Film di peso 2020: Focus sullo stigma dell’obesità

Film di peso 2020: Focus sullo stigma dell’obesità

Conferenza stampa Agenzia Dire con il prof. Gianfranco Silecchia**, Codirettore scientifico del Short Film Festival di Latina

 

Evento di punta di settembre 2020, torna Film di Peso, lo Short Film Festival di Latina arrivato alla sua 4° edizione. Focus di quest’anno: lo stigma del peso, in eccesso ma anche in difetto. L’evento, in presenza,  sarà ospitato come sempre presso il Cinema Oxer Multiplex 3DMultiplex, nella doppia data di Venerdì 18 e Sabato 19 (al pomeriggio). Ricchissimo il programma con iniziative in contemporanea anche nella città di Roma.  

“La magia del cinema aiuta la comunicazione, non c’è dubbio. Il coinvolgimento emotivo di una sala al buio in cui si raccontano storie, in cui lo spettatore si immedesima lascia una traccia sicuramente più profonda rispetto alla lettura di un freddo comunicato che tratta lo stigma del peso “ sottolinea Gianfranco Silecchia, Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università Sapienza di Roma e Direttore Scientifico della Rassegna insieme a Frida Leonetti,  Professore Associato in Endocrinologia, Università Sapienza, Roma.
Tutti sono invitati, l’ingresso è libero. Per le limitazioni del Covid-19 è necessario prenotarsi sul sito dell’evento (vedi Reference in fondo).

 

Lo stigma legato al peso (“weightbias”) è una grande discriminazione

“Quest’anno per noi, lo stigma dell’obesità è il focus del Festival che ha come tema portante “Cibo, nutrizione , disturbi alimentari e obesità”. Perché lo stigma? Perché il weightbias, il pregiudizio legato al peso – in eccesso o in difetto – rappresenta una grandissima discriminazione sociale” continua il prof. Silecchia “Nell’opinione pubblica, l’eccesso di peso così come la sua estrema riduzione vengono ancora identificati quasi come una colpevolezza della persona che ne soffre, usando una serie di linguaggi e di parole che compatiscono, che umiliano, che fanno male: “quel ciccione”, “palla di lardo” e via dicendo…”.

Molti studi hanno rilevato – così come molti tristi fatti di cronaca – che fin dall’infanzia, un bambino con obesità è spesso vittima di fenomeni di bullismo perché considerato dai coetanei come “brutto, sporco, bugiardo, pigro …”. In età successive, lo stigma di cui sono fatte oggetto le persone con obesità crea ostacoli rilevanti prima in ambito scolastico e poi in ambito lavorativo, nelle relazioni sociali e in quelle affettive e sentimentali. Alcuni studi evidenziano che il fenomeno è particolarmente grave nei confronti delle adolescenti e delle donne in genere.

“Troppo spesso, anche tra i medici  si parla di paziente obeso  e non di paziente con obesità o che soffre di obesità” sottolinea il prof. Silecchia. “ Sarebbe importante iniziare già dal linguaggio a fare la differenza, già a partire da noi sanitari… per dare dignità e opportunità di informazione e di cura ai nostri pazienti in eccesso di peso che rappresentano ben il 10% della popolazione italiana, secondo i più recenti dati Istat!, quindi non parliamo di una popolazione di nicchia!”.

 

I diritti e i doveri del paziente con obesità

“Esiste anche una Carta dei Diritti e dei Doveri della Persona con Obesità – continua Silecchia – “firmata al Senato il 10 ottobre 2019, in occasione dell’Obesity Day 2019 da ben 15 Società Scientifiche che ribadisce l’impegno del Servizio Sanitario Nazionale a combattere lo stigma dell’obesità”. Un altro passo avanti nel riconoscimento e nel trattamento di questa malattia. Responsabilità, diritti e doveri, educazione, dialogo medico-paziente, gestione della patologia e delle comorbidità, prevenzione, ricerca, associazionismo responsabile, giovani e lotta allo stigma i 10 capisaldi.
Quando episodi di stigma a causa del peso si verificano durante l’adolescenza, si traducono in bullismo e sopraffazione, senso di colpa in chi li subisce,  “… assenza di relazioni, tracce e impronte che feriscono in profondità, destabilizzano e possono essere difficili da cancellare per il resto della vita”.

 

Obesità: Numeri in crescita tra bambini e adolescenti. Che cosa si sta facendo nel Territorio per contenere questa crescita? Le azioni in atto sono sufficienti?

“Il problema è in primis un problema di consapevolezza,  di conoscenza e di informazione.  Distinguiamo i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia e molti altri meno noti) dall’obesità (un paziente può avere entrambi i problemi). L’obesità è una malattia, come dice l’OMS è una malattia cronica, progressiva, recidivante, invalidante, gravata dal peso di gravi complicanze”.

“Attualmente il Sistema Sanitario Nazionale non riconosce ancora l’obesità come una malattia, cioè tu hai l’obesità, pesi 200 kg , non sei riconosciuto come malato; se hai già complicanze come il diabete hai delle facilitazioni nell’assistenza sanitaria, hai l’esenzione del ticket e una facilità delle cure perché hai il diabete. Siamo ancora al punto che aspettiamo la complicanza per dare un nome e un cognome alla causa che ha determinato l’insorgenza!!!!”

