Con la consulenza del dr. Pier Paolo Cutolo, chirurgo bariatrico del team INCO, Policlinico San Donato
La chirurgia bariatrica può essere indicata nell’adolescente con grave obesità? Quali sono i requisiti da soddisfare e gli eventuali rischi? Lo abbiamo chiesto al dr. Pier Paolo Cutolo, chirurgo del team bariatrico di INCO, Istituto Nazionale per la Cura dell’Obesità, diretto dal dr. Alessandro Giovanelli con sede all’IRCSS Policlinico San Donato, dal 2010 Centro di riferimento nazionale per la diagnosi e cura del trattamento multidisciplinare dell’obesità.
L’adolescente (14-18 anni) può essere sottoposto a chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica) a patto che sia certificato un percorso nutrizionale e psicologico preparatorio di almeno 6 mesi quindi una presa in carico da parte di una equipe multidisciplinare di un centro specializzato nel trattamento dell’obesità. E’ un paziente da valutare con estrema attenzione, ricordiamoci che comunque si tratta sempre di un atto chirurgico invasivo e quindi il giovane deve essere preparato con i tempi adeguati.
Dobbiamo considerare che l’adolescente è un soggetto particolarmente complesso già di per sé per la delicata fase di cambiamento che sta attraversando: le sfide per diventare grande, la scoperta di un corpo che cambia e che spesso non piace o è lontano dai canoni estetici trasmessi dai media, etc. Inoltre, va considerato che l’obesità nell’adolescente – così come nel bambino – ha un altissimo rischio di persistere anche in età adulta e di aggravarsi negli anni a venire, per questo sono necessari dei programmi dedicati ma che siano anche piacevoli per favorire l’adesione del giovane al percorso e tendenzialmente il meno restrittivi possibile, venendo incontro ai tempi di elaborazione di ciascun soggetto.
Gli adolescenti, spesso non hanno consapevolezza del loro problema o non sanno quantificarlo in modo adeguato: occorre grande pazienza e dedizione per renderli più consapevoli e aiutarli a percorrere una strada di cambiamenti possibili e più salutari. Rendere facili le scelte più sane, questo è l’obiettivo principale con i ragazzi, e non è sempre facile.
Sappiamo che l’adolescente è un adulto in formazione, ancora non ha un ego sviluppato, ancora non ha la capacità di decidere in modo del tutto autonomo. Molto spesso nella genesi della sua obesità entrano in gioco anche delle componenti familiari che rendono quanto mai necessaria una terapia psico-comportamentale familiare, in toto. Quasi sempre neanche i familiari si rendono conto dell’obesità del figlio e delle possibili conseguenze sulla qualità di vita futura.
Un’ampia letteratura scientifica documenta che la chirurgia bariatrica offre all’adolescente risultati terapeutici superiori – in termini di perdita di peso e risoluzione di malattie associate, come per esempio il diabete mellito, rispetto agli altri trattamenti ad oggi disponibili. Tali risultati sono particolarmente efficaci negli adolescenti con obesità grave e maggiorenni o quasi maggiorenni, quindi con una crescita pressoché completata, nei quali interventi sullo stile di vita o con farmaci in genere non sono sufficienti. Nei ragazzi con Indice di Massa Corporea (BMI) inferiore a 35kg/m2 con obesità non grave o molto giovani (prima adolescenza) la chirurgia bariatrica non è indicata.
Diverse ricerche hanno dimostrato che una riduzione dell’Indice di Massa Corporea (BMI) dal 5% al 10% è sufficiente per comportare miglioramenti significativi in termini di salute, malattie associate (per es. diabete) e nella qualità della vita. In un recente studio, pubblicato a novembre 2019, condotto per tre anni su 242 adolescenti (età media 17 anni) con grave obesità (BMI maggiore di 50) sottoposti un intervento di chirurgia metabolica e bariatrica. Alla fine dello studio, i ricercatori del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, Ohio hanno scoperto che ogni riduzione del 10% del BMI si associava al 6% in meno di probabilità che i ragazzi lamentassero dolori muscoloscheletrici e il 10% in meno di probabilità di dolori articolari, di cui soffrivano prima dell’intervento. In altri studi è stata osservata la remissione del diabete tipo 2 e del fegato grasso – due condizioni in rapida crescita anche tra i giovani – dopo intervento di chirurgia metabolica in ragazzi con obesità associata a diabete.
Secondo le linee guida vigenti della SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità per il soggetto in età evolutiva valgono criteri più restrittivi rispetto a quelli dell’adulto:
1) Indice di Massa Corporea (BMI) maggiore di 35 kg/m2 con almeno una comorbilità (malattia associata all’obesità: diabete mellito di tipo 2, dislipidemia, infertilità femminile, sindrome dell’ovaio policistico, neoplasia, ipertensione arteriosa, cardiopatie, asma, apnee ostruttive notturne, fegato grasso, malattia osteo-articolari, reflusso gastroesofageo, intertrigine e altre ).
2) Trattamento medico da almeno 6 mesi presso un Centro specializzato.
3) Maturità scheletrica e sviluppo completato.
4) Capacità di aderire a programmi multidisciplinari pre- e postoperatori.
5) Possibilità di accedere a una struttura con supporto pediatrico specialistico.
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References
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LINEE GUIDA DI BUONA PRATICA CLINICA NELLA SELEZIONE, NELLA PREPARAZIONE, NEL TRATTAMENTO PERIOPERATORIO E A LUNGO TERMINE DEL PAZIENTE OBESO SOTTOPOSTO A CHIRURGIA BARIATRICA Diego Foschi, Maurizio De Luca, Giuliano Sarro, Paolo Bernante, Marco Antonio Zappa, Roberto Moroni, Giuseppe Navarra, Mirto Foletto, Valerio Ceriani, Luigi Piazza, Nicola Di Lorenzo
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