Intervista alla D.ssa Monica Giuffrè**, Biologa Nutrizionista e specialista in scienze dell’alimentazione nel team diretto dal Dr. Vincenzo Borrelli.

 

Dott.ssa Giuffrè, combattere l’obesità è un lavoro di squadra?

Certamente si. L’obesità è una patologia complessa, multifattoriale che richiede un approccio multidisciplinare come richiesto dalle più attuali Linee Guida della Sicob, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità; il chirurgo bariatrico, nel nostro caso il dr. Vincenzo Borrelli, è sempre affiancato da un nutrizionista e da uno psicologo insieme ad altri specialisti (anestesista, diabetologo/endocrinologo, pneumologo, nefrologo, chirurgo plastico postbariatrico, etc) che lavorano in sinergia, in base alle singole necessità. Tutto questo per garantire al singolo paziente il percorso terapeutico più appropriato e la miglior cura possibile dove per cura si intende non solo il dimagrimento ottenibile con gli interventi di chirurgia bariatrica o percorsi di riabilitazione nutrizionale ma anche la ricostruzione fisica della propria immagine corporea successiva a un dimagrimento importante e il follow up (visite di controllo) negli anni successivi.

 

L’intervento bariatrico, quindi, non funziona da solo?

Ogni intervento di chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica) – per soddisfare ogni obiettivo – deve essere sempre supportato da un’alimentazione corretta, che per molti soggetti è tutta da imparare, anzi da re-imparare.
Da una parte l’intervento bariatrico, sia restrittivo che malassorbitivo, determina nella persona un precoce senso di sazietà e questo porta a ridurre le quantità e a mangiare di meno, dall’altra parte, dopo un intervento chirurgico il paziente deve imparare a collaborare e a mangiare in modo corretto. E’ un po’ come se dovesse essere svezzato per la seconda volta e non per tutti è una situazione facile anche se nelle visite preliminari se ne parla molto con i nostri pazienti.

Le persone operate con intervento bariatrico (e spesso anche chi gli sta vicino) devono cambiare le proprie abitudini alimentari, informarsi e conoscere i vari nutrienti (grassi, zuccheri, proteine, micronutrienti, etc), saper scegliere gli alimenti giusti e saper aderire anche nel lungo termine in modo più consapevole a una nuova dieta equilibrata, cosa che non hanno fatto per tanti anni, associando anche un programma di attività fisica, magari cominciando da zero perché sino ad allora si è vissuto in modo del tutto sedentario.

 

Subito dopo l’intervento, fornite al paziente delle norme di comportamento?

Esattamente. Nell’immediato post-operatorio, quando il paziente è ancora ricoverato, forniamo ai nostri pazienti delle vere e proprie Linee Guida su dieta e stile di vita, specifiche per l’intervento a cui è stato sottoposto, a cui il paziente dovrà attenersi nei mesi a venire, per garantire:

  • un calo ponderale soddisfacente e che duri nel tempo;
  • l’aderenza a una corretta alimentazione anche nel lungo termine e non solo nel breve periodo;
  • la prevenzione da eventuali carenze nutrizionali, che possono comparire dopo alcuni tipi di interventi come quelli malassorbitivi.

 

Tra le raccomandazioni che fornite ci sono delle regole generali che valgono per tutti i tipi di interventi?

Sì, una parte delle indicazioni che forniamo ai pazienti sono generali e quindi valide per tutti; si tratta di regole e di corrette abitudini da imparare e da seguire con serietà. Ne va del successo dell’intervento stesso. Le principali raccomandazioni sono le seguenti:

