Secondo gli Esperti non esiste alcuna correlazione tra i chili di troppo e le intolleranze o allergie alimentari. Purtroppo, però sempre più spesso – da personale non competente e/o senza scrupolo – vengono chiamate in causa intolleranze alimentari come responsabili di sovrappeso e obesità o disturbi gastrici, come gonfiore addominale e scarsa digeribilità. La diagnosi viene ricercata sempre più spesso attraverso test non validati, proposti da personale senza alcuna competenza in ambito sanitario che consigliano diete inappropriate che possono anche essere pericolose. Occorre sempre riferirsi al proprio medico o specialista competente.
Le conseguenze di diete di esclusione di alimenti, non necessarie, possono determinare carenze nutrizionali anche gravi nelle persone adulte e soprattutto nei bambini durante la crescita e negli adolescenti.
Proprio per delineare un comportamento corretto, ben dodici tra le maggiori Società scientifiche** (tra cui SIO, Società Italiana Obesità) che si occupano di queste problematiche hanno stilato un Decalogo, condiviso anche dal Ministero della Salute e dalla Federazione dell’Ordine dei Medici. L’obiettivo di questo decalogo è quello di sensibilizzare la popolazione, attraverso 10 semplici regole, di facile applicazione, in modo da evitare di incorrere in false diagnosi.
.1.
Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso e obesità, che sono condizioni causate prevalentemente da uno stile di vita inadeguato e da problematiche di tipo psicologico. Le intolleranze alimentari “vere” sono poche e possono indurre disturbi gastrointestinali o di altro genere.
.2.
No all’autodiagnosi e ai test effettuati direttamente presso i laboratori senza prescrizione medica
Se si sospetta una reazione indesiderata a seguito dell’ingestione di uno o più alimenti è necessario rivolgersi al proprio medico, che valuterà l’invio allo specialista medico competente. Lo specialista è in grado di valutare quali indagini prescrivere per formulare la diagnosi più corretta.
.3.
Non rivolgersi a personale non sanitario e attenzione a coloro che praticano professioni sanitarie senza averne alcun titolo (verificare prima le credenziali)
Spesso i test non validati per la diagnosi di intolleranza alimentare, vengono proposti da figure professionali eterogenee, non competenti, non abilitate e non autorizzate, anche non sanitarie.
Non effettuare test per intolleranze alimentari non validati scientificamente in qualsiasi struttura, anche sanitaria. Solo il medico può fare diagnosi.
.4.
Diffidare da chiunque proponga test di diagnosi di intolleranza alimentare per i quali manca evidenza scientifica di attendibilità
I test non validati sono: dosaggio IgG4, test citotossico, Alcat test, test elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.
.5.
Non escludere nessun alimento dalla dieta senza una diagnosi e una prescrizione medica
Le diete di esclusione autogestite, restrittive e inappropriate e possono comportare un rischio nutrizionale non trascurabile e, nei bambini, scarsa crescita e malnutrizione. Possono inoltre slatentizzare disturbi alimentari. Quando si intraprende una dieta di esclusione, anche per un solo alimento o gruppo alimentare, devono essere fornite specifiche indicazioni nutrizionali, per assicurare un adeguato apporto calorico e, di macro e micronutrienti.
.6.
La dieta è una terapia e pertanto deve essere prescritta dal medico
La dieta deve essere gestita e monitorata da un professionista competente per individuare precocemente i deficit nutrizionali e, nei bambini, verificare che l’accrescimento sia regolare.
.7.
Non eliminare il glutine dalla dieta senza una diagnosi certa di patologia glutine correlata
La diagnosi di tali condizioni deve essere effettuata in ambito sanitario specialistico e competente, seguendo le linee guida diagnostiche.
.8.
Non eliminare latte e derivati dalla dieta senza una diagnosi certa di intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte
La diagnosi di intolleranza al lattosio o allergie alle proteine del latte deve essere effettuata da uno specialista competente, tramite test specifici e validati (vedi punto 9 successivo).
.9.
A chi rivolgersi per una corretta diagnosi?
Medico (dietologo, medico di medicina generale (medico curante/medico di famiglia), pediatra di libera scelta, allergologo, diabetologo, endocrinologo, gastroenterologo, internista, pediatra).
.10.
Non utilizzare internet per diagnosi e terapia
Il web, i social network e i mass media hanno un compito informativo e divulgativo e non possono sostituire – in nessun caso – la competenza e la responsabilità del medico nella diagnosi e prescrizione medica.
Leggi anche
– Obesità e intolleranze alimentari: esiste un legame? »
Per approfondire
Allergie e intolleranze alimentari dalla fisiopatogenesi alla clinica pratica.
di Gatti Patrizia Maria
Sics Editore, Milano, Ed. 2018
References
– Dieci regole per gestire le intolleranze alimentari »
** Le dodici Società che hanno sottoscritto il documento sono:
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