Gli sport di squadra: migliorano le capacità di relazione dei bambini

È il caso di tutti gli sport cosiddetti alternati, dal calcio alla pallanuoto, dalla pallavolo al rugby nei quali si susseguono momenti di gioco e pause di recupero.

Gli sport di squadra più degli individuali, sviluppano le capacità di ciascun bambino di relazionarsi con gli altri, di collaborare tutti insieme per il bene del gruppo, di sviluppare capacità di collaborazione in team.
Rappresentano quindi, un’occasione particolarmente adatta durante la crescita per quei bambini che tendono all’isolamento, come può accadere a chi ha problemi di peso.
La scelta però deve essere concordata con il bambino stesso perché lo sport soprattutto quando si è molto piccoli deve essere soprattutto un’esperienza di divertimento.

 

Il ruolo dei genitori nel fare amare lo sport

La famiglia ha un ruolo veramente importante nell’insegnare ai bambini e ai giovani la pratica dell’attività fisica quotidiana anche perché c’è da dire che la scuola italiana non è ben preparata all’educazione sportiva dei nostri bambini/ragazzi e spesso li penalizza da questo punto di vista.

Oltre la metà dei ragazzi che iniziano a praticare un’attività fisica regolare o uno sport a 5-6 anni lo abbandona arrivati a 12 o 13 anni. Spesso sono gli stessi genitori la causa di tale abbandono; il motivo? La troppa pressione esercitata e un’eccessiva richiesta di prestazioni da parte del proprio figlio, dando quindi spropositata importanza non all’amore per lo sport come stile di vita salutare ma alla vittoria ad ogni costo.

Questo tipo di atteggiamento, oltre a favorire l’instaurarsi di comportamenti a rischio, come l’utilizzo di sostanze dopanti, rappresenta – secondo gli Esperti – anche un cattivo esempio da parte dei genitori, soprattutto se i figli vengono rimproverati per i mancati risultati raggiunti. Nella mente del bambino/a possono nascere senso di disagio, di inadeguatezza, di paura di sbagliare o di non arrivare mai all’obiettivo che si è prefissato. Lo sport invece dovrebbe insegnare il piacere per una vita sana e per una sana competizione, stimolando – soprattutto negli sport di squadra – il consolidamento di propositi comuni di buona riuscita e di uno spirito di gruppo e di team che saranno poi molto utili nella vita adulta – senza trasformarsi mai in un brutto sogno.

Il supporto positivo del mondo degli adulti, e della famiglia in particolare, è uno degli strumenti più validi per riuscire a far crescere i propri figli in un ambiente sano, in cui i bambini e i ragazzi siano spronati al miglioramento di sé, a mettersi alla prova, a sacrificarsi, ad assumersi per proprie responsabilità per un obiettivo sostenibile. Se un bambino fa più fatica degli altri, sottolinearlo peggiora solo la situazione, la critica deve sempre essere costruttiva e finalizzata al miglioramento; importante in questi casi fare capire che ciò che conta davvero è il processo di crescita, è mettersi alla prova, che lo sforzo per raggiungere una vittoria deve comunque esserci ma l’importante è provarci.

Come motivarlo a ottenere il meglio: l’approccio “panino”:
tra due complimenti si può inserire una critica, o un consiglio per raggiungere
l’obiettivo prefissato (che – ovviamente – dovrà essere realistico).

Questo può rappresentare un buon metodo per non creare nel bambino uno stato di stress e di ansia da prestazione.

Come genitori è importante esserci sempre, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà del bambino, incoraggiandolo a un atteggiamento positivo e a un percorso di crescita autonomo e indipendente (meglio evitare di fare i genitori che vogliono sempre decidere tutto). Quando il giovane atleta raggiunge nuovi obiettivi, anche piccoli, attraverso un grande impegno, è importante gratificarlo e insieme, aggiungere eventuali consigli. Esaltando le scelte corrette del ragazzo, senza sminuire le eventuali debolezze ma descrivendole e aiutandolo a superarle, si migliora la sua fiducia nelle proprie capacità e si costruisce una buona autostima personale.

 

Le buone abitudini si imparano sin da piccoli.
Chi pratica con piacere uno sport sin da bambino lo farà anche da adulto
e quindi avrà molte più probabilità di essere un adulto sano e sereno.

 

Fonte

Sprea B – Bambini in sovrappeso. Tecniche Nuove, 2012

 

Risorse correlate

– L’età più adatta per praticare sport »

– Uno sport per ogni peso »

– Non fare autogol, metti in panchina la sedentarietà »

 

 

 

 

Vittoria Majocchi

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