  1. Fare 3 pasti principali e solo 2 spuntini. Si raccomanda di mangiare a tavola, seduti e con tutto ben apparecchiato. Occorre concentrarsi al momento del pasto.
  2. Consumare il pasto molto lentamente, masticando con cura e non è sempre un compito facile ma occorre riuscirci perché è un aspetto davvero molto importante. Imparare a fare una pausa tra un boccone e l’altro può aiutare.
  3. Non bere e mangiare in contemporanea. Nella tasca dello stomaco che è stata creata o il paziente mette i liquidi o mette il cibo, non può mettere entrambi, altrimenti rischia di vomitare.
  4. Imparare a capire quando si è sazi. L’intervento provoca un senso di sazietà molto precoce ma non tutti i pazienti sono in grado di percepirlo nel momento giusto. È importante non sforzarsi a mangiare di più, una volta raggiunto il senso di sazietà. Basta un boccone in più per avere poi singhiozzo, sensazione di nausea, vomito e altri fastidiosi sintomi.
  5. Privilegiare alimenti di consistenza solida (superate le prime quattro settimane dall’intervento) quindi imparare a masticare molto lentamente tutto ciò che è solido e non tutto ciò che scende più facilmente tipo creme, passati, formaggi cremosi etc
  6. Evitare gli zuccheri semplici (dolci, merendine, snack etc), le bevande gassate e gli alcolici che alcuni sottovalutano e che invece contengono parecchie calorie.
  7. Evitare di spiluccare tra un pasto e l’altro (è bene ricordare che è sbagliato mangiare poco e spesso per questo tipo di pazienti!).

 

 

Ci parli della piramide alimentare dopo gli interventi bariatrici? Che cos’è? Perché l’ha creata? In che cosa si differenzia rispetto a quella “classica”?

La piramide alimentare post-bariatrica è uno strumento un po’ diverso rispetto a quella “classica” perché è stata studiata ad hoc per i pazienti che sono stati operati con intervento di chirurgia bariatrica o di chirurgia metabolica. E’ uno strumento semplice ma molto utile e pratico, di facile consultazione per il paziente.

La piramide riportata sopra suggerisce le scelte alimentari giornaliere nella fase del post-intervento di chirurgia bariatrica.

Alla base della piramide, quindi al primo piano sono visibili le ‘buone abitudini’ che il paziente operato deve adottare quasi da subito: svolgere attività fisica giornaliera, bere almeno 1,5 litro di acqua al giornomasticare sempre accuratamente e assumere gli integratori di minerali e vitamine secondo prescrizione.

Al secondo livello – al contrario della piramide alimentare tradizionale – non abbiamo i carboidrati ma abbiamo le proteine. Perché? Perché la perdita di peso a cui vanno incontro i pazienti nella fase post-bariatrica è notevole e molto veloce, non è detto che si riesca a perdere solo massa grassa, più spesso inevitabilmente si perde anche massa magra, per cui per cercare di preservare la massa magra i pazienti devono rigorosamente cercare di implementare il consumo di proteine, cosa – peraltro – non semplicissima. Avere a disposizione questo strumento semplice e visivo aiuta il paziente a ricordare che almeno uno dei pasti principali deve essere a base di proteine: solo carne, solo pesce, solo uova, solo formaggio. Non sono previsti né carboidrati né verdura come contorno.

Al terzo livello abbiamo frutta e verdura per l’apporto prezioso di fibre, vitamine e minerali. Al penultimo livello ci sono i carboidrati e all’apice, gli alimenti da limitare al massimo: bibite gassate, dolci e condimenti grassi.

 

 

 

Fonti

– Moizé VL et al – Nutritional Pyramid for Post-gastric Bypass PatientsObes Surg 2010; 20: 1133-1141

– Papailou J, Albanopoulos K, Toutouzas KG, et al – Morbid Obesity and sleeve Gastrectomy: how does it work? Obes Surg. 2010: 1448-55

– Melissas J, Koukouraki S, et al. – Sleeve Gastrectomy: a restrictive procedure? Obes Surg 2007; 17: 57-62

– Antje Dammas Machado, Asja Friedrich, Klaus Michael Kramer, et al – Pre- and Postoperative Nutritional deficiencies in obese patients undergoing laparoscopic sleeve gastrectomy. Obes Surg 2012 22: 881-889

 

 

 

**La D.ssa Monica Giuffrè è biologa nutrizionista e specialista in scienze dell’alimentazione. Sin dall’inizio della sua attività professionale ha sviluppato un forte interesse per le problematiche nutrizionali legate all’obesità e al percorso di chirurgia bariatrica. Attualmente svolge la sua attività nel team diretto dal dr. Vincenzo Borrelli.
È autrice e co-autrice di numerose pubblicazioni, con particolare interesse per la nutrizione postchirurgia bariatrica.

 

Vittoria Majocchi

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