Comunicato Stampa dell’Ospedale ad alta specializzazione Gemelli Molise** di Campobasso
L’obesità viene oggi considerata una malattia pandemica, prerogativa tipica, anche se non esclusiva, dei paesi occidentali, dove circa 1/3 degli abitanti è in eccesso di peso. Rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale, sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento anche nei paesi a basso-medio reddito, sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche che spesso sono associate all’obesità, quali: diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari, tumori e diverse altre.
La chirurgia bariatrica tradizionale è considerata al momento il “gold standard” per il trattamento dell’obesità patologica (obesità grave che mette a rischio la salute del paziente), ma questa terapia ha indicazioni ben precise e limitate ed è ancor oggi ben lontana dall’essere accettata da tutti i pazienti, anche se gravemente obesi. L’interesse si è così rivolto in questi ultimi anni sia verso tutti quei presidi in grado di aiutare il paziente al rispetto di programmi dietoterapici, sia versointerventi chirurgici meno invasivi rispetto alla chirurgia tradizionale, irreversibile.
L’endoscopia ha un grande potenziale in questo settore essendo minimamente invasiva, ripetibile, gravata da un rischio di complicanze più contenuto rispetto alla chirurgia bariatrica e può svolgere sia un ruolo di trattamento primario, sia di “ponte” verso interventi di chirurgia più invasiva, riducendo i rischi chirurgici. Negli ultimi anni, grandi novità sono state presentate nel trattamento endoscopico dell’obesità patologica.
Le tecniche endoscopiche mininvasive per il trattamento chirurgico dell’obesità consistono nell’effettuare delle suture lungo la parete dello stomaco, utilizzando uno strumento, detto “gastroscopio”, che si inserisce dalla bocca, senza quindi praticare tagli. Lo scopo è quello di ridurre il volume dello stomaco, ottenendo una riduzione dell’80% della capacità gastrica iniziale. Sono però interventi reversibili, meno rischiosi e non hanno impatto estetico.
Questa metodica consente di suturare le pareti dello stomaco ottenendo risultati simili a un intervento di chirurgia plastica. È una tecnica endoscopica che utilizza la via naturale, dalla bocca attraverso l’esofago, e si avvale di un nuovo strumento che permette di «mettere dei punti», di suturare dall’interno lo stomaco.
“La procedura di Endoscopia Bariatrica che effettuiamo qui al Gemelli Molise si chiama gastroplastica verticale endoscopica e permette di ridurre il volume dello stomaco” commenta Gianluca Spera, Responsabile dell’Unità di Endoscopia, “viene praticata una sutura tra la parete anteriore e quella posteriore dell’organo, al fine di ridurre la capacità, senza asportare nulla” conclude Spera.
“E’ un intervento esclusivamente restrittivo, il cui obiettivo è quello di dare un senso di sazietà precoce al paziente durante il pasto, senza alterare l’assorbimento” commenta Vincenzo Bove, specialista in Gastroenterologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ”i pazienti che trattiamo vengono seguiti da un’equipe multidisciplinare, in cui è presente anche lo psicologo e l’endocrinologo”, conclude Bove.
Al paziente inoltre è richiesta anche un’attività fisica moderata, di solito una camminata di un’ora, un’ora e mezza al giorno. L’intervento poi è sempre preceduto da una visita psichiatrica, per valutare il grado di accettazione della terapia. Uno dei vantaggi di questa metodica è la reversibilità, nel caso in cui i pazienti non si adattino al tipo di dieta richiesto o mal sopportino la riduzione dello stomaco, si procede a un analogo intervento endoscopico per togliere i punti precedentemente fissati.
Gli interventi non vengono effettuati in regime “intramoenia” o privato ma sono effettuati con copertura SSN. Essendo l’obesità una patologia, le terapie e gli interventi atte a contrastarla, che siano chirurgici o endoscopici, vengono eseguiti in regime di Sistema Sanitario Nazionale.
** Gemelli Molise è un ospedale ad alta specializzazione situato a Campobasso. Convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale, la struttura è attualmente una realtà di 130 posti letto, con centri altamente specializzati per le malattie cardiovascolari e l’oncologia, nonché sede di insegnamento universitario e un attivo centro di ricerca.
La prima pietra dell’ospedale fu posta da Papa Giovanni Paolo II il 19 marzo 1995. La struttura fu poi inaugurata ufficialmente il 28 novembre 2002.
Dal 1° novembre 2019 la struttura ha assunto la denominazione di Gemelli Molise SpA.
Gemelli Molise, anche se costituita sotto forma di SpA, non persegue di fatto alcuna finalità lucrativa ed è soggetta a Direzione e Coordinamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ente senza scopo di lucro e Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – IRCCS, riconosciuto dal Ministero della Salute. Il cinquanta per cento dell’eventuale utile conseguito viene destinato alle attività di Ricerca.
Nel corso degli anni, l’ospedale ha ottenuto diversi riconoscimenti. Nel 2008 è stato designato come “Ospedale a misura di donna” dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (O.N.Da), riconoscimento sempre confermato fino ad oggi. Nel 2016, invece, la qualità delle prestazioni rese è stata attestata anche dal Piano Nazionale Esiti (PNE), strumento con il quale l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali (AGE.NA.S) sviluppa nel Servizio Sanitario Italiano la valutazione degli esiti degli interventi sanitari.
Gemelli Molise inoltre, favorisce la costante innovazione della medicina e forma i professionisti della sanità del futuro.
Per ulteriori informazioni, si rimanda al sito https://www.gemellimolise.it/
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