La struttura della storia della malattia

Nella storia della malattia, che è la vera protagonista, assieme all’altra vera protagonista che si è perduta, “la salute”, ci sono personaggi, un luogo/più luoghi, un tempo (giorni, mesi, anni) e degli eventi che si susseguono.
I personaggi, oltre al paziente “protagonista” del racconto sono le persone che direttamente o indirettamente interagiscono con il malato: possono essere, per esempio: familiari, badanti, altri medici, infermieri, colleghi di lavoro, amici, conoscenti, vicini di casa… Spesso sono i personaggi “minori” ad avere un ruolo scatenante di eventi successivi – l’invio ad un centro diagnostico – o il farsi carico della persona ammalata.

E’ utile, per il curante che raccoglie informazioni, domandare i luoghi degli accadimenti perché possono servire a contestualizzare il racconto: danno senso di realtà ai fatti inserendoli in una rete storica e sociale, deprivandoli dell’indeterminatezza spaziale.

Anche il tempo è fondamentale perché è un indicatore di fino a che punto i fatti occupino il passato e il presente della persona malata: da evidenze riportate in letteratura, l’insieme possibile delle cause scatenanti (a meno che non si tratti di un incidente traumatico) sono più antiche dei primi sintomi che sono riferiti dal paziente al medico, e il professionista sanitario talvolta è più focalizzato, perché condizionato, sul presente e sul passato prossimo che sul passato remoto.

Le fasi della costruzione di una storia
Le fasi della costruzione di una storia, da parte di un professionista di cura, sono riassumibili in:

  • Capacità di ascoltare
  • Capacità di fare domande inerenti alla sfera sociale e psicologica, oltre a quelle legate ai sintomi della malattia
  • Capacità di trasformare il racconto “orale” del paziente e il suo linguaggio “non verbale” in un racconto scritto veritiero e verosimile a testimonianza per gli altri professionisti di cura e per il paziente stesso.
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