“Regimi dimagranti: accettabilità e percezione dell’efficacia”, questo il titolo di una ricerca condotta nell’ambito dell’Étude NutriNet Santé, con lo scopo di comprendere il rapporto fra la nutrizione e la salute; i volontari sono stati valutati dai ricercatori francesi grazie alle risposte date a questionari pubblicati su un sito appositamente costruito.
Il coordinatore dello studio è Serge Hercberg, dell’Inserm (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale), che spiega: «Su circa 106mila volontari che hanno risposto ai nostri questionari, ben due donne su tre e la metà degli uomini hanno dichiarato che vorrebbero pesare di meno; ma quello che ci ha maggiormente sorpreso è che questa aspirazione è condivisa anche da più di metà delle donne e da un quarto degli uomini che hanno un peso del tutto normale, e che quindi non avrebbero alcun bisogno di dimagrire». Questo vuol dire che sono molte le persone che non si accettano come sono, come dimostrano le risposte date alla domanda sulle ragioni che le avevano spinte a seguire una dieta: “Per sentirmi bene nel mio corpo”, “Per motivi estetici”, soprattutto le donne: circa nove donne su 100 infatti, dai 15 anni in su ha seguito più di dieci diete diverse.
Sibilla Berni, del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (Cra) e già ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) osserva: «I risultati dello studio francese sono interessanti per il nostro paese perché mettono in luce una realtà presumibilmente simile alla nostra, anche in base alle osservazioni condotte da noi. Le diete più seguite sono più o meno le stesse che vengono seguite anche in Italia».
In Francia quasi un terzo di chi ha seguito una dieta si è affidato a diete note come la Dukan o a quelle tipo ‘dieta del minestrone’ o ‘dieta del limone’; un altro terzo ha osservato le raccomandazioni della sanità pubblica in tema di nutrizione: diminuire la quantità di cibo e variare gli alimenti. Gli altri si sono rivolti ai cibi dietetici venduti nelle farmacie o nei negozi specializzati o si sono creati una dieta su misura, diminuendo zuccheri o grassi o carboidrati o ha eliminato i fuoripasto; una persona su dieci si è fatta prescrivere una dieta equilibrata e si è fatta seguire dallo specialista per tutta la sua durata.
L’efficacia di gran parte delle diete è però deludente, stando ai risultati dello studio francese; osserva Hercberg: «Le persone che hanno seguito una gran varietà di regimi dimagranti sono proprio quelle che ne denunciano la maggiore inefficacia, sia perché non sono dimagrite, o sono addirittura ingrassate, sia perché a distanza di sei mesi hanno recuperato l’eventuale peso perduto».
Per oltre la metà di chi si è affidato a diete ‘di marca’, soprattutto la Cohen e la Dukan, il risultato è stato deludente a causa del peso ripreso poco dopo la fine della dieta.
La Weight Watchers è ritenuta un po’ più efficace ma il regime alimentare che è stato considerato più affidabile da oltrei i tre quarti dei partecipanti allo studio (76%) è quello che prevede di seguire le prescrizioni nutrizionali classiche; il calo del peso è più lento ma i risultati si mantengono più a lungo.
Inoltre, le persone che scelgono di nutrirsi in modo più sano, sono anche quelle più disponibili ad abbracciare una stile di vita più sano, aumentando l’attività fisica. Diete come la Dukan o quelle ‘fai da te’ sono anche più complicate e quindi più scomode da seguire, e frustranti, come spiega Hercberg: «Per valutare questo aspetto, nei questionari abbiamo raccolto opinioni anche su difficoltà, senso di frustrazione e disagio che il nuovo regime può comportare, per esempio, nella preparazione dei pasti da condividere con i familiari, o nella scelta dal menu di un ristorante. Premesso che le diete dimagranti vanno fatte solo quando servono davvero, all’occorrenza è meglio scegliere regimi meno spettacolari, seguire le raccomandazioni nutrizionali indicate nelle strutture sanitarie pubbliche, non pretendere risultati troppo rapidi, ma puntare a risultati adatti a mantenere la perdita di peso. E farsi seguire dal medico, nel caso esistano veri problemi dietetici».
Secondo gli autori dello studio, i risultati integrano quelli dell’Anses (Agence Nationale di Sécurité sanitaire, de l’alimentation, de l’environnement et du travail, Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria, alimentare, dell’ambiente e del lavoro), che nel suo rapporto del 2010 aveva dimostrato che le diete legate a marchi commerciali e che prevedono troppe rinunce alimentari, possono essere fonte di rischi per la salute a causa degli squilibri nutrizionali che provocano: oltre che problemi psicologici e disturbi alimentari, si rischiano danni anche permanenti a reni, ossa e cuore.
Fonte
Studio Nutrinet Santé