Perché si dice obesità “a pera” e “a mela”?

Sono due modi semplici e di comunicazione immediata per identificare la diversa distribuzione del grasso corporeo:

  • nella regione dei glutei e delle cosce nella donna in età fertile (a pera o ginoide)
  • nella regione addominale intorno ai visceri (grasso viscerale) tipica nell’uomo o nella donna dopo la menopausa (a mela o androide).

L’obesità a mela (grasso addominale) è associata ad una più alta prevalenza di malattie cardiache, ridotta tolleranza agli zuccheri, diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa, aumento del livello di lipidi nel sangue rispetto all’obesità a pera.

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L’obesità a pera si associa spesso a cellulite (pannicolopatia edemato-fibrosclerotica o pefs), un’alterazione dei tessuti cutaneo e sottocutaneo che degenerano a causa di disturbi del microcircolo sanguigno e dell’aumento dei radicali liberi. Gli adipociti del tessuto sottocutaneo si gonfiano, si alterano e non riescono più a comunicare con il tessuto circostante che diventa duro e si ritrae tendendo le fibre e creando la pelle a “buccia d’arancia”.

La cellulite colpisce particolarmente la regione retro-lombo-sacrale, i glutei, la metà inferiore dell’addome, le cosce, i polpacci e talvolta la parte posteriore delle braccia.
L’obesità a mela può associarsi a complicanze vascolari e articolari negli arti inferiore a causa dell’eccesso di peso da sostenere.

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