Intervento della Dr.ssa Stefania Baroni, Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva, Ospedale C. Cantù, – Abbiategrasso – ASST Ovest Milano 

“La figura dell’endoscopista nell’ambito del team multidisciplinare che prende in carico il paziente con obesità, entra in gioco soprattutto per quanto riguarda il posizionamento del BIB, ovvero il palloncino intragastrico, una tecnica temporanea e mini-invasiva per affrontare l’obesità.”

Che cos’è il BIB?

Il palloncino intragastrico (BIB da Bioenterics Intragastric Balloon) è effettivamente un palloncino che viene introdotto nella cavità gastrica tramite una gastroscopia che nel nostro Servizio di Endoscopia, Ospedale di Abbiategrasso viene eseguita in anestesia generale perché è una metodica di discreta durata e per evitare problemi o sofferenze al paziente. Si tratta di un intervento non invasivo ad “azione gastrorestrittiva temporanea”.

Come viene inserito il palloncino intragastrico (BIB)?

In pratica, il paziente, dopo che ha eseguito una gastroscopia di routine, uno o due mesi prima – per essere certi che sia tutto a posto e che non ci siano possibili problematiche da curare – il giorno del posizionamento del BIB viene portato in sala operatoria, viene eseguita una gastroscopia, quindi viene inserito – sgonfio – il palloncino di silicone che una volta raggiunta la cavità gastrica viene gonfiato disteso con dell’acqua fisiologica in quantità variabile da 500 a 750 cc, a cui si aggiungeranno 2 cc di colorante blu di metilene. Per quale motivo? Perché durante i mesi in cui il palloncino rimarrà nella cavità gastrica, potrebbe andare incontro a rottura, anche se è un’evenienza rara, senza che per questo il paziente abbia grossi problemi anzi potrebbe anche non accorgersene. Il colorante – del tutto inerte ed innocuo – viene aggiunto proprio per fare in modo che il soggetto possa accorgersi dell’eventuale rottura del palloncino, attraverso la colorazione blu delle urine. Sarà un segnale inequivocabile che il palloncino non è più integro.

Una volta riempito, il palloncino intragastrico (BIB) viene lasciato nella cavità gastrica con una piccola trazione sotto il cardias (orifizio di sbocco dall’esofago allo stomaco). Il paziente che è stato ricoverato il giorno prima per essere preparato nel modo migliore, rimarrà in ricovero per 2-3 giorni. Questo per affrontare eventuali – e non frequenti – problemi di dolore di stomaco, senso di ripienezza, nausea, vomito che possono manifestarsi nei primissimi giorni dall’inserimento del BIB.

Per chi è indicato il palloncino intragastrico?

Pazienti con BMI superiori a 30 ma inferiori a 40

Il palloncino intragastrico (BIB) non è una metodica per tutti. Esistono delle chiare indicazioni per chi può metterlo e chi non po’ metterlo.

Nel nostro Servizio di Endoscopia, Ospedale di Abbiategrasso, lo proponiamo a pazienti che abbiano obesità da almeno cinque anni e abbiano eseguito un percorso ben accudito e protetto di tentativo dietetico e di sostegno psicologico. Quando il team di cura riconosce che il paziente da solo non riesce a trovare una soluzione efficace e ha un Indice di Massa Corporea superiore a trenta (BMI > 30), il palloncino intragastrico rappresenta veramente il primo passo – ripeto mininvasivo – che può aiutarlo a dimagrire. Il BIB lo aiuta a mangiare meno, il paziente si sente accudito perché ha un “aiuto interno” per quanto non debba delegare al palloncino la sua buona volontà. E su questo punto insistiamo sempre molto con i nostri pazienti.

Pazienti con BMI compresi tra 40 e 50

Abbiamo detto BMI superiore a 30 ma tendenzialmente non superiore a 40 o al massimo al 50. Però, esiste la possibilità di posizionare il palloncino intragastrico (BIB) anche a pazienti che abbiano un BMI compreso tra 40 e 50 (40< BMI<50) o addirittura superiore come bridge therapy, ovvero come ponte ad un intervento di chirurgia bariatrica. Perché? Perché pazienti con un BMI superiore a 50 (BMI > 50) hanno inevitabilmente rischi superiori per quanto riguarda l’anestesia e possibilità superiori di complicanze post-chirurgiche. In questi casi, il palloncino intragastrico (BIB) avrà lo scopo di aiutare il paziente a calare quei 10-15 chili, la cui perdita è in grado di porre il paziente in una classe di rischio inferiore per poterlo poi avviare alla vera chirurgia bariatrica.
Un paziente con un BMI elevato potrà essere sottoposto a posizionamento del BIB anche nel caso in cui dovesse essere proposto per una chirurgia maggiore, non necessariamente bariatrica ma magari – supponiamo – per una neoplasia del colon. Mettiamo il BIB anche in questo caso, per ridurre i rischi anestesiologici e postchirurgici.

