I commentatori che si troveranno a spiegare l’invidiato primato del nostro Paese per la longevità dei suoi abitanti dovranno forse fare riferimento a qualcosa di più e di diverso dalla salubrità dell’alimentazione. Già, perché la dieta mediterranea sembra non essere così diffusa tra i nostri connazionali, almeno stando ai risultati della terza edizione dell’Osservatorio ADI – Nestlé presentati nel corso del XIV Corso Nazionale ADI – Associazione di Dietetica e Nutrizione clinica, che si svolge in questi giorni a Roma. Se infatti la quasi totalità del campione intervistato (93 per cento) riconosce la primaria importanza di una dieta sana ed equilibrata, solo poco più della metà (56 per cento) riesce in realtà a seguirla. Quindi rimane limitato il consumo di legumi (solo il 29 per cento riferisce di assumerne da due a quattro volte alla settimana), e va solo un po’ meglio per la frutta e verdura assunta tutti i giorni (41 per cento e 54 per cento del campione, rispettivamente). Come se non bastasse, sembrano sempre più diffusi comportamenti alimentari deleteri, come il consumo in velocità del pasto davanti alla TV o al computer, o ancora fuori casa.
Il pasto davanti al piccolo schermo almeno due volte la settimana è un’abitudine per circa sei persone su dieci, e tutti i giorni addirittura il 30 per cento.
Fonte:
10 novembre 2011, MediciOggi Online