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La felicità fortifica ma dipende dal tipo di felicità

Lo studio più recente sugli effetti della felicità è di un team di ricercatori dell’University of North Carolina, a Chapel Hill, che dimostra come la felicità duratura sia positiva per il nostro organismo perché contribuisce al rafforzamento degli anticorpi, proteggendo così dalle malattie, e ha anche funzioni antinfiammatorie e antivirali, mentre la felicità passeggera ha le stesse conseguenze negative di uno stress, perché abbassa gli anticorpi, indebolendo così l’organismo.
Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori statunitensi hanno sottoposto un campione di 80 persone a diverse esperienze di felicità – e mai di stress negativo o di rabbia o di dolore – per analizzare la risposta del loro sistema immunitario.

Le esperienze sono state suddivise secondo la prospettiva di benessere eudonico (associato a brevi momenti di gioia dati delle piccole piacevolezze di un bacio, un fiore, un buon cibo) o eudamonico (conseguente alla felicità di essere riusciti a dimostrare il proprio valore e a realizzare se stessi); dall’esame delle reazioni dell’organismo alla prima forma di benessere, è risultato che erano simili a quelle conseguenti a esperienze stressanti, mentre, dopo il benessere eudamonico, i benefici duravano nel tempo. I ricercatori, per analizzare la risposta agli stati infiammatori e antivirali, hanno esaminato l’Rna (Acido ribonucleico) tratto dal sangue dei partecipanti, da cui è risultato che nel caso di felicità eudonica i livelli infiammatori erano alti e le risposte degli anticorpi e antivirali erano basse, mentre nel caso di felicità eudamonica i livelli infiammatori erano bassi e invece alta la risposta antivirale e degli anticorpi.

La psicologa Barbara Fredrickson, che ha condotto la ricerca, commenta: «È bene ricordare che i pensieri e i momenti positivi fanno bene in entrambi i casi di felicità, ma le emozioni che proviamo oggi, contribuiranno in qualche modo a dire chi saremo in futuro, anche a livello cellulare».

Rispetto alla salute, dunque, i tipi di felicità che possono influenzarla sono due, e che perseguire i propri obiettivi positivi, e raggiungerli, fa bene.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences Usa (Pnas).

 

Fonte
BL Fredrickson et al – A functional genomic perspective on human well-being.
Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) 29 luglio, 2013

Risorse correlate
Imparare a porsi obiettivi positivi »

Vittoria Majocchi

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