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Il tessuto adiposo (massa grassa) non è deputato solo allo stoccaggio o al rilascio di grasso disponibile per le attività che richiedono energia ma si comporta come un organo endocrino a tutti gli effetti, influenzando l’intero metabolismo corporeo e dialogando con gli altri organi, al pari di quelle ghiandole a secrezione interna, come tiroide o ipofisi, che nel nostro organismo producono messaggeri chimici attivi anche a distanza dal punto di origine, gli ormoni. Oltre ad ormoni (soprattutto leptina e adiponectina), l’organo adiposo rilascia fattori di crescita, enzimi e altre molecole, per lo più proteiche, chiamate complessivamente adipochine o adipocitochine, che agiscono sia localmente che a distanza. Proprio sulla funzione di questi mediatori biochimici e sulle loro potenzialità terapeutiche, si sta concentrando l’attenzione della ricerca clinica in questi anni per la lotta contro l’obesità.
Le adipochine hanno struttura e funzioni anche molto diverse tra loro e svolgono funzioni di tipo immunitario, fattori di crescita, proteine coinvolte nella regolazione della pressione sanguigna (angiotensinogeno), nell’omeostasi vascolare e molte altre.
Tra le adipochine prodotte sono comprese diverse molecole pro-infiammatorie, per esempio la resistina che favorisce l’insulino-resistenza e il TNF-a (Tumor Necrosis Factor-alfa). Quest’ultimo mediatore, oltre ad indurre anch’esso insulino-resistenza, influisce sui processi dell’aterosclerosi e sulle disfunzioni della parete dei vasi (endotelio). È un mediatore della risposta infiammatoria e la sua presenza risulta aumentata nelle persone con obesità. Altre molecole pro-infiammatorie sono l’interleuchina-6 e l’interleuchina-8 che favoriscono i processi aterosclerotici.
Una gran mole di letteratura dimostra un’importante associazione tra obesità e molecole spia (markers) di infiammazione. Quest’ultima è probabilmente sia una conseguenza dell’incremento di tessuto adiposo sia una concausa di sviluppo dell’obesità e delle sue complicanze (diabete di tipo 2, ipertensione, etc).
Le due adipochine più secrete dagli adipociti sono la leptina e la adiponectina. La leptina è un ormone che gioca un ruolo molto importante nella regolazione del metabolismo agendo principalmente a livello del sistema nervoso centrale dove è in grado di penetrare la barriera ematoencefalica e di legarsi alle membrane cellulari. I suoi livelli sono direttamente correlati con la quantità di massa grassa: agendo come molecola segnale per il cervello, in relazione ai depositi di grasso, è in grado di ridurre l’appetito, limitare l’assunzione di cibo e aumentare il consumo energetico dell’organismo. Sembra inoltre, agire a livello del sistema immunitario e della fertilità. È una molecola tutt’ora sotto esame.
L’adiponectina modula la sensibilità all’insulina; ha un’azione vasoprotettiva e antinfiammatoria. I suoi livelli – al contrario della leptina – sono inversamente correlati con la quantità di massa grassa: maggiore è la massa grassa, minore è la quantità di adiponectina rilasciata dal tessuto adiposo.
La figura rappresenta in modo semplificato e schematico alcune interazioni che legano l’organo adiposo con altri organi. A livello di cuore e vasi, l’aumento di massa grassa favorisce l’aterosclerosi e il rialzo dei valori pressori (ipertensione arteriosa); a livello dei muscoli, la sensibilità all’insulina è regolata dagli adipociti che alterano la funzione muscolare; a livello delle ossa, l’osteoporosi è associata a un aumento del grasso midollare che riduce sintesi di cellule del sangue (emopoiesi); l’elevata adiposità si correla con la crescita tumorale e la formazione di metastasi; i fluidi linfatici (milza) favoriscono l’accumulo di grasso, gli adipociti forniscono nutrienti ai linfonodi locali; a livello della cute, gli adipociti favoriscono la cicatrizzazione e regolano la crescita dei capelli.
Fonti
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