Intervista al prof. Diego Foschi, presidente SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’OBesità e delle malattie metaboliche
Nel percorso di cura di una persona con obesità, quando viene presa in considerazione la chirurgia bariatrica? Per chi è indicata e per chi invece non lo è?
Dove si esegue la chirurgia dell’obesità in Italia? L’accesso di riferimento è sempre facile? Quali conseguenze ha avuto la pandemia da Covid19 su questo approccio chirurgico in Italia? Facciamo il punto sulla chirurgia bariatrica con il prof. Diego Foschi, Presidente della SICOB, Società Italiana di Chirurgia Bariatrica.
Significa innanzitutto che non è una chirurgia a sfondo estetico ma è l’unica terapia efficace riservata alle persone con obesità che stanno veramente male. Si parla di obesità grave quando l’eccesso di peso riduce la qualità e l’aspettativa di vita di chi ne è portatore. Negli USA si definisce anche obesità patologica, ma questo è un termine che noi cerchiamo di non usare perché l’obesità è sempre una malattia e quindi è sempre patologica.
Si tratta di una malattia cronica multifattoriale perché provocata da più fattori: genetici, ambientali, psicologici che spesso si intrecciano tra loro. Nonostante la componente genetica abbia un ruolo importante nello sviluppo dell’obesità, i fattori socio-ambientali e di comportamento contribuiscono fortemente al suo mantenimento ed è proprio su questi fattori che è fondamentale intervenire.
L’obesità spesso è associata a molte malattie croniche e debilitanti (co-morbilità) e potenzialmente fatali che condizionano la salute e la qualità della vita e riducono, nel contempo, le aspettative di sopravvivenza (il rischio di mortalità è fino a 11 volte maggiore). Si tratta di un insieme di malattie metaboliche connesse fra di loro in modo assai intricato, ma facilmente riconoscibile per il minimo comune denominatore rappresentato dall’aumento patologico del tessuto adiposo. Parliamo perciò di obesità complicata.
Secondo le Linee Guida più recenti, la chirurgia bariatrica può essere presa in considerazione nei pazienti adulti (18-65 anni) con obesità grave (Indice di Massa Corporea o BMI > 40 kg/m2 o BMI > 35 Kg/m2 se l’obesità è associata ad altre malattie croniche (comorbidità: per esempio il diabete o l’ipertensione) nei quali precedenti tentativi di perdere peso e/o di mantenere la perdita di peso raggiunta con approcci e tecniche non chirurgiche siano risultati fallimentari e in cui vi sia la determinazione del paziente ad affrontare un percorso preparatorio e postoperatorio completo. Si tratta di una vera e propria rinascita che per alcune persone, per esempio chi obeso sin dall’infanzia, significa la scoperta di una nuova identità.
Tra le condizioni in cui la chirurgia dell’obesità non è indicata ci sono:
Per i pazienti con obesità grave, cioè con BMI>40, rappresenta certamente l’unica opzione efficace, il trattamento migliore per aumentare l’aspettativa di vita del paziente, migliorandone la qualità di vita. Per alcuni pazienti, rappresenta una soluzione salvavita.
Questo è possibile solo in strutture specializzate che mettano il paziente al centro di un team multidisciplinare di elevata competenza per il trattamento dell’obesità, allenati a lavorare insieme per garantire al paziente il miglior percorso di cura possibile per la sua condizione, prima, durante e dopo l’intervento, assicurandogli un supporto adeguato che lo accompagni da un punto di vista psicologico, clinico e nutrizionale.
La scelta di intraprendere un percorso di chirurgia dell’obesità (chirurgia bariatrica) o di chirurgia metabolica deve essere ben ponderata da parte del paziente. Il primo passo è rivolgersi a un Centro qualificato ovvero una struttura dedicata che possegga tutte le competenze professionali e i requisiti organizzativi e strutturali necessari per la creazione di un Centro di Chirurgia bariatrica. Tra questi, in particolare:
Esattamente. In Italia, la Sicob, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità ha da tempo creato una rete di Centri di sicura competenza ed efficacia in tutto il Paese che rispondono ai requisiti identificati dalle Linee Guida Sicob, confermati di anno in anno, e sono di riferimento per la struttura, la logistica e l’approccio multidisciplinare che garantisce una valutazione globale del paziente e la sua massima sicurezza durante tutte le fasi del percorso bariatrico individuale (preparazione, intervento, post-intervento) anche in questo momento di pandemia Covid19. Se si vuole intraprendere un percorso di chirurgia bariatrica, si raccomanda quindi la scelta di un Centro nell’ambito della rete Sicob.
