Neurology, la rivista dell’Accademia americana di Neurologia, ha pubblicato uno studio scientifico secondo cui il declino cognitivo, la diminuzione cioè della memoria e della capacità di pensiero e di ragionamento, può essere accelerato dal sovrappeso, che può anche essere causa dell’aumento del rischio di demenza.
La causa non è chiara ma secondo gli autori della ricerca potrebbe essere collegata all’aumento dei livelli di zuccheri e di colesterolo nel sangue; chi soffre di alterazioni metaboliche è soggetto a uno o più fattori di rischio, come pressione alta, livelli bassi di colesterolo buono Hdl, glicemia alta, trigliceridi alti, o l’assunzione di farmaci per tenere sotto controllo la pressione, quelli anti-diabete e anti-colestrolo.
Autore della ricerca è Archana Singh-Manoux dell’Iserm (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale, l’ente francese per la ricerca nel campo della salute) che ha condotto lo studio in collaborazione con i ricercatori dell’University College di Londra e che ha ottenuto il finanziamento anche del British Medical Research Council e degli americani Nih (National Institutes of Health); Singh-Manoux avverte però che saranno necessari nuovi approfondimenti sui legami fra obesità e funzioni cognitive, come gli effetti che possono esercitare i fattori genetici o la durata nel tempo delle condizioni di obesità e delle alterazioni metaboliche.
Shirley Cramer, dell’Alzheimer’s Research UK, sul sito della Bbc osserva: «Considerando il continuo aumento dei livelli di obesità, sarebbe opportuno scavare più a fondo nel legame fra sovrappeso e demenza; precedenti ricerche hanno suggerito che seguire una dieta sana, fare regolarmente attività fisica, non fumare e tenere sotto controllo la pressione e il colesterolo una volta raggiunta la mezza età, può prevenire la demenza. È un’emergenza in crescita e questi studi ci invitano a ricordare l’importanza di stili di vita sani».
La ricerca ha coinvolto oltre 6.400 impiegati pubblici britannici che all’inizio avevano un’età media di 50 anni, per la metà (53%) avevano un peso normale, il 38% era sovrappeso, il 9% obeso; il 31% di loro presentava fattori di rischio metabolico. I partecipanti sono stati sottoposti a tre diversi test cognitivi nel corso dei successivi 10 anni, dalla cui analisi è risultato che le persone obese con problemi metabolici presentavano un declino cognitivo di un quinto (22,5%) più veloce rispetto alle persone che avevano un peso normale e non presentavano problemi metabolici.
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L’obesità accelera l’invecchiamento del cervello
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LA PAROLA DEL GIORNO
CHO: sono le unità di misura dei carboidrati per le quali esistono delle tabelle di conversione che indicano il peso in grammi degli alimenti contenenti carboidrati equivalenti a 1 unità (o grammi) di CHO. Le unità di carboidrati assunte sono un criterio importante per la scelta della dose giusta di insulina da iniettarsi.