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Il fumo fa male alle donne cinque volte di più che agli uomini

L’Unione Europea ha finanziato una ricerca sui danni del fumo che è stata condotta su oltre tremila persone (circa 1900 donne e circa 1700 uomini) di Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi e Svezia, coordinata da Elena Tremoli, del Dipartimento di Scienze Farmacologiche dell’Università di Milano.
L’ispessimento delle pareti della carotide è indice del livello di arteriosclerosi del sistema vascolare ed è influenzato dal fumo nello stesso modo nelle donne e negli uomini: i ricercatori, misurandolo, hanno riscontrato che la progressione dell’arteriosclerosi, a causa del fumo, nelle donne è cinque volte più rapida che negli uomini, a parità di età, pressione arteriosa, obesità, classe sociale.
Spiega Tremoli: «La maggiore nocività delle sigarette per il cuore delle donne è una scoperta particolarmente importante, in relazione all’ormai accertato fallimento sul sesso femminile delle campagne informative fatte negli ultimi anni per diminuire il numero dei fumatori. È noto che le donne sino alla menopausa sono protette dalle malattie cardiovascolari e che le donne stesse pensano di essere meno vulnerabili ai fattori più dannosi per le arterie come ipertensione, colesterolo alto, alimentazione grassa e fumo. Per quest’ultimo, abbiamo scoperto essere vero il contrario».
Le donne ormai fumano quasi quanto gli uomini e manifestano maggiori resistenze a smettere: lo rivela il Rapporto annuale sul fumo, stilato dall’Osservatorio Fumo, Alcol e Droghe dell’Istituto Superiore di Sanità. In Italia le donne che fumano sono il 19,7% della popolazione, gli uomini il 23,9%; le donne che hanno smesso di fumare sono il 9,8% delle fumatrici, la percentuale degli uomini che hanno smesso è il 15,7% dei fumatori, quasi il doppio. Elena Tremoli ha presentato la ricerca a Parigi, al Congresso della Società Europea di Cardiologia dove è stata presentata un’altra ricerca italiana che rivela che l’alcol associato al fumo aumenta i danni per le donne, che vivono più a lungo degli uomini ma in condizioni peggiori. A Parigi sono state inoltre presentate ricerche che confermano l’effetto protettivo del cacao: la revisione di sette lavori, per un totale di oltre 100mila soggetti coinvolti, cardiopatici e sani, ha dimostrato che sono sufficienti 7,5 grammi al giorno di cioccolato fondente, il peso di un cioccolatino, per registrare una riduzione del rischio di infarto del 37% e di ictus del 29%. Un altro studio, condotto su oltre 18mila soggetti, dimostra che l’apixaban, un nuovo anticoagulante, ha ridotto sensibilmente i casi di ictus in soggetti con fibrillazione atriale, l’aritmia cardiaca asintomatica che frequentemente provoca danno vascolare al cervello.

Fonte:
29 agosto 2011
, repubblica.it
La redazione

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