Con la consulenza della d.ssa Monica Giuffrè**, biologa nutrizionista e specialista in scienze dell’alimentazione, team bariatrico del Dott. Vicenzo Borrelli
La sleeve gastrectomy (sleeve) è un intervento di chirurgia bariatrica di tipo gastrorestrittivo: ciò significa che lo stomaco viene tagliato in una lunga “striscia”, simile a una tasca (da cui il nome sleeve, tasca in inglese). Le ridotte dimensioni del nuovo stomaco (volume variabile tra 60 e 150cc) limitano la quantità di cibo che può essere ingerito in un solo pasto, consentendo al paziente di raggiungere un precoce e duraturo senso di sazietà. Inoltre, con l’intervento di sleeve, viene rimossa quella parte di stomaco che produce l’ormone grelina, che contribuisce a determinare la sensazione di fame. Il nuovo transito alimentare nel neostomaco è molto veloce. Il meccanismo d’azione non è solamente di restrizione del volume, ma più complesso e su più fronti.
Dopo la sleeve, la digestione e quindi l’assorbimento intestinale degli alimenti rimane quello fisiologico; è quindi compito del paziente fare scelte nutrizionali corrette e di qualità per ottimizzare e mantenere nel tempo i risultati ottenuti con l’intervento bariatrico.
Per il buon successo dell’intervento di sleeve è importante che il paziente si attenga rigorosamente alle indicazioni alimentari e alla scansione temporale dei diversi periodi che caratterizzano la fase di svezzamento (dieta liquida, frullata, morbida, solida) per non incorrere in effetti collaterali che potrebbero presentarsi e per non rendere vani gli sforzi fatti fin qui.
La dieta dopo sleeve è stata studiata per indurre un significativo dimagrimento. Cambiare le proprie abitudini alimentari e seguire in modo corretto un regime dietetico mirato, consente di ottenere un notevole calo ponderale e di mantenerlo più facilmente nel tempo. La collaborazione del paziente in questa fase è fondamentale. In caso di scarsa aderenza alle prescrizioni dietetiche e comporta mentali, la tasca gastrica potrebbe dilatarsi, vanificando lo scopo dell’intervento.
Ecco perché è necessario dare allo stomaco il tempo di abituarsi alle nuove dimensioni ed è quindi importante che lo svezzamento sia graduale.
Per ottenere i migliori risultati, la nuova alimentazione deve seguire uno schema preciso, con consistenza graduale, così suddiviso (i tempi sono indicativi perché possono variare da persona a persona):
1 – DIETA LIQUIDA (circa 500 kcal): per es. latte parzialmente scremato, yogurt magro o alla frutta senza pezzi, succo di frutta, brodo di carne o vegetale o passato di verdure. Gli alimenti andranno assunti nell’arco della giornata, frazionandoli a intervalli regolari secondo le indicazioni del nutrizionista.
In questa fase postoperatoria, le limitazioni dietetiche non garantiscono un adeguato apporto proteico per cui diviene necessaria l’integrazione con polveri proteiche o con supplementi in forma liquida pronti all’uso.
2 – DIETA MORBIDA (circa 1000 kcal): per es. latte parzialmente scremato oppure yogurt magro senza pezzi di frutta; fette biscottate o cereali o biscotti secchi da prima colazione; pastina o riso al pomodoro o in brodo vegetale; pesce tritato o sminuzzato (2 volte alla settimana); carne bianca tritata (pollo, tacchino, etc) (2 volte alla settimana), carne di manzo tritata (1 volta alla settimana); ricotta fresca (1 volta alla settimana); 1 uovo strapazzato (1 volta alla settimana); patate lesse schiacciate; frutta grattugiata o polpa di frutta, succo di frutta; olio extra vergine d’oliva (max 2 cucchiaini).
3 – DIETA SOLIDA (per sempre; ogni paziente può personalizzarla tenendo bene a mente di prediligere cibi solidi da masticare accuratamente ed inseriti sempre ai pasti principali).
La buona notizia è che non ci sono alimenti vietati, neppure la pizza a patto però che il paziente rispetti alcune regole comportamentali e faccia attenzione alla quantità, anche senza pesare e misurare gli alimenti ad ogni pasto ma acquisendo gradualmente la capacità di autogestire i consumi in funzione del proprio “senso di sazietà”. I cibi solidi hanno un tempo di permanenza nello stomaco più lungo e quindi favoriscono un senso di sazietà che perdura nel tempo.
In certi pazienti, occorre fare attenzione al reinserimento di alcuni alimenti, per es: carne rossa, cibi ricchi di semi (pomodori, fichi etc), cavolo, carciofi, fagioli e piselli secchi interi, funghi, peperoni, sedano, frutta secca o essiccata, cibi stagionati o speziati, cereali integrali, crusca, cocco; arance a spicchi, bucce degli acini d’uva.
Ovviamente occorre seguire un sano stile di vita (con qualche sgarro ogni tanto!) preferendo alimenti semplici e non elaborati, consumando molta verdura, aumentando il consumo di pesce, carne magra, evitando intingoli e sughi (olio extravergine di oliva è la scelta migliore non superando i 2 cucchiaini a pasto e limitando fortemente insaccati, formaggi, alimenti troppo… speziati, acidi, caldi o freddi. I metodi di cottura da preferire? Al vapore, ai ferri, alla griglia (senza esagerare), al cartoccio.
**La d.ssa Monica Giuffrè è biologa nutrizionista e specialista in scienze dell’alimentazione. Sin dall’inizio della sua attività professionale ha sviluppato un forte interesse per le problematiche nutrizionali legate all’obesità e al percorso di chirurgia bariatrica. Attualmente svolge la sua attività nel team bariatrico diretto dal dr. Vincenzo Borrelli.
È autrice e co-autrice di numerose pubblicazioni, con particolare interesse per la nutrizione postchirurgia bariatrica.
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