Secondo uno studio britannico, la prevenzione dei disturbi ipertensivi in gravidanza può essere realizzata attraverso il controllo del peso già dall’inizio della gestazione. La prevenzione è infatti fondamentale, perché in questo ambito sono poche le cure efficaci.
Il sovrappeso materno pregravidico è un fattore di rischio per l’ipertensione, ma è modificabile, ed è per questo che i ricercatori della School of Social and Community Medicine dell’University of Bristol, hanno approfondito questo legame, per verificare se l’incremento ponderale nelle prime 18 settimane di gravidanza possa costituire un fattore di rischio per l’ipertensione gestazionale e la preeclampsia, e anche per l’ipertensione arteriosa nelle donne che altrimenti avrebbero la pressione normale.
Nel corso della ricerca sono stati esaminati i dati relativi alle misurazioni cliniche prenatali di peso e pressione arteriosa (mediana di 12 e 14 per donna, rispettivamente) di 12.522 donne incluse nell’(Alspac) Avon Longitudinal Study of Parents and Children dell’University of Bristol, che segue la salute di 14mila gestanti nate fra il 1991 e il 1992 nell’Inghilterra occidentale: l’analisi dei dati ha dimostrato che il sovrappeso all’inizio della gravidanza aumenta le probabilità che in seguito si manifesti ipertensione o preeclampsia.
Spiega l’epidemiologa Debbie Lawlor: «Con una frequenza del 10%, i disturbi ipertensivi in gravidanza, tra cui l’ipertensione e la preeclampsia, sono tra le principali cause di mortalità e morbilità perinatale e materna; vi è un notevole interesse per la prevenzione, vista la scarsità di cure efficaci. Speriamo quindi che i nostri risultati aprano la strada a studi randomizzati che valutino l’efficacia di interventi mirati a prevenire l’ipertensione gestazionale, limitando l’aumento di peso in gravidanza».
Lo studio è stato pubblicato sull’Ajog (American Journal of Obstetrics & Gynecology).
Fonte
Macdonald-Wallis C et al – Gestational weight gain as a risk factor for hypertensive disorders of pregnancy. Am J Obstet Gynecol 2013;209:327.e1-17