Secondo una ricerca condotta da un team di studiosi della Charité – Universitätsmedizin Berlin, e della Martin Luther Universität di Halle, finanziato anche dal Ministero per l’Istruzione e la Ricerca tedesco, chi ha valori glicemici più alti della media ha un rischio maggiore di disturbi precoci della memoria, anche senza avere patologie come il diabete di tipo 2 o l’intolleranza al glucosio.
Uno degli autori della ricerca, lo psichiatra Dan Rujescu, del Dipartimento di Psichiatria dell’ateneo di Halle, spiega: «Gli effetti deleteri dell’iperglicemia diabetica sulle strutture cerebrali, in particolare sull’ippocampo, sono già stati segnalati da precedenti studi; la ridotta tolleranza al glucosio (Igt, Impaired Glucose Tolerance) e il diabete mellito di tipo 2 (Dmt2) si associano a un calo delle funzioni cognitive e a una più alta incidenza di demenza, fra cui quella vascolare e l’Alzheimer».
Per verificare se l’iperglicemia può provocare danni sulla memoria e l’ippocampo, anche in assenza di Igt o di Dm2, gli studiosi tedeschi hanno reclutato una coorte di 141 soggetti di 63 anni di età media, senza diabete né pre-diabete, e ne hanno valutato l’associazione a breve e lungo termine fra metabolismo del glucosio, prestazioni mnemoniche e strutture ippocampali, con il risultato che quelli che avevano i valori più bassi di glucosio e di HbA1c (emoglobina glicata), avevano migliori punteggi mnemonici e un maggiore volume dell’ippocampo.
Precisa Rujescu: «La memoria è stata misurata con il Rey Auditory Verbal Learning Test, in cui i partecipanti dovevano ricordare una lista di 15 parole 30 minuti dopo averle ascoltate; glicemia e ippocampo sono intanto stati valutati rispettivamente con il dosaggio di HbA1c e glicemia, e con la Mri (Megnetic Resonance Imaging), eseguita con un apparecchio da 3 Tesla, capace di dettagli anatomici di eccezionale chiarezza.
Questi risultati suggeriscono che, anche in assenza di glicemie patologiche, tenere i livelli di glucosio nel sangue più bassi possibile, riducendo l’apporto calorico e aumentando l’attività fisica, potrebbe essere una strategia promettente per prevenire o rallentare il declino mnemonico e cognitivo legato all’età».
Lo studio tedesco è stato pubblicato su Neurology, la rivista dell’Accademia americana di Neurologia.
Fonte
Lucia Kerti et al – Higher glucose levels associated with lower memory and reduced hippocampal microstructure. Neurology 10.1212/01.wnl.0000435561.00234.ee
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