I disturbi del respiro nel sonno nei giovanissimi sono pericolosi

Russamento, russamento abituale, Sindrome delle aumentate resistenze respiratorie (Uars), ipoventilazione ostruttiva, apnee: i disturbi del respiro nel sonno dei bambini sono frequenti e possono avere conseguenze pericolose; il 3% dei bambini soffre di Osas (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, Sindrome delle apnee ostruttive), un disturbo che causa una diminuzione di ossigeno nel sangue che può predisporre all’arterosclerosi e al diabete, e fra i bambini affetti da questa sindrome sarebbero anche frequenti le infiammazioni delle vie aeree e le sindromi metaboliche, con conseguente predisposizione all’obesità e al diabete.
L’intermittente ipossia, la mancanza cioè di ossigeno dovuta alle apnee notturne, avrebbe anche conseguenze negative sul sistema vascolare e sul cuore, predisponendo i piccoli all’aterosclerosi.

È stato evidenziato, nel primo anno di vita, il rapporto fra apnee e Alte (Apparent Life-Threatening Events) cioè l’insieme di sintomi apparentemente rischiosi, presentato dal lattante. Il comportamento dei bambini è influenzano negativamente dai disturbi del sonno, sia nei confronti delle persone con cui vengono in contatto sia nel rendimento scolastico: incubi, pipì a letto, iperattività diurna e disattenzione a scuola; è necessario identificare al più presto questi sintomi, rivelatori dei disturbi del respiro nel sonno, e far visitare il bambino dal broncopneumologo e dall’otorino per decidere le terapie.

Presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nell’ultimo anno sono stati assistiti oltre 600 bambini affetti da disturbi del respiro nel sonno; Giovanni De Vincentiis, dell’UO di Otorinolaringoiatria dell’ospedale romano, spiega: «L’adulto che dorme male la notte, nel corso della giornata è sonnolento; viceversa, il bambino testimonia la mancanza di riposo notturno con iperagitazione; la fase di sonno profondo è estremamente importante per lo sviluppo del bambino, e la fatica continuativa a cui i piccoli con questi disturbi sono sottoposti, li espone a futuri problemi. Multifattoriale la genesi del problema, multidisciplinare deve essere pertanto la terapia, con il concorso di specialità, sia mediche che chirurgiche: dall’otorinolaringoiatria all’ortodonzia, dalla chirurgia maxillo-facciale alla broncopneumologia, senza dimenticare la radiologia, la pediatria e la logopedia».

 

Fonte
Redazione online, 19 settembre 2013

Vittoria Majocchi

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