A cura di Emanuela Paone**, Psicologa e Psicoterapeuta, “Sapienza” Università di Roma, ICOT Polo Pontino (LT)
Il tema della cura dell’obesità incontra ancora tante resistenze nella società di oggi. Ci si sofferma troppo poco sulla sofferenza e il disagio psicologico della persona con obesità, sofferenza che investe sia la scelta del tipo di cura che le relative tappe.
In virtù dello stigma per l’eccesso di peso, ancora ritenuto da molti un indicatore di scarsa volontà e pigrizia, anche la chirurgia dell’obesità viene spesso discriminata, rispetto ai trattamenti tradizionali con dieta ed attività fisica, perché giudicata facile scorciatoia che poco responsabilizza la persona nel suo processo di cura. Accade così che il malato che sceglie la chirurgia bariatrica, per migliorare la sua condizione di salute, si trovi a un bivio, tra due lame taglienti di forbice: da un lato colpevolizzato perché sofferente di obesità e dall’altro biasimato per il tipo di percorso di cura scelto.
Intervento bariatrico: avrò fatto la scelta giusta?
Uno dei momenti critici e fonte di forte stress personale è proprio quello che precede l’intervento, quando l’obeso si ritrova solo con se stesso a pensare se tale intervento – tanto voluto, sognato e atteso, magari per mesi se non anni- sia la scelta giusta e soprattutto si trova da solo ad affrontare l’inizio del lungo percorso verso il suo cambiamento.
In attesa di essere chiamati per andare sul letto operatorio, la testa si riempie di pensieri contrastanti e di forti emozioni, che difficilmente vengono espresse con le parole, rendendo ancora più difficile a familiari, amici e parenti comprendere fino in fondo la delicatezza di quel momento.
L’assalto di mille paure, pensieri ma anche… speranze
La paura di addormentarsi e non svegliarsi più, di non rivedere le persone che si amano; l’incognita di ciò che accadrà dopo il risveglio si miscela con il desiderio di guarire da una condizione fisica e psicologica – l’obesità – ormai diventata un peso insopportabile in cui non ci si riconosce più.
Si ripercorrono tutti i momenti belli e brutti che hanno contraddistinto la scelta della chirurgia bariatrica: i pregiudizi, le difficoltà, le frustrazioni, i pianti, i rimproveri, i fallimenti delle mille diete provate e i suggerimenti positivi di altre persone che ci sono già passate, l’incoraggiamento dei medici o degli infermieri; molti pazienti mi confessano di avere pensato all’intervento come all’ultima chance e che “… dopo, comunque vada, non sarà più come prima …” facendo emergere quella forza interiore molto spesso definita: ”rinascita”.
L’atto operatorio comporta inevitabilmente una paura naturale, irrazionale e condivisibile a cui è impossibile sottrarsi: la freddezza della sala operatoria, l’anestesia generale, il sonno profondo, i rischi operatori (letti e sottoscritti nel consenso informato), il pensiero di delegare il controllo delle propria vita ai chirurghi e agli operatori di sala operatoria… mille pensieri si accavallano in un turbinio di emozioni, angosce e smarrimento.
Tali paure investono gli stessi familiari che molto spesso rispondono con la domanda interlocutoria, più o meno manifesta, sul fatto se e quanto valga la pena sottoporsi a tale strazio. Proprio davanti a questi dubbi, la persona obesa si sente nuovamente, ancora una volta sola, non accolta, non ascoltata.
10 consigli per affrontare meglio lo stress dell’intervento
Partendo dal presupposto che ogni paziente ha problemi e reazioni diverse davanti a un intervento, come – probabilmente, ognuno di noi – (voglia di scappare, irritabilità, tensione, tremore, elevata sudorazione, tachicardia etc.) vi sono strategie di carattere psicologico volte a ridurre lo stato di tensione, da mettere in atto nei giorni precedenti e/o nel giorno stesso dell’intervento:
- Ricordare sempre che la paura di un intervento chirurgico è assolutamente normale, sarebbe strano il contrario, perché si è davanti a un’esperienza nuova e unica, anche se si è già stati operati altre volte. Ciò che non si conosce genera sempre paura, è l’effetto del suo eccesso che va gestito non la sua presenza.
