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Gravidanza. L’esposizione a comuni composti fenolici interferisce con la crescita dei bambini

Un ampio studio franco-statunitense ha indagato gli effetti sui neonati maschi dell’esposizione materna a vari composti fenolici durante la gravidanza.
Gli autori hanno evidenziato che l’esposizione ai fenoli rallenta la crescita dei bambini nei primi 3 anni di vita e tende a farli ingrassare. I rischi maggiori derivano da parabeni e triclosan.

I composti fenolici vengono usati in molti prodotti di comune uso come filtri solari nelle creme solari (bezofenone-3), cosmetici e prodotti per la cura del corpo (parabeni), saponi antibatterici, dentifrici e prodotti pesticidi (triclosan), deodoranti per ambienti (diclorofenoli), resine epossidiche contenute nelle otturazioni dei denti in amalgama e nel rivestimento delle lattine dei cibi in scatola nonché oggetti di policarbonato plastico usato per oggetti di plastica, bottiglie, custodie di CD.

Che cos’hanno in comune tutte queste sostanze fenoliche presenti nella nostra vita quotidiana? A detta degli Esperti si tratta di sostanze in grado di interferire con i sistemi ormonali coinvolti nell’accrescimento e nell’aumento di peso. Per questo motivo vengono chiamate “endocrine disruptor” o anche “sostanze interferenti endocrine” o “xenobiotici” con potenziale attività endocrina.

Le caratteristiche dello studio
Lo studio, pubblicato ai primi di settembre 2014 sull’autorevole rivista Epidemiology, è il primo ad aver preso esaminato un così ampio numero di sostanze della famiglia dei fenoli per un periodo così lungo.

L’indagine è stata condotta da ricercatori dell’Inserm, degli ospedali universitari di Nancy e Poitiers, unitamente agli esperti dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta e coordinata dall’Inserm e dal gruppo di Epidemiologia Ambientale dell’università di Grenoble, ha incluso e osservato 520 bambini maschi ed è stata finanziata dalla French Agency for Food, Environmental and Occupational Health Safety (ANSES).

Le donne in gravidanza che hanno partecipato allo studio, provenivano dagli ospedali universitari di Nancy e Poitiers, osservate nel periodo tra il 2003 e il 2006. La crescita fetale veniva valutata con un’ecografia al terzo trimestre di gravidanza, e successivamente il monitoraggio avveniva attraverso la misurazione di peso e altezza, registrati dalla nascita fino all’età di tre anni. A ciascun mamma in attesa veniva prelevato un campione di urine, su cui erano dosati i biomarcatori di esposizione ai composti fenolici presso i laboratori dei CDC americani.

I principali risultati dello studio
I risultati hanno dimostrato che oltre il 95% delle mamme in attesa risulta esposta a queste sostanze e che l’esposizione materna ai fenoli può interferire con la normale crescita dei maschietti (lo studio ha incluso solo maschi). Le sostanze ritenute più pericolose da parte dei Ricercatori sono risultate il triclosan e i parabeni. Il triclosan interferisce con lo sviluppo fetale, valutato con l’ecografia al terzo trimestre di gravidanza. L’esposizione ai parabeni è correlata, invece, ad un aumento del peso alla nascita e all’età di tre anni. A questo proposito, gli Autori hanno sottolineato che una crescita accelerata nei primi tre anni di vita si associa ad un aumentato rischio di obesità in età adulta come documentato da un’ampia letteratura scientifica.

Le altre sostanze in esame non hanno evidenziato una chiara correlazione con i disturbi della crescita.

Ulteriori studi nel futuro per approfondire i risultati
Prossimamente sono in previsione nuovi studi che coinvolgeranno anche le bambine e che studieranno gli effetti di sostanze ambientali ritenute potenzialmente tossiche, dalla gravidanza al primo anno di età. Nelle nuove indagini si valuterà in modo più accurato l’esposizione a queste sostanze e si cercherà di indagare quali siano i periodi potenzialmente più a rischio per la crescita nel corso della prima infanzia.

 

 

Fonti
– Philippat C et al – Prenatal Exposure to Phenols and Growth in Boys. Epidemiology: September 2014 – Volume 25 – Issue 5 – p 625-635

– ANSES

 

 

Vittoria Majocchi

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