Il Ministero della Salute ha finanziato un progetto, coordinato dall’Iss (Istituto Superiore di Sanità), mirato alla raccolta di dati attendibili finalizzati allo studio delle cause cliniche e organizzative collegate alle morti materne e alla promozione della prevenzione di quelle che sia possibile evitare.
Sarà coinvolto nel progetto oltre il 60% delle donne in età riproduttiva di sette regioni. Serena Donati, epidemiologa ricercatrice dell’Iss, ha coordinato il progetto insieme a un’altra ricercatrice, Sabrina Senatore; spiega Donati: «Il progetto riguarda Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, regioni in cui risiede il 65% delle donne in età riproduttiva; rappresenta il fiore all’occhiello del Sistema Sanitario Nazionale italiano, che si pone l’obiettivo di aumentare la sicurezza del percorso nascita.
Le morti materne, infatti, benché molto rare in un paese socialmente avanzato come il nostro, sono una priorità di salute pubblica sia per la loro indiscutibile drammaticità, sia per la documentata ‘evitabilità’ di circa il 50% dei casi».
Riferendosi alla precedente ricerca condotta dall’Iss negli anni 2008-2010 sullo stesso tema, Studio delle cause di mortalità e morbosità materna, Donati prosegue: «Se i soli certificati di morte attestavano un rapporto di 4,4 decessi per 100mila nati vivi, lo studio ha invece evidenziato un rapporto di 11,8 decessi per 100mila nati vivi; la sottostima complessiva del 63% presenta una forte variabilità geografica che va da 6,4 morti materne per 100mila nati vivi in Toscana, a 24,1 in Sicilia. Da qui la necessità del nuovo progetto per attivare un sistema pilota di sorveglianza della mortalità».
Al termine dello studio sarà un rapporto pubblicato con tutti i dati.
Fonte
Sanità News ISS, 31 gennaio 2013