- Il giorno dell’intervento può mettere di fronte a sentimenti di confusione e di disorientamento. L’assenza d’informazioni e l’incertezza su cosa accadrà possono dar luogo a vissuti di ansia e/o depressione anche intensi. Gli effetti di queste emozioni possono essere ridotti fortemente facendo domande, nei giorni precedenti all’intervento, su cosa si andrà incontro, quali passaggi medici si dovranno affrontare. Ciò consentirà di ridurre fortemente i possibili fantasmi prodotti dalla nostra mente e di passare da ruolo passivo a ruolo attivo e propositivo dell’esperienza operatoria.
- Durante la discesa in sala operatoria il paziente viene “spogliato” dei suoi vestiti e gli viene fatto indossare un camice apposito. L’immagine personale che resta impressa è quella di un corpo nudo, che richiama una percezione di nudità fisica ma anche emotiva. Questa nudità mente-corpo può far emergere emozioni intime molto forti in grado di aumentare il senso di solitudine che accompagna l’avvio dell’atto chirurgico. È importante cercare di non spaventarsi, raccogliere questi pensieri ed emozioni e sapere che faranno parte dei dialoghi durante gli incontri psicologici obbligatori nelle fasi post operatorie del percorso individuale.
- Il paziente ritiene che il suo unico punto di riferimento sia il chirurgo, a cui ha deciso di affidarsi. Non si deve però dimenticare che tutta la gestione operatoria è in realtà affidata a un team che garantisce la continuità durante tutto il percorso, dalla visita alla gestione in sala operatoria, all’area di recupero dall’anestesia, e poi durante la degenza post-operatoria. Pertanto è di fondamentale importanza che il percorso di cura venga effettuato in strutture ad elevata esperienza in chirurgia dell’obesità dove vi sia un approccio multidisciplinare condiviso, che possa garantire un supporto ottimale per tutte le fasi del percorso bariatrico.
- Non temere di svegliarsi durante l’intervento, recuperando la coscienza; è molto raro che possa accadere poiché l’anestesista sorveglia costantemente il paziente sedato, sia in modo diretto che con l’aiuto dei macchinari. Se ciò ti dovesse essere accaduto in un intervento precedente, non avere timore di raccontarlo all’anestesista rianimatore, che avrà modo di rassicurarti in tal senso.
- Timore al pensiero della terapia intensiva, che spesso attiva sentimenti di ansia e panico Il paziente obeso è considerato ad elevato rischio chirurgico, soprattutto per gli aspetti cardiologici e respiratori. Pertanto la sosta nel reparto di terapia intensiva, nelle ore successive all’intervento, è da ritenersi una procedura medica di assoluta tutela per la persona operata. Quindi è importante verificare che ci sia nel centro di chirurgia bariatrica scelto.
- La paura di provare dolore nella fase post-operatoria è più che comprensibile ma va da sé cheogni intervento chirurgico presupponga un minimo di dolore o fastidio subito dopo. Comunque sia, non si tratta mai di dolori insopportabili – a detta degli stessi pazienti – e, soprattutto, il dolore fisico non deve scoraggiare perché si dimenticherà con il passare del tempo.
- Avere un rapporto di fiducia con il proprio chirurgo bariatrico, possibilmente con l’intero team, rappresenta un vero e proprio toccasana contro ansia e paure. Il team rappresenta un punto di riferimento per il proprio paziente, in grado non solo di informarlo ma anche di confortarlo e supportarlo in qualsiasi momento di disagio o di preoccupazione.
