diabete dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME), in occasione del Congresso Nazionale dell’Associazione a Trieste. Diventa quindi ancora più chiaro che l’obesità, così come il diabete, va considerata e trattata come una vera e propria patologia. “L’obesità è una malattia recidivante cronica – spiega Disoteo. “Ci sono tutte le ragioni per considerarla tale, dal momento che evidenze scientifiche dimostrano che l’appetito, la sazietà e fino al 70% del proprio peso sono geneticamente determinati”, aggiunge.
Da qui la necessità di mettere a punto nuovi e più efficaci trattamenti. “Le nuove terapie per l’obesità – spiega Marco Chianelli, dirigente medico all’Ospedale Regina Apostolorum di Albano(Roma), coordinatore della commissione Obesità e Metabolismo dell’AME – si basano su composti simili ad ormoni naturalmente presenti nel nostro organismo, detti glucagon like peptide 1 (GLP1). Questi farmaci non solo regolarizzano il metabolismo ma intervengono sulle principali cause dell’obesità: riducono la pulsione verso il cibo e aumentano il senso di sazietà determinando riduzione dell’introito calorico”.
Il farmaco di questa classe, semaglutide, autorizzato in commercio negli USA per la terapia della obesità, promuove una perdita di peso media che può arrivare a circa il 15 per cento del peso corporeo, quando associato a un adeguato stile di vita (dieta corretta e attività fisica regolare).
In data 4 giugno, la FDA americana ha approvato semaglutide per via iniettiva, primo e unico farmaco da prescrizione per la perdita di peso con un dosaggio settimanale. La nuova terapia è indicata per i pazienti dai 18 anni di età in su e dovrà essere accompagnato da un piano alimentare ipocalorico e una maggiore attività fisica per gli adulti con obesità (BMI ≥ 30) o sovrappeso (BMI ≥ 27) che hanno anche problemi medici legati al peso (comorbidità/complicanze associate all’eccesso di peso), per aiutarli a perdere peso e a mantenere tale perdita nel tempo. Il farmaco approvato consiste in una somministrazione settimanale per via sottocutanea da 2,4 mg. Sarà inizialmente a carico del paziente come le altre terapie ad oggi disponibili.
“Attenzione a fare una distinzione tra l’utilizzo del farmaco per il diabete e per l’obesità. “L’azione dei GLP-1RA sul peso corporeo – precisa Disoteo – è dose dipendente, tanto che ci sono studi specifici nell’obesità senza diabete”.
AME fa in questo senso una forte precisazione: l’arrivo del nuovo farmaco più efficace non deve essere il pretesto per fare poca attenzione agli stili di vita. “È fondamentale un cambio di stile di vita, come si fa con i soggetti affetti da altre patologie croniche” sottolinea Disoteo. Buona norma, quest’ultima, che con la pandemia è passata in secondo piano. Ci sono evidenze scientifiche che, da quando l’emergenza Covid è scoppiata, l’incidenza dell’obesità è cresciuta. “Con l’emergenza Covid è aumentata la sedentarietà e l’approccio al cibo con stimoli continui da parte dei media, così come si sono accumulati ritardi degli interventi di chirurgia bariatrica e si sono allungate le liste di attesa per visite endocrinologiche”, aggiunge.
Conclude Chianelli: “La ricerca, la politica e la sanità hanno un compito importante nel promuovere il controllo e la prevenzione di malattie in costante diffusione nella nostra società con un costo personale e sociale elevatissimo”.
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