Ci tengo a ribadire che il paziente NON deve delegare al BIB la sua buona volontà e tutto quanto può ancora fare di sforzo per calare di peso. Nella nostra esperienza abbiamo sempre avuto dei buoni successi, cioè pazienti che tranquillamente calano 20 chili e si sono progressivamente abituati a migliorare il loro comportamento di fronte al cibo e al proprio stile di vita.

Composizione e durata in sede

Il palloncino intragastrico (BIB) è composto di silicone. Può essere lasciato in sede sei mesi, dopo i quali va rimosso. Per quale motivo? Prima di tutto perché lasciarlo più a lungo nello stomaco non porterebbe alcun ulteriore vantaggio. In secondo luogo, perché il materiale – dopo 6 mesi – può deteriorarsi. A noi è capitato, per motivi legati al paziente, di ritardare la rimozione del palloncino; in questi casi, il BIB diventa più molle, più fragile e quindi questo può creare problemi nella rimozione.

Come si esegue la rimozione del BIB?

La rimozione del palloncino intragastrico (BIB), come l’inserimento, avviene previo breve ricovero in anestesia generale. In questo caso, è ancora più importante, perché dobbiamo rimuovere dallo stomaco un corpo estraneo e quindi dobbiamo proteggere le vie respiratorie. Pertanto il paziente viene intubato.
La manovra di rimozione del BIB è molto veloce e non crea in genere nessun problema. Si fa scendere l’endoscopio, attraverso il suo canale bioptico viene inserita una piccola sonda che viene posta davanti al palloncino, quindi viene fatto uscire un ago che è introdotto nel palloncino e subito recuperato. Rimane nel palloncino un piccolo tubo che rapidamente riaspira tutti i 500 cc del liquido che noi abbiamo inserito. Una volta che il palloncino è completamente svuotato, essendo una struttura morbida di silicone, viene preso con un gancio da corpo estraneo, accostato alla punta dell’endoscopio e rapidamente portato al di fuori della cavità gastrica. Successivamente viene rifatta una gastroscopia per valutare che non vi siano lesioni verificatesi nel tempo in cui il paziente ha avuto il palloncino nella cavità gastrica.

Ci possono essere delle controindicazioni all’inserimento del BIB?

CONTROINDICAZIONI RELATIVE

Esistono controindicazioni relative che sono delle problematiche che – se risolte –consentono il posizionamento del BIB nella cavità gastrica. Si tratta per esempio di un’esofagite severa: una volta risolta con un buon controllo di gastroscopia che fa vedere una totale restitutio ad integrum (risoluzione del danno) della mucosa, è possibile posizionare il palloncino intragastrico.
Allo stesso modo, un’ulcera gastrica – che non sia neoplastica – o un’ulcera duodenale che guariscano completamente o – ancora – un’emorragia da ulcera duodenale o ulcera gastrica sanguinanti che possono guarire.

CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE

Esistono anche delle controindicazioni assolute. Le più importanti sono che il paziente sia portatore di una grossa ernia iatale, superiore ai 5 cm; questo crea difficoltà sia nella metodica e potrebbe predisporre a complicanze qualora il paziente avesse rottura del palloncino o altri problemi inerenti il dispositivo.

Un’altra controindicazione è la presenza di una precedente chirurgia resettiva a livello dell’esofago e dello stomaco oppure la presenza di Morbo di Crohn che – naturalmente può interessare con lesioni infiammatorie, erosivo-ulcerative, perforazioni o fistole tutto l’apparato gastroenterico, dalla bocca all’ano.
Ulteriori controindicazioni sono la presenza di una neoplasia o di una terapia anticoagulante ad esempio in un soggetto cardiopatico o in una qualsiasi situazione clinica per la quale sia stato adottato un anticoagulante.

Infine, un paziente con una patologia psichiatrica che non consenta una buona collaborazione, un paziente troppo ansioso che non sia in grado di accettare in modo consapevole questo tipo di terapia e soprattutto sopportarlo per i sei mesi in cui il BIB verrà lasciato nello stomaco.

Da ultimo, un paziente che abbia una dipendenza da alcol o tossicodipendente.

Possono insorgere complicanze?

Nella nostra casistica non abbiamo mai avuto complicanze, che generalmente non si presentano se le metodiche endoscopiche vengono eseguite correttamente sul paziente adeguato, ben studiato, ben motivato e nelle tempistiche richieste dal dispositivo.

Vittoria Majocchi

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