“I numeri dell’obesità in Italia sono stati rilevati da diverse Istituzioni Importanti. Siamo tra i Paesi con la più alta incidenza di obesità infantile e tra gli adolescenti.
Se parliamo del Lazio, i dati Istat ci dicono che ci sono circa 350.000 nuovi casi ogni anno di pazienti con obesità che richiedono cure o hanno bisogno di cure. L’Assistenza Sanitaria ha vari livelli: ci sono Centri di riferimento, Centri di Eccellenza che comprendono anche la possibilità di un intervento specifico di chirurgia bariatrica a partire dai Centri che sono dislocati nei vari Poliambulatori di Nutrizione e di Supporto Psicologico”.

 

L’importanza di un team multidisciplinare per assistere la persona con obesità

“Il problema è che l’inquadramento del paziente con obesità deve fruire di un approccio multidisciplinare garantito da un team di professionisti con una competenza altamente specifica nel trattamento dell’eccesso di peso e questo è un punto chiave su cui tutti sono d’accordo. Questo team multidisciplinare deve comprendere: l’ endocrinologo, lo psicologo e – quando necessario – lo psichiatra, il nutrizionista, lo pneumologo, perché le persone in eccesso di peso hanno spesso complicanze respiratorie importanti e il chirurgo”.

 

Un percorso di cura personalizzato

“La valutazione del paziente quindi deve essere fatta dall’intero team multidisciplinare che deve disegnare un progetto di cura personalizzato per quel determinato paziente, offrendo al paziente la migliore opportunità di cura a seconda delle condizioni individuali.
I Centri di Eccellenza italiani, che sono dislocati sul Territorio offrono in più anche la possibilità del trattamento chirurgico quando questo sia indicato”.

 

Il lockdown non ha certamente aiutato le persone affette da disturbi alimentari. Qual è la lezione da ricordare?

“A questo proposito, lo staff di Film di Peso quest’anno ha prodotto per la prima volta un cortometraggio che si intitola “Il peso del ricordo; la quarantena pontina” in cui noi raccontiamo che cosa è successo nel Sud del Lazio durante la pandemia Covid-19, anche con testimonianze di pazienti, di psicologi che sono impegnati sul Territorio, dei Medici di Famiglia, motivo in più per venire al nostro Festival, per vedere in anteprima questo cortometraggio che abbiamo prodotto”.

“Il lockdown è stato una grande sfida: il paziente si è sentito abbandonato , non avendo accesso in ospedale per le limitazioni. Ci siamo inventati in tempi rapidissimi la telemedicina, cioè la possibilità di supportare a distanza il nostro paziente – grazie alle varie piattaforme disponibili – per non farlo sentire abbandonato; per sostenerlo per quanto possibile ma soprattutto per fargli capire che il paziente con obesità rientra tra le fragilità del Covid-19. Nella lista dei pazienti fragili – che quindi possono avere un andamento clinico più grave dell’infezione del Covid-19 – si ascrivono oltre alle persone anziane, i pazienti che hanno malattie cardiovascolari, che hanno il diabete, che hanno l’obesità. Gestire un paziente con obesità e infezione Covid-19 è estremamente più complicato, come hanno dimostrato numerosi studi condotti negli ultimi mesi”.

 
Si sono incrociate due pandemie, una preesistente: l’obesità

“La pandemia dell’obesità, dichiarata dall’OMS si è incrociata con la pandemia del nuovo Coronavirus e la pandemia del Covid-19 ha agito quasi da lente di ingrandimento che ci ha messo sotto gli occhi la fragilità del paziente con obesità, e la necessità della cura e del monitoraggio di questi pazienti in maniera particolare. Perché oggi si chiama SARS-CoV-2 , fra cinque anni si chiamerà SARS-CoV-3 ma il paziente con obesità nella sua fragilità rimarrà sempre lì se non c’è una consapevolezza e una strategia per affrontare la complessità di questa patologia”.

A Film di Peso si parlerà di tutti questi temi. Siete tutti invitati, previa prenotazione.

 

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References

– Film di peso »

– La Carta dei Diritti e dei Doveri del Paziente con Obesità »

 

 

 

** Il Prof. GIANFRANCO SILECCHIA è Professore Ordinario in Chirurgia Generale presso il Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e Biotecnologie, Facoltà di Farmacia e Medicina, Università La Sapienza di Roma.
È Direttore dell’Unità Operativa Complessa in Chirurgia Generale & Bariatric Center of Excellence IFSO-EU, Centro di Eccellenza Sicob, Polo Ospedaliero Integrato “Sapienza”-AUSL Latina-ICOT, dove vengono eseguite circa 400 interventi bariatrici ogni anno, concentrandosi sullo sviluppo di nuove tecnologie sempre incentrate sulla mininvasività.
Past President della Società Italiana di Chirurgia Endoscopica (SICE) ed attuale Segretario Generale del Collegio Italiano dei Chirurghi (CIC). E’ co-autore di oltre 177 pubblicazioni su riviste Internazionali, 33 capitoli di libri ed è stato co-coordinatore dell’aggiornamento delle Linee Guida 2020 sulla Chirurgia Bariatrica e Metabolica della Società Europea di Chirurgia Endoscopica (EAES).
E’ fondatore e coordinatore di tutte le quattro sedi del Rome Obesity Center (Roma, Pomezia, Frosinone e Grottaferrata).

 

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