- Nel momento in cui si decide di curare la propria obesità con un intervento bariatrico è consigliabile ascoltare le testimonianze di persone che hanno vissuto lo stesso problema, sempre tenendo a mente che ogni persona è diversa non solo in relazione all’intervento, ma anche in termini dell’esperienza vissuta. Questo ascolto può aiutare a prendere coraggio, a dare maggior forza e determinazione alla scelta fatta e ad avere la sensazione di un grande supporto proprio da chi si è trovato nelle stesse condizioni.
- La situazione di stress e di paura innescata dall’intervento chirurgico fanno riemergere i modi di essere di ciascuno in maniera rapida, intima e a tratti difensiva, modi che fanno parte della storia individuale e della cultura di provenienza. Questi aspetti non devono essere convertiti o cambiati ma rispettati e incentivati, perché propri, individuali, funzionali e soprattutto ben conosciuti dalla persona stessa.
E’ dunque fondamentale affiancare il percorso bariatrico con il supporto psicologico, come previsto obbligatoriamente, al pari di quello nutrizionale. Ciò permetterà di gestire le problematiche post- operatorie e i cambiamenti psicofisici che ne conseguiranno, con i tempi che sono propri a ciascun paziente.
Per tutte le persone che si sentono sole davanti alla scelta dell’intervento chirurgico per la cura della propria obesità (opportunità che spesso rappresenta l’unica risorsa efficace per il proprio stato di salute), non sostenute e/o non comprese dal contesto socio-familiare in cui vivono, impaurite e/o spaventate dall’atto chirurgico; per tutte loro, è consigliabile affidarsi a uno psicologo esperto in chirurgia bariatrica. Insieme si inizieranno degli incontri individuali con l’obiettivo di sensibilizzare la persona alla giusta consapevolezza della cura, fondata sulla necessità di cambiamento per poter raggiungere una buona qualità di vita e mantenere a lungo i risultati così faticosamente raggiunti. Èun percorso lungo, tutt’altro che una scorciatoia ma se seguito con il massimo impegno e determinazione potrà portare davvero alla “rinascita” della persona.
Lo psicologo è proprio la figura del team multidisciplinare, che prende per mano e accompagna il paziente durante tutto il percorso di rinascita, attraverso le difficoltà che si presenteranno, per arrivare a sentirsi finalmente “Se stesso”.
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** La Dr.ssa Emanuela Paone è Psicologo Clinico e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, specialista in Disturbi del Comportamento Alimentare, Sovrappeso e Obesità e malattie associate.
È responsabile dell’ area psicologica e psicoterapeutica del team multidisciplinare per il trattamento dell’obesità del Rome Obesity Center, presso il Poliambulatorio S. Anna di Pomezia (RM).
In tale ambulatorio vengono accolte persone che chiedono aiuto per i problemi del peso, ma anche per essere supportate in un valido percorso di cura in assetto multidisciplinare. Effettua incontri psicologico-clinici individuali e di gruppo, con adulti e adolescenti; vengono effettuate valutazioni psicodiagnostiche pre-bariatriche e di inquadramento per il futuro ipotetico trattamento. Viene garantito il lavoro psicologico e psicoterapeutico durante tutte le fasi del percorso di cura, anche per quanti si sono già operati ma necessitano di una rivalutazione del loro andamento, da tempo abbandonato, e/o di un sostegno psicologico. Il lavoro prevede anche un approccio mirato ai Disturbi del Comportamento Alimentare, Ansia e Depressione, sia a livello psicologico clinico che psicoterapeutico.
La d.ssa Paone è psicologa psicoterapeuta referente dell’ambulatorio Psicologico Clinico presso la UOC di Chirurgia Generale Bariatric Center of Exellence for Obesity and Metabolic Surgery IFSO UE – “Sapienza” Università di Roma – Polo Pontino, ICOT (LT) Resp. Prof. G. Silecchia.
E’ Docente a contratto, presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e Università di Roma “Campus Biomedico” nel Master II livello in: “Psicobiologia della nutrizione e del comportamento alimentare”.
Partecipa attivamente a progetti, congressi e iniziative di ricerca scientifica; è autrice e co-autrice di numerosi lavori scientifici.