Attualmente i Centri Sicob sono 76 in tutta Italia (marzo 2021), suddivisi in Centri di Eccellenza, Centri Accreditati e Centri Affiliati ma sono ben 161 i Centri italiani coordinati dalla Sicob che forniscono i dati per il Registro Nazionale. È importante sottolineare che la Sicob è una delle pochissime Società scientifiche europee e l’unica in Italia di tipo chirurgico che garantisce al paziente la qualità dei centri, qualità che viene rivalutata di anno in anno con visite in loco.
La differenza tra i centri è fissata soprattutto sul volume di attività chirurgica (99.7% in laparoscopia) ma anche sulla tipologia di interventi chirurgici che vengono eseguiti. Molti Centri affrontano anche interventi di revisione (redo-surgery) in caso di insuccesso del primo intervento.
Nel sito della Sicob sono presenti tutti i riferimenti per i contatti e diversi video di presentazione del singolo centro, suddivisi per regione di appartenenza.
Come ben sottolineato dal dr. Daniele Di Pauli nel suo volume di recente pubblicazione “Stigma e obesità” così come la persona in eccesso di peso è stigmatizzata perché considerata pigra, senza volontà e colpevole della sua condizione anche la chirurgia bariatrica è gravata da pregiudizi, “considerata da molti una scorciatoia dove la persona non è responsabile del suo cambiamento. Il paziente quindi si trova tra due fuochi: da una parte è additato perché in condizione di obesità e dall’altra per il modo in cui ha scelto di risolvere il suo problema”. A questo proposito, è quanto mai necessaria un’azione di sensibilizzazione sia all’obesità come malattia (e non colpa) sia alla chirurgia bariatrica come un diritto e non come un privilegio per chi ne ha veramente bisogno. Una chirurgia peraltro sostenuta da un’enorme massa di dati scientifici favorevoli e che tra l’altro richiede coraggio, aderenza, costanza e massimo impegno da parte del paziente in tutte le fasi del suo percorso.
Qualcosa si sta concretamente muovendo in tal senso. In data 2 marzo 2021, la Regione Lombardia ha raccomandato il riconoscimento dell’obesità come malattia nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza così come da tempo auspicato e sollecitato, in modo da poterla trattare come una patologia vera e propria, così come avviene per il diabete e l’ipertensione arteriosa, anche considerando la maggiore fragilità di questi pazienti di fronte alla pandemia Covid-19.
Il 4 marzo 2021, in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, World Obesity Day, insieme ad altre Società Scientifiche abbiamo lanciato una petizione al Ministero della Salute per includere la cura dell’Obesità nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, in tutte le Regioni italiane, così come avviene per le altre malattie croniche. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, nel corso di un evento promosso dall’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” parlando dei progetti sanitari in discussione ha ben compreso l’obesità negli obiettivi di cura che il parlamento si propone di affrontare nei prossimi mesi, sia in termini di stanziamenti per l’assistenza sia per la formazione dei professionisti coinvolti ed ancora per la ricerca scientifica. C’è molto da fare ma siamo estremamente fiduciosi.
Certamente, anzi grazie dell’opportunità di parlarne. Per dare il proprio contributo a questo cambiamento in atto, invito tutte le persone che ci stanno leggendo a partecipare alla nostra petizione affinché l’obesità candidabile alla chirurgia non venga più penalizzata, così come avvenuto sinora.
Più siamo, più vicino è l’obiettivo di cura e assistenza del paziente con grande obesità. Per partecipare,
Oltre all’importante petizione di cui abbiamo appena parlato, stiamo elaborando come Società scientifica di riferimento diverse strategie per poter rilanciare a pieno ritmo la chirurgia dell’obesità in tutto il territorio nazionale, cercando di rimuovere gli ostacoli sanitari che rendono difficile l’accesso alle cure per la persona con obesità, in alcune Regioni più che in altre.
Sono diversi e complessi, tra i principali sicuramente:
Quindi moltissime cose ancora da fare ma il nostro impegno come SICOB, insieme alle altre Società Scientifiche vi posso assicurare che è massimo e concentrato sulle priorità da ottenere affinché il percorso di cura dell’obesità diventi accessibile a tutti i pazienti, in tutte le Regioni d’Italia.
References
– Sicob – I Centri Sicob in Italia
– Standard Italiani per la Cura dell’Obesità SIO-ADI, 2016-2017
– Obesità e stigma. Daniele Di Pauli. Positive Press, 2021
– Arterburn DE, Telem DA, Kushner RF, Courcoulas AP – Benefits and Risks of Bariatric Surgery in Adults: A Review. JAMA 2020 Sep 1;324(9):879-887
– Anna Belligoli, Silvia Bettini, Gianni Segato, Luca Busetto – Predicting Responses to Bariatric and Metabolic Surgery. Curr Obes Rep 2020 Sep;9(3):373-379
– Geir Bjørklund, et al – Follow-up after bariatric surgery: A review. Nutrition 2020 Oct;78:110831. doi: 10.1016/j.nut.2020.110831. Epub 2020 Apr 21.
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