L’inizio.
C’era una volta una bambina di nome Isabella che viveva con mamma, papà fino agli 8 anni, 7 sorelle, 700 pecore, 6 cani, 13 gatti, un po’ di galline, 5 capre, 3 asini, qualche maiale in una casa in campagna ovviamente… una casa coloniale senza servizi igienici, senza acqua potabile (avevamo il pozzo) ma tanto verde e pensate pagavamo l’affitto con il letame delle pecore che il padrone usava come concime per i suoi campi.
Io ero una bambina, strano ma vero, molto gracile, mi ammalavo spesso per ogni malattia infettiva mi relegavano in una brutta stanzetta dell’ospedale altrimenti avrei contagiato i miei fratelli (io sono la terza di sette) poi a 11 anni un intervento d’urgenza per  appendicite con peritonite, 1 mese di ospedale e sono uscita che non mi andavano più bene i pigiami ma ero ancora normopeso e, quando mangiavo, lo facevo di gusto.
Tutti i visitatori esterni alla casa dicevano che mangiavo poco ma non più di tanto, ero snella, mentre la famiglia, e in particolare mamma, mi vedeva gracile.
Gli abitanti della casa erano tutti snelli, si mangiava ciò che passava il convento ma soprattutto quello che si seminava.
In casa si cucinava, si mangiava cibo sano per lo più ciò che nasceva nell’orto e quello che ci davano le pecore e le capre.
….. non ho mai visto il frigo pieno da bambina se non di carne, mentre in dispensa c’erano tante scatolette di pomidoro, fagioli. Mai capitava di mangiare fuori di casa: non potevamo permettercelo. Il cibo era per questa bambina nutrimento e mangiavo quando avevo fame.
La bambina giocava principalmente a nascondino, salto della corda e correva per i prati. Ogni tanto stava da sola, assorta guardava le nuvole ma era difficile stare soli con tutti i fratelli. Si muoveva ogni giorno: estate o inverno passava i pomeriggi fuori.
Poi a 16 anni ha cominciato a giocare a pallavolo.
Crescendo, la ragazza divenne sempre più alta, fino a 165 cm, e sempre più grassa, fino a toccare un peso di 80 kg a 22 anni. Non c’erano dubbi: era diventata obesa.
Tutti glielo facevano notare.
La famiglia cominciò a dire che l’importante è avere la salute, facendola sentire sopportata.
Da quel momento, iniziarono una serie di prove per far scendere l’ago della bilancia, di diete lette sui giornali, diete in centri dimagranti dietologi privati e convenzionati formule magiche.
Guardava le persone magre intorno a sé, si chiedeva: perché a me? Io me lo meritavo.
Poi si domandò: la sua obesità era una malattia? No era scarsa volontà.

Il viaggio nelle cure.
Il primissimo appuntamento con un ESPERTO avvenne all’età di 22 anni, quando era solo in sovrappeso: la mise a stecchetto. Con una dieta da 1000 calorie e dopo 2 mesi una da 700 persi 17 kg in 3 mesi; costo 3 milioni di lire.
Nel corso degli anni, iniziò 27 diete, tra le quali 1200 calorie e slim fast e poi herba life.
Inoltre visitò un numero di 8 variegati “esperti” di diete: medici e dietologi, oltre a venditori improvvisati di brodaglie.
Nel frattempo, la sua vita si era modificata: mi sono sposata e a 29 anni ho avuto 2 gemelle; papà era morto quando avevo 8 anni in seguito a un incidente di caccia; un colpo dritto al cuore all’età di 46 anni. La protagonista ha rimosso… ciò che ha provato quando è morto mio padre… ho avuto una grande mamma che amo moltissimo; quando sono nate le mie figlie mi sono sentita realizzata mio marito è una persona speciale.
All’età di 41 anni raggiunse il peso più elevato: 112 kg. Si sentiva mostruosa. Il suo corpo aveva piedi e gambe gonfie, mal di schiena, rigurgiti notturni, stanchezza continua.
Passava le sue giornate a mangiare.
Quando usciva di casa, vestita di colore nero, per andare altrove prendeva auto privata. La folla la guardava e io non guardo nessuno. Trovandosi tra loro sono sempre gentile e cerco di non essere mai al centro dell’attenzione.
Cercò un lavoro e successe che ho trovato lavoro a 22 anni e pensò che il suo corpo pesante mi facesse sentire sempre in imbarazzo.
Il suo sogno era laurearmi in scienze motorie.
Le diete e le altre terapie facevano effetto ma poi riprendevo tutto e di più. Ne ricordava una in particolare, quando sembrava che avesse raggiunto il risultato sperato. Dietro consiglio di un dietologo, aveva cominciato a dieta e saune con massaggi e farmaci. Il peso scese a 67 kg in 2 mesi. Si sentiva bene, leggera ma affamata. Le sue giornate divennero abbastanza spensierate. Ma il peso tornò nuovamente ad aumentare appena mangiavo uno yogurt prendevo peso.
Il mio compagno mi sorprese a provocarmi il vomito e mi fece smettere di andare da quel dietologo dicendo che mi amava anche se in sovrappeso. Quando il peso calava, dopo le fatiche di una terapia, il mio compagno mi faceva i complimenti. Allo stesso modo, le figlie mi hanno detto che sperano di non diventare come me.
Ma un bel giorno, scoprì attraverso delle altre persone obese che forse c’era una speranza: la chirurgia bariatrica.
L’intervento chirurgico per il controllo del peso era un tesoro prezioso a cui avrei pensato solo in extremis.
La persona decise che sarebbe stato opportuno affrontare la sala operatoria.

Oggi.
La protagonista oggi si sente depressa perché ha dovuto aprire il tesoro. Ricorda la sua famiglia d’origine con tenerezza. Ho deciso che mi vestirò di nero, che vorrei prendermi delle rivalse contro tante persone che mi hanno e mi sottovalutano a causa del mio peso.
Ho deciso che lo specchio è mio nemico e la bilancia è il mio giudice.
Trascorre il suo tempo ad aspettare l’intervento.
I suoi figli, se ne ha, sono snelli. Li nutre con affetto con quello che gli fa bene cerco di controllare che il loro peso resti normale e permette che giochino a quello che vogliono.
Il suo sogno oggi è tirare fuori la vera me stessa che ora è rinchiusa dal grasso e succederà …. se supererò l’intervento.

PESO 112
ALTEZZA 165

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